Oggi i veri giovani sono gli over 65 (e i 30enni temono la vecchiaia)

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Dimenticate le fasce d'età classiche. Nel 2017 a 20 anni si teme la morte e a 70 anni si pensa al corteggiamento. Lo svela uno studio condotto da McCannTruth Central in ben 30 Paesi diversi

Se pensate ancora agli over 65 come a persone che vivono sul viale del tramonto e ai 30enni come energici ottimisti che si sentono nel pieno della giovinezza più sicura e spensierata siete rimasti indietro alla grande. Oggi le fasce d'età sono cambiate e non vanno più lette con sguardo tradizionale: vale sia in Italia che a livello internazionale.

A svelarci tutto questo è uno studio condotto da McCannTruth Central su oltre 24mila persone di 30 Paesi diversi, compreso il nostro. Ecco alcuni interessanti risultati nel dettaglio:

  • Due terzi delle persone di circa 70 anni facenti parte del campione globale, credono che “tu non sia mai troppo vecchio per un appuntamento romantico”, mentre il 57% dei ventenni ha più paura della morte.
  • In Italia per il 70% dei settantenni l’invecchiamento è visto con sguardo positivo, come da tendenza globale. Questo processo è indicato come portatore di più libertà e felicità e qualcosa che non mina la capacità di mantenere una mente e uno spirito attivi.
  • Gli italiani si sentono meno vecchi della media globale, ma i più anziani evidenziano una maggiore preoccupazione rispetto alle possibili limitazioni fisiche, tema che li preoccupa maggiormente che nel resto del globo (33% contro 25%). Sarà forse per questo che in Italia i settantenni fanno più esercizio fisico rispetto alla media mondiale (6 ore alla settimana contro 5).
  • L’invecchiamento è un problema sopratutto più per i giovani: le persone tra i 20 ed i 30 anni hanno un’attitudine maggiormente negativa verso questo fenomeno rispetto alle persone più adulte (50% contro una media del 43%, che scende a 33% nei 70enni).
  • Curiosità: in India si pensa che la chiave per un buon invecchiamento sia essere rispettati dalla società. In Regno Unito a fare la differenza è un buon senso dell’umorismo mentre in Giappone è il dormire il più possibile. In Italia, infine, il risultato è quasi scontato: il comportamento reputato più importante per invecchiare felicemente è quello di mangiare bene.

Ma cosa significa tutto questo per brand e aziende?
"L’invecchiamento, e il cambio dei paradigmi di consumo che ne consegue, richiede approcci radicalmente diversi. Osserviamo sempre più una sovrapposizione dei modelli di comportamento tra varie generazioni che ci spingono a ripensare le nostre attività di comunicazione in maniera più integrata e trasversale”, sottolinea Giuseppe Caiazza, Ceo IPG Mediabrands / McCann Worldgroup Italia

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