Occorre una fiscalità differenziata per i negozi di montagna

Più che la fatturazione elettronica, se veramente si vuole dare una chance di sopravvivenza alle botteghe di paese bisogna pensare a un’imposta unica forfettaria

La fatturazione elettronica rappresenta un ulteriore aggravio burocratico alla già precaria sopravvivenza dei negozi di montagna. Lo denuncia Unicem (Unione nazionale comuni comunità enti montani). L'Unione ribadisce la necessità di andare nella direzione opposta della semplificazione, pensando a una fiscalità differenziata per gli esercizi commerciali e le aziende attive nelle aree alpine e appenniniche. Si tratterebbe dell'unico sistema per fronteggiare la progressiva desertificazione commerciale di questi territori.

La desertificazione

Il 10% dei comuni italiani soffre di desertificazione commerciale. Lo rilevano i dati resi disponibili dall’Istat in occasione del bando 2017 per finanziamenti di iniziative a sostegno delle attività commerciali nei comuni montani. Quasi tutti si trovano sulle Alpi o sugli Appennini. 200 comuni sono senza un negozio: di questi 90 si trovano in Piemonte. Altri 700 comuni ne hanno meno di tre.

Ulteriore burocrazia

“La fatturazione elettronica aggiunge ulteriore burocrazia a imprese familiari piccole, gestite da persone spesso con un’età media elevata. Sono collocate in aree dove l’accesso a internet è difficoltoso”. È il commento del presidente Unicem nazionale Marco Bussone. “Se veramente si vuole dare una chance di sopravvivenza alle botteghe di paese o nuova linfa ai giovani che vorrebbero restare in questi territori, bisogna pensare a un’imposta unica forfettaria. Siamo consapevoli che la definizioni dei criteri di questa fiscalità vantaggiosa non è semplice. Ma abbiamo alcune proposte che vorremmo presentare ai ministri dell’Economia Giovanni Tria e del Lavoro Luigi di Maio. Abbiamo già chiesto loro un incontro, ma, al momento, senza ricevere risposta”.

Fiscalità di vantaggio

Rispetto alla fiscalità di vantaggio si possono individuare alcuni esempi messi in campo a livello regionale. Nel 2009 il Piemonte introdusse per 200 Comuni montani la riduzione di un punto percentuale dell’Irap. La Regione Sicilia ha dedicato a questo tema una legge regionale, però non ancora attuata. E la Regione Emilia-Romagna, nella manovra di bilancio 2019, introduce per gli esercizi commerciali a aziende delle aree montane un taglio dell’Irap dal 33 al 50%. Più l’azzeramento per tre anni per le nuove imprese. L’operazione è coperta interamente con fondi regionali: 33 milioni di euro l’anno la prima, 36 per il prossimo triennio la seconda.

Zone speciali

Tra le modalità vagliate da Unicem per l’introduzione di una fiscalità differenziata ci sono la definizione di zone economiche speciali. È già stato fatto per il porto di Taranto e di Ancona. Si può ipotizzare anche la riduzione dell’Iva per determinate tipologie di lavoro così come avviene per le professioni green legate alla custodia e all’integrità dei territori.

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