Nestlé: battute le stime degli analisti 1° trimestre

Quasi 22 mld di dollari di fatturato (+3,4%) nel periodo di riferimento, complice la crescita di USA, Brasile e Cina

Nestlé ha confermato che la crescita organica delle vendite prevista nel 2019 dovrebbe superare il 3%, dopo che negli Stati Uniti, Brasile e Cina hanno fatto registrare una crescita superiore alle attese nei primi tre mesi.

"Siamo soddisfatti della solida crescita organica delle vendite di Nestlé nel primo trimestre, sulla base del nostro slancio dell'intero anno 2018 –ha dichiarato Mark Schneider, Ceo di Nestlé-. La nostra rapidità, l'innovazione per un mondo che cambia e la cura dell'efficienza stanno chiaramente dando i loro frutti. Confermiamo la nostra prospettiva per l'anno. Nel trimestre, abbiamo annunciato il lancio di una nuova gamma di 24 caffè premium con il marchio Starbucks. I team Nestlé e Starbucks hanno svolto un lavoro eccezionale e sviluppato questi prodotti in soli 6 mesi".

La società ha registrato un fatturato di 22,2 miliardi di SFr (21,9 miliardi di dollari) nel primo trimestre, con una  crescita organica delle vendite a +3,4%. I risultati hanno battuto le previsioni degli analisti che si aspettavano vendite di 22,1 miliardi di franchi e una crescita organica del 2,8%. L'accelerazione della crescita è stata ampiamente sostenuta dal Brasile, il quarto più grande mercato per il gruppo svizzero. Gli Stati Uniti e la Cina, i due principali mercati di Nestlé, hanno mantenuto un buon ritmo.

Tutte le categorie di prodotti hanno registrato una crescita positiva, con i maggiori contributi da Purina petcare, latticini e prodotti per la nutrizione infantile. La crescita organica del Gruppo è stata dell'1,2% nei mercati sviluppati e del 6,3% nei mercati emergenti. Le acquisizioni hanno dato un contributo alle vendite dell'1,2%. L'acquisizione della licenza Starbucks, di Atrium Innovations e di altre transazioni hanno più che compensato le dismissioni, principalmente quella di la Gerber Life Insurance (ceduta a Western e Southern Financial Group per 1,55 miliardi di dollari) e le attività dolciarie statunitense (ceduta a Ferrero per 2,8 miliardi di dollari).

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