Nel lungo periodo le famiglie italiane preferiranno tornare al risparmio

PREVISIONI 2011 – Ipsos-Acri: un paese che non si consola guardando in avanti e resta sospeso ad aspettare. (Da MARK UP 195)

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1. Ipsos per Acri indaga sul sentiment dei nuclei domestici italiani

2. Per chi è stato colpito in modo diretto dalla crisi il momento risulta particolarmente critico


Attendismo: prudente e preoccupato. È questo il sentiment che sembra determinare l'umore degli Italiani e che trova riscontro nel loro atteggiamento verso il risparmio, gli investimenti e i consumi. La contraddizione di un paese che nell'insieme è sempre più preoccupato del futuro e che, parimenti, mostra un consistente numero di cittadini soddisfatto circa la propria situazione personale potrebbe trovare la spiegazione in una sorta di sospensione delle aspettative di miglioramento. In merito alla propria situazione personale, quasi la metà degli intervistati (il 49%) ritiene che non cambierà, ma i fiduciosi (28%) superano gli sfiduciati (19%). Il risultato emerge da una indagine di ottobre 2010 di Acri (associazione delle fondazioni bancarie e casse di risparmio), condotta da Ipsos e presentata all'86a giornata mondiale del risparmio tenutasi a Roma.

I cluster
Nelle previsioni per il 2011 si delineano sei gruppi di tendenza rispetto al risparmio stesso:

  • Famiglie con trend di risparmio positivo - hanno risparmiato nell'ultimo anno e lo faranno di più o nella stessa misura anche nei prossimi dodici mesi: sono il 23% (come nel 2009).
  • Famiglie con risparmio in risalita - hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi/debiti, ma nei prossimi dodici mesi pensano di risparmiare di più: sono il 5% (2 punti percentuali in meno rispetto al 2009).
  • Famiglie che galleggiano - hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi/debiti e pensano che lo stesso avverrà nel prossimo anno, oppure hanno fatto ricorso a risparmi/debiti ma pensano di risparmiare di più nei prossimi dodici mesi: sono il 23% (3 punti percentuali in più rispetto al 2009).
  • Famiglie col risparmio in discesa - sono riuscite a risparmiare, ma risparmieranno meno nei prossimi dodici mesi: sono il 10% (1 punto percentuale in meno rispetto al 2009).
  • Famiglie in crisi moderata di risparmio - hanno consumato tutto il reddito e nei prossimi dodici mesi pensano di risparmiare meno: sono l'11% (3 punti percentuali in meno rispetto al 2009).
  • Famiglie in crisi grave di risparmio - hanno fatto ricorso a risparmi accumulati e a debiti (famiglie in “saldo negativo”) e pensano che la situazione del prossimo anno sarà identica o si aggraverà: sono il 21% (3 punti in più rispetto al 2009).


Le reazioni
Chi ha un tenore di vita peggiorato ha dovuto tagliare ogni spesa, anche la telefonia che l'anno scorso rimaneva l'ultimo “bene rifugio” per avere piccoli appagamenti quotidiani: in ogni categoria di prodotti prevalgono, ormai, coloro che ne hanno molto ridotto il consumo. Attenzione: parebbe una conseguenza logica. Ma non sempre è così: ai primi peggioramenti nelle famiglie registrati nel 2007 seguì il taglio del fuoricasa e del vestiario, per uno spostamento della spesa (a differenziale positivo) in ambiente domestico. Questa strategia non pare più sufficiente nel 2010 e intacca ogni capitolo di spesa.
Anche coloro che si sono barcamenati con le difficoltà, senza abbattere troppo la loro qualità della vita, hanno dovuto ridimensionare notevolmente i propri consumi, tagliando quasi ogni voce (prevalgono coloro che hanno molto ridotto tutte le spese per il fuori casa, per il vestiario, per la cura della persona, per libri e stampa), riuscendo a conservare un consumo costante solamente per la telefonia e le “spese per la vita in casa”.
Chi ha mantenuto costante la propria qualità della vita è ricorso, come lo scorso anno, a una riallocazione, spostando dal fuori casa alla casa molte delle proprie spese: rispetto al 2009 queste famiglie hanno molto aumentato le spese per telefoni e telefonia, hanno aumentato il consumo di libri, giornali e riviste e di prodotti alimentari e per la casa, riducendo al contempo molto le spese per il fuori casa e quelle per vestiti e accessori.

