Trattandosi di cifre così grandi difficilmente "gestibili", sono utili i paragoni. Per cui nell’ultimo anno le 5 big tech hanno emesso 125,9 milioni di tonnellate di CO2, ovvero più dell’intero Belgio (125,4), con un aumento delle emissioni totali del 30,8% dal 2018 al 2021.
Aziende e persone
Le 5 big tech invero sono impegnate in un percorso a tappe forzate per ridurre le emissioni attraverso l’uso di fonti energetiche rinnovabili, la riduzione delle fonti fossili e la ricerca continua di massima efficienza energetica nei data center. Per esempio, Amazon ha dichiarato l'obiettivo carbon neutral nel 2040, Apple sta introducendo diverse pratiche di riduzione del consumo di materiali. Occorre comunque ricordare che si tratta di player globali, con milioni di utenti che giocano un ruolo centrale sull'impatto climatico. I servizi digitali sono oggi un "modus vivendi" a cui nessuno rinuncerebbe. Dallo streaming al cloud ecc., le persone non immaginerebbero neppure di farne a meno. Tuttavia, il comportamento individuale e della aziende che utilizzano i servizi digitali può essere determinante. L'algoritmo di Karma Metrix per misurare l'impatto ambientale dei siti, mette in evidenza che a parità di servizio vi sono grandi spazi di ottimizzazione sul versante server per ridurre la CO2 equivalente emessa. Ma anche gli utenti possono mettere in atto comportamenti determinanti. Il problema di fondo è che manca la consapevolezza:
"Per combattere il cambiamento climatico non basta piantare alberi o passare all’auto elettrica: occorre risparmiare energia e ridurre la CO2e anche dalle attività digitali. Con il 60% degli utenti che ignora che l’uso di internet genera emissioni - commenta Ale Agostini, Ceo di Karma Metrix - abbiamo il dovere morale di aumentare la consapevolezza misurando l’impatto del digitale e risparmiando. Da qui nasce l’idea dell’osservatorio ESG Big Tech. Le Big Tech, 3 delle quali sono leader mondiali nei servizi di cloud computing, possono e devono fare di più per ridurre la loro impronta carbonica, rendendo più consapevoli aziende e utenti che anche la rete inquina. La crisi climatica avanza rapidamente e ciascuno deve fare la sua parte sin da ora”.