“Siamo alla fine dell'era delle acquisizioni di startup?”. Si apre con questo interrogativo l’ultimo report di Mind the Bridge (piattaforma internazionale di open innovation) presentato in apertura del suo annuale Scaleup Summit in Silicon Valley.
Venture capital messo a dura prova
Dallo studio emerge un calo significativo delle attività di m&a di startup negli ultimi tre anni, un dato che solleva preoccupazioni sul possibile impatto per l'industria del venture capital. "Se questa tendenza si confermasse, potrebbe rappresentare un duro colpo per l’industria globale del venture capital e quindi per la capacità di innovazione dei diversi ecosistemi - commenta Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge -. Il mondo delle startup dipende dalle exit per restituire capitale agli investitori”.
Il mercato è a un punto di svolta
La crisi del 2021 ha giocato sicuramente un ruolo fondamentale in questa flessione. Tuttavia Mind the Bridge crede che possa trattarsi di un cambiamento strutturale e permanente piuttosto che di un rallentamento congiunturale.
Ad esempio, nonostante la diminuzione del numero di operazioni, il capitale investito si è spostato verso transazioni di valore più elevato.
In prospettiva, una delle maggiori sfide è rappresentata dal maggiore controllo normativo, con quasi il 19% delle operazioni tech m&a oggi soggette a indagini da parte delle autorità antitrust e regolamentari. Casi emblematici sono il blocco delle acquisizioni di Activision da parte di Microsoft e di Figma da parte di Adobe.
Il report indica vari fattori geopolitici e normativi che stanno rimodellando il panorama delle startup m&a. In particolare, i controlli più rigidi sulle attività di aggregazione —soprattutto nel settore tecnologico— stanno rendendo più difficile per le startup raggiungere le exit attraverso acquisizioni, rallentando il processo di innovazione. Le politiche protezionistiche volte a prevenire monopoli, unite alle crescenti preoccupazioni per la sicurezza nazionale legate alle tecnologie dual-use, hanno contribuito a questo cambiamento.
Secondo il report, le aziende statunitensi continuano a dominare il mercato globale, con il 71% di tutte le acquisizioni. In confronto, le aziende europee hanno concluso solo il 19% delle acquisizioni globali di startup mentre quelle cinesi restano ancora più indietro.
“Siamo in un momento critico, che potrebbe ridefinire il futuro dell'innovazione globale”, aggiunge Onetti. Il quale vede comunque il bicchiere mezzo pieno, complici normative più flessibili in alcune aree, che potrebbero emergere come nuovi centri di innovazione, offrendo potenziali opportunità al di fuori della Silicon Valley.