Npd, così cambierà (forse) il modo di alimentarsi

L'opinione – Il salto dai prodotti genericamente salutistici a quelli "buoni per la salute " è avvenuto con l'affermarsi del principio: il cibo è salute (da MARKUP 212)

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Fino alle soglie del 2000 la distribuzione moderna generalista, trainata dal successo degli ipermercati, sembrava dovesse assorbire tutte le tipologie di commercio al dettaglio. Il sistema di vendita self service aveva favorito la soddisfazione di massa del bisogno di beni di largo consumo, fondata su quattro motori di sviluppo lineari che industria e distribuzione espandevano con la segmentazione: prezzo, marca, formato e metodo di conservazione.
Poi, mentre la distribuzione non food innovava il sistema e si trasformava in filiera, aggredendo e mettendo in ritirata gli ipermercati, i consumatori hanno iniziato a personalizzare e differenziare le loro motivazioni di acquisto con meccanismi, trasversali a tutti i gruppi socio/economici, che hanno intaccato la monoliticità del sistema. Commercio equo e solidale, la sensibilità ai problemi dell'ambiente, l'aspirazione alla forma fisica e alla bellezza (wellness, fitness) non hanno molto a che fare con le leve di marketing fino ad allora utilizzate.
A misura che il bisogno primario di nutrirsi e quello "autoindulgente" dei peccati di gola soddisfacevano fasce di consumatori sempre più ampie, le gamme dei prodotti alimentari si sono aperte ai cibi per popolazioni particolari, quali l'infanzia, i diabetici e più recentemente i celiaci, fino a creare la categoria dei prodotti salutistici la cui composizione, molto eterogenea per finalità specifiche e risultati di vendita, è stata influenzata da mode, spesso passeggere, quali quella per i prodotti integrali o per le diete. Comunque la categoria non è in sviluppo significativo, mentre alcuni segmenti, come quelli dei cibi privi di sostanze nocive, segnano performance. importanti

Conflitto di campo
Il salto dai prodotti genericamente salutistici a quelli "buoni per la salute " è avvenuto con l'affermarsi del principio: il cibo è salute, frutto delle ricerche della dottoressa Kousmine, diventato un credo per un numero crescente di persone.
Sull'onda di questa tendenza, l'industria alimentare si è posta alla ricerca di nuovi prodotti (Npd, new products development) in concorrenza con quella farmaceutica (e quella dei prodotti cosmetici), che contengono sostanze e principi che curano o concorrono alla cura delle malattie, compiendo il percorso dai prodotti il cui consumo è genericamente utile alla salute a quelli - denominati nutraceutical e cosmeceutical - che sostituiscono i farmaci con prodotti alimentari di uso quotidiano. Tenuto conto del desiderio traversale di salute, forma fisica e la diffusione di malattie con connotazioni sociali, ci sarebbe l'opportunità di servire, in prospettiva, un mercato enorme.
Il passaggio dai prodotti salutistici a quelli nutraceuticals è in corso e alcuni successi - Danacol, Actimel, il percorso salute di Galbusera - aprono prospettive incoraggianti. Fin qui abbiamo citato prodotti che possono vantare in etichetta proprietà salutari, buoni da mangiare e senza connotazione punitive per il gusto. Non sempre, però, è possibile conciliare le tecniche di produzione dell'industria alimentare con la preservazione dei principi attivi e delle componenti farmacologiche (è stato più facile farlo con i prodotti liquidi e con i derivati freschi del latte), ma soprattutto le proprietà salutistico/farmacologiche reali con l'enfasi della comunicazione e la legislazione in materia che, in tutto il mondo occidentale è molto severa. Può così succedere di incappare in incidenti molto dolorosi, come è successo con alcuni prodotti. Ma questa evoluzione come impatterà con il cambiamento del panorama alimentare, dovuto all'aumento delle materie prime e alla crisi?

Peso delle promozioni

per formato di vendita - valori in euro
           
    1970 1980 1990 2000 2010
   Sanità (farmaci e apparecchi) 1,4 1,7 2,4 3,4 3,2

   Comunicazioni 1,2  1,2 1,6 2,7 2,5

   Abitazione 13,3 13,6 16,0 18,5 22,3

   Istruzione 0,6 0,5 1,0 0,9 1,0

   Alberghi e ristoranti (fuori casa) 6,4 7,3 8,2 9,5 10,2

   Servizi - spese obbligatorie 7,0 7,9 10,2 9,4 9,1

   Trasporto (altro) 10,2 12,5 15,5 13,5 12,8
   Mobili, elettrodomestici 6,5 8,9 9,3 8,3 7,2

   Tempo libero e cultura 6,4 6,8 7,6 7,3 7,0
   Abbigliamento 8,2 11,0 9,9 8,9 7,7

   Bevande alcoliche, tabacchi 5,9 3,3 2,6 2,5 2,7
   Alimentari 32,9 25,4 18,9 15,1 14,4

   Totale    100,000 100,0 100,0 100,0 100,0

           
Fonte: elaborazione Consult su dati Istat

 

Allegati

212_Fatelli

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