Orari negozi: Confimprese d’accordo con il parere Antitrust

"La mossa dell'Agcm mette in discussione tutto l'impianto del disegno di legge - commenta Mario Resca (in foto), presidente Confimprese -. Il richiamo alle sentenze della Corte Costituzionale e alla normativa europea rende il quadro ancora più difficile. La X Commissione, pur non essendo obbligata a tenerne conto sotto il profilo giuridico, politicamente non potrà ignorarlo. E se anche il Ddl divenisse legge sarebbe esposto a contenziosi e impugnative amministrative certe. Ci auguriamo che il buon senso prevalga e che il legislatore capisca che togliere la libertà d'impresa significa minore occupazione, drastico calo dei consumi e diminuzione della produzione di beni e servizi".

Il progetto di legge presentato da Angelo Senaldi del Pd (chiusura obbligatoria di tutti i negozi per dodici giorni all’ anno con possibilità di deroghe a livello locale)  rappresenta, secondo le principali associazioni che rappresentano il commercio moderno (Federdistribuzione e Confimprese) un passo indietro rispetto alla liberalizzazione introdotta dal decreto salva Italia del governo Monti nel 2011.

Nella sua bozza Senaldi ha cercato di armonizzare le quattro proposte esistenti (Pd, FI, M5S, progetto di iniziativa popolare promosso da Confesercenti e Cei), introducendo 12 giorni di chiusura obbligatoria per tutti gli esercizi commerciali (non per i pubblici esercizi) in concomitanza con le dodici maggiori festività civili e religiose: 1° Gennaio, Epifania, 25 Aprile, Pasqua, Pasquetta, 1° Maggio, 2 Giugno, Ferragosto, 1° Novembre, 8 Dicembre, Natale e Santo Stefano.

"Per andare incontro alle esigenze del territorio – spiega Senaldi -, ciascun Comune, sentiti sindacati, associazioni di categoria e di consumatori, può sostituire fino a sei di queste festività con altrettante chiusure. Questo perché a Cortina, ad esempio, le chiusure nei giorni invernali potrebbero essere controproducenti".

Sono esenti edicole, fioristi, stazioni di servizio. Nulla di nuovo invece sugli orari dei negozi e sulle licenze. Mentre sulle aperture domenicali possono intervenire accordi a livello territoriali in deroga.

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