Obesità: nel nostro Paese ne soffre una persona su 10

Ben 24 milioni di italiani sono in sovrappeso. Il fenomeno si registra soprattutto nelle regioni meridionali

In Italia una persona su 10 è obesa e quasi la metà della popolazione adulta è in sovrappeso, con un gap tra nord e sud: dal 26% del Trentino Alto Adige si arriva al 53% della Basilicata. Sono, queste, alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca dell'Università Popolare "Stefano Benemeglio" delle discipline analogiche (UPDA), basandosi su fonti Iss ed Istat.

Sono 24 milioni gli italiani in sovrappeso, mentre 6 milioni di persone sono affette da obesità (un italiano su 10) e più di un connazionale su 20 è diabetico (5,4%).
Complessivamente, il 40% dei maggiorenni è in sovrappeso, soprattutto gli uomini (44%) ma anche le donne (36%), con differenze sul territorio che confermano un gap fra Italia settentrionale e meridionale: le regioni del sud presentano la prevalenza più alta di persone in sovrappeso (Basilicata 53%, Campania 48% e Sicilia 47%) oppure obese (Molise 15%, Puglia 14% e Abruzzo 13%).

Diversa la situazione nel nord del Paese, soprattutto in Trentino-Alto Adige, dove ad essere in sovrappeso è solo il 26% della popolazione e gli obesi sono appena il 7%. Ed è ottima la situazione anche in Valle d'Aosta dove il sovrappeso riguarda solo il 29% dei cittadini e in Lombardia dove gli obesi sono fermi all'8%.

Rispetto al problema del sovrappeso, le diete dimagranti risultano spesso insufficienti. Nel 90% dei casi, infatti, i soggetti che si sottopongono ad una dieta, nell'arco di appena 6 mesi riprendono il peso che avevano precedentemente perso. Anche alla luce di questi dati, si spiega il boom che, con l'avvicinarsi dell'estate e della ‘prova costume’, stanno riscontrando le discipline analogiche. Si tratta di studi che lavorano sui meccanismi che regolano l'inconscio e l'emotività dell'individuo. Puntualizza lo psicologo Stefano Benemeglio, ‘padre’ delle discipline analogiche: “Tramite queste tecniche, legate anche all'ipnosi, si può riacquisire una reale possibilità di scelta di ciò che si mangia”.

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