Obiettivo: investire in tecnologia e innovazione

Titolare del Mipaaf, la ministra Teresa Bellanova
A colloquio con Maria Teresa Bellanova dello Sviluppo Economico sulla situazione economica italiana e le iniziative del Governo Gentiloni (da Mark Up n. 263)

Uno sguardo all’economia italiana, le imprese, la concorrenza con Maria Teresa Bellanova, vice ministro allo sviluppo economico nel Governo Gentiloni.
Parliamo di retail. Si potrà evitare un aumento dell’Iva?
Siamo impegnati a puntare sulla crescita e sulla riduzione degli sprechi nonché sugli investimenti utili a sostenere il nostro tessuto produttivo. Il problema non si risolve con vecchie e nuove tasse.
Quest’anno 1,4 milioni di pensionati percepiranno la quattordicesima. L’obiettivo?
Di recente l’Istat, nel suo Report sui redditi, ci ha detto che le politiche redistributive del Governo tra il 2014 e il 2016 hanno aumentato l’equità della distribuzione dei redditi e ridotto il rischio di povertà. Parliamo non solo della quattordicesima, ma anche degli 80 euro e del SIA, il sostegno di inclusione attiva.
Dove avete trovato le risorse per un provvedimento così importante?
Razionalizzando: dalla lotta agli sprechi, dal recupero dell’evasione fiscale e rimettendo reddito in circolazione. Meno austerità, più flessibilità è una delle nostre parole d’ordine, insieme a inclusione, crescita, innovazione. Solo così possiamo ottenere risultati strutturali.
Qualche mese fa il Governo italiano ha approvato la legge sul caporalato. Ci spiega il significato di questo provvedimento?
È una legge buona, necessaria ed efficace, che sta dando i primi notevoli frutti. Una risposta normativa e “umana”, che punta a colpire e punire sia l’intermediazione che lo sfruttamento della manodopera.
Quali sono i punti più importanti della legge nel rapporto con le aziende?
L’obiettivo non è colpevolizzare le imprese, soprattutto le più piccole, ma spezzare il legame perverso tra lavoro e sfruttamento, sostenendo le tante aziende che operano in piena legalità.  L’obiettivo strategico è quello di estendere la rete del lavoro agricolo di qualità, valorizzando e rafforzando il legame tra buona agricoltura, lavoro ed imprese sane, coinvolgendo anche la gdo nel contrasto alle forme di sfruttamento e caporalato.
Anche Alitalia rischia di fallire. Come si può rilanciare l’azienda?
Il nostro impegno è massimo per impedire che le conseguenze della crisi ricadano esclusivamente sui lavoratori. Anche in questo caso siamo dinanzi ad una crisi che si trascina da tempo. è evidente -almeno per me- che non può essere un piano finanziario a salvarla, quanto un vero e proprio Piano industriale e di rilancio. Ancora una volta è una
questione di management, non solo di risorse che spesso, soprattutto quando in iniezioni massicce, rendono ancora più confuse le situazioni.
Gli obiettivi del Governo con il decreto Mezzogiorno?
Da subito abbiamo detto che il Mezzogiorno, con le sue potenzialità, è centrale nella nostra azione di Governo. Parliamo di ‘crescita a trazione meridionale’, con l’idea di far crescere il Sud per far crescere il Paese. Si tratta di una vera e propria strategia per lo sviluppo e la crescita dei territori meridionali. Il provvedimento, però, vuole creare un patto con tutti coloro che hanno la voglia e la voglia di lavorare restando nella loro terra di origine.
Quali le trattative più impegnative che ha affrontato?
Penso alle Acciaierie di Terni piuttosto che alla Whirlpool. Multinazionali che avevano deciso di abbandonare l’Italia per investire all’estero, e che, grazie al lavoro del Governo con le parti sociali, non solo sono rimaste in Italia, ma hanno anche deciso di investire. Questo è il punto: guardare al merito delle questioni, fuori dalla faziosità e dal pregiudizio ideologico.
Ha fatto errori, secondo Lei, il Governo Renzi?
Nei cosiddetti Mille giorni abbiamo individuato e messo in cantiere iniziative per il Paese frutto di uno sforzo riformista che non si vedeva da tempo: le unioni civili, gli ecoreati, la riforma della PA, il nuovo codice degli appalti, la rimodulazione del Patto di stabilità interno, gli investimenti per l’edilizia scolastica, Potrei andare avanti a lungo. Forse, nel bisogno di fare fronte alle tante situazioni trovate, si è dato per scontato che obiettivi, natura degli interventi e contenuti fossero chiari; forse si è semplificato troppo per paura di apparire distanti. Lo stesso Renzi ha ammesso che definire ‘bonus’ gli 80 euro è stato un errore: si è trattato a tutti gli effetti di una redistribuzione strutturale di reddito.
Quali i prossimi obiettivi del Governo Gentiloni in tema di aumento della capacità produttiva del nostro Paese?
Sostenere con forza il percorso della ripresa avviato dal Governo Renzi. Molti indicatori adesso confermano che il percorso avviato è stato corretto e lungimirante. Si tratta di lavorare per rendere strutturali i risultati: è l’impegno evidente del Governo Gentiloni. Penso al Piano di investimenti per infrastrutture e altre opere pubbliche pari a 47 miliardi di qui ai prossimi 15 anni.
Di quali interventi pubblici si tratta?
Penso alla messa in sicurezza delle scuole (su cui abbiamo investito molto per la prima
volta in un decennio e più), a strade, ferrovie, periferie, servizi. Ma anche sviluppo, con il piano Industria 4.0 per sostenere l’innovazione e la crescita, digitale e tecnologica del nostro tessuto produttivo. Il 2017 e il 2018 saranno decisivi: la posta in gioco vale 20 milioni di euro quest’anno e 10 il prossimo da investire in trasformazione tecnologica, innovazione e creazione di nuove competenze. Nella competizione globale il nostro tessuto produttivo cresce solo se decide di investire su innovazione di processo e di prodotto e nuove tecnologie applicate.
Questa legislatura finirà ...
Penso che andrà a scadenza naturale, nel 2018. E credo che al Paese farà comunque bene. Per allora, avremo una nuova, buona legge elettorale che mi auguro scaturirà da un dialogo parlamentare trasparente e intellettualmente onesto.

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