Next gen: Nabila Sandrone, imprenditrice. Passione per l’imprenditorialità

Nabila Sandrone Metro Italia
Dalla strategia cliente alle vendite sul campo: il nuovo percorso di Metro Italia, raccontato da Nabila Sandrone

L'azienda evolve per seguire le necessità dei clienti e del mercato, e con essa il ruolo delle persone coinvolte nella crescita aziendale. Proprio quello che è successo a Nabila Sandrone che, entrata in Metro Italia come project manager e cresciuta nella direzione acquisti, oggi contribuisce allo sviluppo del nuovo modello operativo dell’azienda, come market & customer strategy manager.

Con la voglia di essere sempre più vicina al cliente horeca, oggi sta seguendo un percorso di formazione “on the job”, come sales store manager. Posizioni che nel tempo hanno visto un cambiamento stimolato anche dai suggerimenti di Nabila.

Come è approdata al retail?

Sono nata nel mondo della consulenza e in Bain mi sono appassionata a quella strategica, che è la capacità di avere uno sguardo aperto a tante tipologie di mercati, eventi e criticità di business. Da consulente ho lavorato in molti ambiti diversi, dalla gdo al non food, ai servizi finanziari. Nel mondo retail, in particolare, ho sempre trovato una complessità e una velocità di approccio che mi ha subito appassionato.

La consulenza è stata un’esperienza bellissima, con l’approccio di team che la caratterizza: mi ha insegnato a guardare il mercato nella sua interezza, cercando di dare priorità e portare delle soluzioni. Un percorso che mi ha spinto a mettermi in gioco per essere parte del cambiamento, avere una responsabilità sull’implementazione delle soluzioni strategiche. Così sono entrata in Metro.

Come mai proprio Metro Italia?

Metro ha qualcosa in più: il canale b2b e una vicinanza al cliente horeca, un cliente imprenditore. Sono entrata con il ruolo di project manager e, dopo un anno, ho ricoperto il ruolo di category manager surgelati, settore molto importante, che mi ha permesso di apprendere le dinamiche di acquisto e operatività dei clienti, oltre che di entrare in diretto contatto con i fornitori. Nel tempo Metro è cambiata e ho avuto la possibilità di far parte di una nuova funzione aziendale come la commercial strategy, nel ruolo di market & customer strategy manager. Adesso chiudo il cerchio passando alle vendite, come sales store manager.

Come è evoluto il suo ruolo?

Da market & customer strategy manager ho potuto essere parte integrante nella definizione di un nuovo modello operativo con un approccio verso il cliente per definire le priorità strategiche commerciali di Metro Italia. Il mio contributo è stato quello di unire il business all’esperienza della consulenza: in concreto significa una visione aggiornata e di ampio respiro sui trend di mercato, per contribuire alla definizione dei piani commerciali. La struttura di commercial intelligence di Metro mi ha dato un grande supporto: abbiamo 49 store e 2 hub dedicati al food service, con annessa forza vendite; le informazioni, quindi, sono quantitative ma anche qualitative, dalla cui enorme quantità abbiamo definito le priorità in termini di categorie di prodotto e di clienti. Con l’evoluzione del modello operativo, anche la funzione vendite ha cambiato pelle evolvendo da un modello operations puro a un mix con un’anima commerciale: oggi la nostra rete e tutta la sales force è dedicata a supportare il professionista horeca a 360° sviluppando una relazione one-to-one per orientare al meglio le scelte del cliente e sostenerne i bisogni specifici.

Qual è la sua visione del retail?

Per me il retail è uno specchio che racconta come sta il Paese. Quando entri in un negozio, c’è tutto. Metro però non è solo retail, è un player b2b e opera nel mercato dei consumi fuori casa, un altro settore che riflette bene cosa succede in Italia. Uno specchio la cui bellezza consiste nell’essere estremamente veloce, nel cogliere i cambiamenti e nel recepirli, trasformandoli opportunità.

Come vede presente e futuro?

Viviamo una fase di assestamento che coinvolge tutto il mondo away from home, il più colpito dalla pandemia, e che si protrarrà sicuramente per tutto il 2022. Metro Italia continua a fare forza sul proprio assortimento e grazie alla rete commerciale sul territorio, registriamo subito i trend e ci attiviamo per offrire nuovi servizi e soluzioni. Le tendenze da tenere presenti per i prossimi anni sono l’healthy food, che con leggero ritardo sta investendo anche il mondo della ristorazione, e la digitalizzazione dei nostri clienti, come food delivery e ordering, compresa la comunicazione sui canali digitali. L’aspetto più stimolante è che il nostro venditore, in un’ottica consulenziale, propone anche servizi.

Quali le sfide che deve affrontare un sales store manager?

La complessità di questo ruolo che andrò a ricoprire è legata alla situazione di incertezza che coinvolge tutti. Metro si sta focalizzando su soluzioni di prodotto e di servizio che possano aiutare a gestire l’incertezza, a pianificare il food cost e gli acquisti, soprattutto di fronte a temi macroeconomici come l’inflazione e le criticità sulle materie prime. Da sales store manager dico ai clienti che Metro c’è e fa il possibile, con le proprie leve, per offrire strumenti per continuare le loro attività. Anche la digitalizzazione rimane una sfida, legata ai passaggi generazionali, ma vedo molta voglia di cambiare.

Cosa la caratterizza, come giovane, nell’affrontare le sfide?

Oltre alla curiosità, che non ha età, provo a concedermi il lusso di rischiare un po’ di più. Il bello di lavorare a fianco ai professionisti dell’horeca è che sono imprenditori con una invidiabile propensione al rischio: hanno visto cambiamenti repentini nel business e si sono dimostrati resilienti, c’è tanto da imparare. L’imprenditorialità è uno dei principi guida di Metro, tra quelli che più sento mio, perché l’imprenditore sa passare da una visione a lungo termine in grado di individuare i trend a una più immediata che trova soluzioni rapidamente. Proprio quello che mi fa alzare la mattina con il sorriso.

Da Mark Up n. 305, dicembre 2021-gennaio 2022

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