Novacoop uno sguardo al futuro

Il piano strategico 2020-2022 è l’occasione per tracciare le linee di sviluppo della cooperativa, mettendo al centro il consumatore e l’omnicanalità, e ripensando le relazioni nel mondo Coop ( da Mark up n. 287)

Gestire il presente progettando il futuro grazie a una visione data driven con i consumatori al centro: questa l’indicazione del piano strategico 2020-2022 di Novacoop. “Si tratta di uno strumento operativo, ma anche di un documento che parla di valori e prospettive per noi e per il sistema Coop. Un lavoro lungo e articolato che indica nuove visioni”, chiarisce Ernesto Dalle Rive, presidente di Novacoop.

Come cambierà Novacoop?

Adottando un approccio data driven, passando cioè da un category focalizzato sul prodotto a uno basato sul consumatore. In questi anni abbiamo anticipato delle trasformazioni: abbiamo ridotto gli ipermercati, definito percorsi di qualificazione dei servizi, creato un’azienda che produce e vende gas ed energia, sperimentato lo store Fiorfood. Ma serve uno sforzo ulteriore per costruire rapporti individuali con i clienti, con offerte specifiche, riconoscibili nella rete fisica come nell’online.

È questa la strada per essere leader di domani?

Sì, intesa come la capacità di innovare, sperimentare, senza paura di sbagliare, anzi tornando indietro, se non va. Serve anche mostrare i muscoli. Noi li abbiamo: siamo l’unica catena della grande distribuzione cooperativa con la gestione caratteristica in utile, in un mercato complesso come il Piemonte, con un peso specifico tra il 15 e il 17%. Una quota che non ci fa determinare le regole della competizione, ma ci costringe a innovare. Per questo dico alle altre Coop: la sfida si può vincere, ma bisogna ascoltare meglio il mercato.

Un messaggio chiaro a tutto il sistema Coop

Noi di Novacoop siamo obbligati a individuare le proposte innovative stabilite dal mercato come soglia minima per operare. Per questo, da tempo, diciamo al mondo Coop: non serve una medicina unica per tutti, ma la capacità di leggere contesti complessi e dare risposte differenti. La scelta dell’omnicanalità rappresenta la spinta per un cambio di cultura verso un’integrazione virtuosa con la rete fisica, per creare emozioni, sentimenti ed esperienze.

Coop è pronta a questa trasformazione?

Stiamo lavorando: dobbiamo esser disponibili a condividere di più culture, scelte imprenditoriali e di posizionamento, senza appiattirle. Partendo dalle differenze, dobbiamo costruire momenti comuni, in cui fare massa critica, senza penalizzare la necessità di autonomia dei singoli territori. Per essere una grande catena nazionale, dobbiamo anche chiederci come essere leader: un ruolo che deve essere figlio di una cultura aziendale condivisa, che valorizza gli elementi di valore, come il rapporto con l’industria, le campagne valoriali, la capacità di guardare al futuro.

A che punto siete in questo processo?

Ci stiamo confrontando per decidere cosa vogliamo essere. Per me è chiaro: leader di innovazione e nel rapporto con il consumatore. Il sistema Coop è forte, se vince la sfida in Lombardia, se difende il suo mercato in Piemonte, se si afferma in centro Italia in coerenza con la propria tradizione, se nei mercati competitivi determina come stare sul mercato. Novacoop, da sola non vince. Per questo Coop Italia deve diventare elemento di sintesi delle innovazioni di tutti. E dobbiamo anche ragionare sulle dimensioni d’impresa: hanno ancora senso 6 imprese medie e piccole o servono 3 cooperative che presidino nord, centro e sud? Quale ruolo attribuire oggi alla centrale? E i consorzi?

Affermazioni che rischiano di minare la tua popolarità

Non amo essere popolare, bisogna avere il coraggio di fare questa discussione. Quando si parla di redditività, va ricordato che Coop è fatta da sei somme: Novacoop quest’anno registra un ebitda attorno al 7-8% e nel piano strategico prevediamo di aumentarlo mantenendo costante l’ebit e con investimenti al 70% di cash flow. Siamo un’impresa virtuosa ma, a livello aggregato, scontiamo il fatto di essere un sistema complesso e costoso. Per questo dobbiamo parlare di semplificazione imprenditoriale: per capire se approcciare altri modelli organizzativi.

E l’omnicanalità è la base per questa partenza? Non proprio una novità …

È un tema che comporta grandi scelte che un’impresa leader deve fare: non significa solo gestire insieme mestieri diversi, ma capacità di leggere e analizzare dati, il petrolio del futuro. Le sperimentazioni di Novacoop su spesa online e consegna a domicilio sono molto positive, ma il valore dell’omnicanalità sta nel ripensare i negozi, immaginandoli come centri di servizi, dove le esigenze dei consumatori sono accolte a tutto tondo, con connessioni al mondo Coop, senza distinzione tra store fisico e online. Anche in questo caso serve una riflessione attenta dentro Coop Italia.

Nel piano strategico si parla di ritorno dei primi prezzi?

In Piemonte i consumatori chiedono prezzi ancora più convenienti. C’è spazio per immaginare un’apertura della scala prezzi riconducibile al brand Coop?

Molte cooperative sostengono di no, noi riteniamo che i primi prezzi possano essere una prestazione da valutare con una linea ad hoc riconoscibile.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome