Nomisma ha presentato a Marca 2022 l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo. Per l’84% degli italiani la sostenibilità dipende dagli acquisti alimentari

Secondo l'Osservatorio Packaging di Nomisma, nel periodo 2021-2023, 1 impresa su 4 si dichiara orientata agli eco-investimenti, scelta che può generare vantaggi in termini di fatturato, occupazione ed export come testimoniano le performance delle aziende che hanno già fatto investimenti verdi (green): performance migliori di quelle realizzate da imprese che non hanno acquistato prodotti e tecnologie green.

Il clima di fiducia delle imprese, che a marzo 2022 si attesta a 105,4 contro il valore di 107,9 registrato a febbraio, testimonia la complessità del momento e la precarietà degli equilibri sui quali oscilla il mondo produttivo italiano.

La congiuntura induce una frenata del Pil italiano:nell'ipotesi di una fine-conflitto a luglio 2022 l'incremento del Pil è previsto a +1,9% nel 2022 e +1,6% nel 2023. Come si evince dal grafico seguente, le nuove preoccupazioni degli italiani sono il conflitto russo-ucraino (86%), il caro-bollette (84%) e il cambiamento climatico (80%). L'emergenza covid è all'ultimo posto (41%). Fino a quasi tutto febbraio 2022 sarebbe stata ancora al primo posto nelle ansie degli italiani. Il conflitto russo-ucraino, insieme al problema delle materie prime (palesatosi già ben prima del conflitto, ndr) ha contribuito all'aumento dei costi di gas, petrolio, rame e alluminio con ricadute tanto nel mondo produttivo quanto nelle scelte di consumo familiari. L’approvvigionamento energetico italiano dipende, infatti, per il 42% dal gas, per il 36% dal petrolio e per l’11% da energie rinnovabili. La dipendenza da gas e petrolio ha prodotto un aumento della bolletta energetica italiana di 68 miliardi di euro. L’aumento dei costi energetici e delle materie prime sono tra le principali difficoltà prodotte dal conflitto e lamentate da oltre 9 imprese su 10. Le imprese italiane stanno pensando a strategie per superare le nuove difficoltà imposte dallo scenario conflittuale e dalle ricadute (spillover) prodotte sull’intero sistema produttivo. Come emerge dalla lettura del primo grafico di questo articolo (sopra), l’87% delle imprese indica la revisione dei prezzi di vendita come prima via d’uscita. Un’impresa su due sta poi valutando nuovi mercati di approvvigionamento per superare le criticità attuali.

Nonostante la Gdo stia contenendo il trasferimento ai consumatori finali degli aumentati costi di produzione e trasporto, gli italiani hanno già ben chiare le strategie di risparmio da adottare per salvaguardare il budget familiare in caso di un incremento generale dei prezzi. Per il 45% la soluzione sarà quella di concentrare gli acquisti su prodotti e servizi indispensabili. Un italiano su cinque prevede di ridurre le quantità acquistate senza però rinunciare alla qualità dei prodotti e dei servizi scelti. L’11% praticherà un “doppio taglio” al carrello, in termini di quantità e qualità. Senza dimenticare la sostenibilità: il 59% della popolazione presta più attenzione ai temi green rispetto al 2019.

La declinazione della sostenibilità nelle scelte d'acquisto

Per gli italiani sostenibilità significa fare scelte di responsabilità verso le generazioni future (43%), che contrastino gli sprechi e che portino risparmi e vantaggi economici (30%). Lo testimonia il fatto che l’89% degli italiani adottano quotidianamente scelte sostenibili contenendo gli sprechi idrici ed energetici. Come evidenziato dal grafico qui sotto, per l’84% degli italiani la sostenibilità passa invece dalle scelte di acquisto alimentari. Acquistare un prodotto sostenibile significa, in prima battuta, scegliere un prodotto realizzato con uso responsabile delle risorse e con basso impatto ambientale, che minimizzi le emissioni di CO2 (70%), il consumo idrico (65%) ed energetico (63%). La sostenibilità alimentare dipende anche dal packaging, che contribuisce a definire un prodotto eco-compatibile soprattutto quando è riciclabile (62%), realizzato con materiali sostenibili (59%), senza eccessivo confezionamento (46%) e senza plastica (41%). Importante nella definizione di sostenibilità anche la presenza del marchio bio (57%).

La presenza di caratteristiche di sostenibilità rappresenta tuttora un buon motivo per scegliere un prodotto alimentare al posto di un altro. Il 34% degli italiani indica la sostenibilità ambientale tra i principali fattori di scelta di un prodotto alimentare e il 28% sceglie anche in base alla sostenibilità del packaging. Tra gli altri motivi che spingono i consumatori a mettere nel carrello un prodotto alimentare la presenza di offerte e promozioni (38%) e l’italianità delle materie prime (40%). Pur salvaguardando il budget familiare il consumatore italiano non rinuncia al suo sistema valoriale, che diventa una bussola a cui affidare le scelte di consumo: il 70% degli italiani nel corso del 2021 ha acquistato da aziende attive sul piano ambientale e il 63% da imprese con cui si condividono i medesimi valori.

 

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