Le positività
Le maggiori variazioni, però, le troviamo tra coloro il cui tenore di vita è migliorato: rispetto al 2009 questi hanno incrementato sensibilmente le spese in ogni direzione e rispetto al 2009 soprattutto quelle per il fuori casa, in particolare per quanto riguarda bar, pizzerie, ristoranti, viaggi e vacanze; si tratta di soggetti che, nonostante la crisi, riempiono i locali e si concedono vacanze, anche importanti.

Tempi lunghi
Tornando al sentiment generale, l'apertura di credito sul futuro registrata nel 2009 sembra aver lasciato ormai il campo alla consapevolezza che l'uscita dalla crisi sarà graduale e con tempi più lunghi rispetto a quanto previsto lo scorso anno. L'83% del campione (era il 78% un anno fa) percepisce il passaggio come grave e il 69% si aspetta che non ne potrà uscire prima di 4 anni (erano il 57% un anno fa), con il 31% che ipotizza addirittura un periodo di dolori di 5 anni o più. Con il perdurare della crisi, insomma, i tempi per la sua conclusione sembrano allungarsi anziché ridursi e questa situazione si traduce in uno stato di perdurante preoccupazione. Che è unita a un prudente attendismo, in particolare se riferito specificatamente alla situazione italiana.

Il nucleo domestico
A livello familiare perdura l'idea, da parte di un sempre maggior numero di famiglie, di godere di una situazione economica tutto sommato soddisfacente: sia tra coloro che sono fiduciosi sul proprio futuro sia tra coloro che risultano preoccupati. Nonostante, infatti, le attese negative sulla durata e sulla gravità della crisi, i soddisfatti della propria situazione economica crescono di 2 punti percentuali, dal 54% al 56% e dall'inizio della crisi crescono addirittura di 5 punti percentuali (nel 2007 e nel 2008 erano il 51%): in particolare crescono nel nord est (+9 punti percentuali dal 2009) e nel nord ovest (+5 punti percentuali). Centro e sud Italia sono assenti dal recupero.
La situazione nel paese sembra dunque polarizzarsi: in un clima di preoccupazione generale, chi non è stato direttamente colpito dalla crisi tende a rivalutare la propria situazione personale, nonostante sia preoccupato. Al contempo c'è il 23% delle famiglie (quasi una su quattro) che è stato colpito concretamente dalla crisi (nel senso che qualcuno appartenente al nucleo familiare ha perso il lavoro oppure ha registrato delle condizioni peggiorative).

La sospensione
Pare in corso una sorta di sospensione delle aspettative di miglioramento. Sono sempre meno le famiglie che riescono a migliorare il proprio tenore di vita: erano l'11% nel 2006, il 10% nel 2007, il 9% nel 2008, l'8% nel 2009, il 6% quest'anno (il che vuole dire che se nel 2006 una famiglia su 9 sentiva di migliorare la propria posizione, mentre oggi solo una su 17). Il numero di quelle che ritengono peggiorato il proprio tenore di vita è rimasto costante: era il 19% nel 2006, il 19% nel 2009, il 18% oggi. Costante è anche il numero di coloro che riescono a mantenere il proprio tenore di vita abbastanza facilmente: il 28% nel 2006, il 30% nel 2009, il 29% nel 2010. Crescono le famiglie che sono riuscite a mantenere il proprio standard di vita solo con fatica (accortezza nelle spese e taglio selettivo): erano il 42% nel 2006, il 43% nel 2009, il 47% nel 2010. Pensando al futuro dell'economia, l'ottimismo prudente registrato nel 2009 (il 55% di ottimisti contro il 29% di pessimisti) rimane tuttora maggioritario, anche se assai ridimensionato: il 45% di ottimisti contro il 37% di pessimisti (in particolare nel centro Italia gli ottimisti passano dal 57% del 2009 al 39% del 2010). Il ridimensionamento è certamente legato alle ridotte aspettative rispetto alla ripresa globale ed europea, ma soprattutto è legato al crollo di fiducia nelle prospettive del paese e del proprio specifico territorio relativamente ai prossimi due/tre anni.

* su dati Ipsos. Indagine presentata da Acri in occasione della Giornata del Risparmio (ottobre 2010)

Allegati

195-MKUP-Ipsos
di Patrick Fontana / dicembre 2010

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