Nestlé poco determinata su dolci e gelati?

Non ci sarebbe sufficiente determinazione nell'affrontare la crisi, in casa Nestlé, per quanto concerne il mercato italiano. Lo afferma la delegazione sindacale sedutasi al tavolo di Vevey (Svizzera), per discutere del futuro delle produzioni Perugina e Gelati Motta (Parma e Ferentino), che Nestlé vorrebbe affrontare prevalentemente con contratti stagionali.
La questione
Il punto centrale non è secondario né pretestuoso e non dovrebbe trarre in inganno il semplice fatto che a sottoporlo all'attenzione siano i sindacati. La destagionalizzazione è ancora un tema attuale nel mondo delle imprese? In un passato, anche recente, quando cioè le punte stagionali di tutta soddisfazione rendevano il tema leggero -se non proprio futile- era possibile raccogliere da più parti sostenitori convinti della destagionalizzazione. Il pensiero sottinteso era quello di un'auspicabile allungamento delle prestazioni stagionali oltre i limiti temporali tradizionali. Traguardo auspicabile, quindi non obbligatorio.
Oggi che il mercato per molte imprese si è fatto complesso l'obiettivo è quello di stagionalizzare la forza lavoro (flessibilità), mettendola al servizio degli unici momenti di mercato positivi dell'anno. Positivi con cautela, perché le prestazioni attuali non consentono più di salvaguardare i conti dell'intera annata. Da qui la sfida logica lanciata appunto dai sindacati: vincente è adeguare la produzione alle poche settimane di soddisfacente andamento di mercato? Oppure vincenti sono gli investimenti tesi a rendere le produzioni rispondenti a una organizzazione del lavoro articolata sull'anno solare?
La strategia
A Nestlé nello specifico si addebita lo spostamento di produzioni di punta verso l'estero. Che hanno finito con indebolire i tre siti italiani. L'Italia rappresenta il 9° mercato della multinazionale e nella penisola conta 16 impianti di produzione e circa 5.400 dipendenti. L'azienda intende adeguare il modello produttivo di alcuni business per rilanciarne la competitività. I settori del dolciario e del gelato sono stati giudicati troppo fortemente stagionali nei consumi, ma non solo. L'esigenza dei clienti, soprattutto della grande distribuzione, impone di avvicinare il momento della produzione a quello del consumo, concentrando le produzioni in determinati momenti dell'anno.   Negli ultimi anni i retailer gdo hanno accentuato l'acquisto dei prodotti nei momenti ravvicinati a quelli del consumo, in primis per una gestione più efficiente delle scorte. Altra richiesta è la garanzia di massima freschezza del prodotto industriale.
Ma se hanno davvero futuro impianti destinati a lavorare per un periodo limitato di settimane all'anno o se non sia necessario trovare produzioni integrative la risposta resta incerta.

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