OurCrowd Global Investor dove il futuro è già presente

Molte le novità dai settori dell’automotive, dell’healthcare, nonché del food. Un incubatore e acceleratore d’impresa a supporto delle startup (da Mark Up n. 283)

Visitare l’edizione 2019 di OurCrowd Global Investor Summit a Gerusalemme è come immaginare il futuro toccandolo con mano. Un futuro che però è già presente. OurCrowd si autodefinisce una “piattaforma di equity crowdfunding”. In realtà è un po’ di più di questo. È praticamente un gestore di hedge fund che raccoglie copiosi capitali di rischio da investitori privati e istituzionali (corporate) che poi indirizza verso settori di investimento specifici. Quest’anno il leading theme della manifestazione era la Cannabis e i business connessi. È anche un venture capitalist che immette proprio capitale di rischio in promettenti startup. Inoltre, OurCrowd è anche un incubatore e un acceleratore d’impresa che fornisce supporto manageriale e operativo alle startup che compongono un portafoglio composto da oltre 100 aziende promettenti e iperselezionate, operanti in una pluralità di settori dell’high-tech: dall’healthcare al foodtech, dalla cybersecurity all’agritech. Il summit annuale rappresenta una sorta di vetrina internazionale per queste startup e per la piattaforma stessa. Una vetrina per presentare soluzioni tecnologiche sviluppate, risultati di mercato conseguiti e attrarre nuovi investitori.

Nel settore automotive, erano presentate tante soluzioni software a supporto dei livelli più avanzati di guida autonoma secondo gli standard internazionali (livelli 4 e 5 Sae) e altrettante soluzioni di interazione uomo-macchina. I grandi player globali sono a caccia di queste startup in grado di presidiare competenze assai distanti da quelle da loro possedute in-house, tipicamente meccaniche. Quello che emerge certamente è lo sviluppo dei sistemi di cybersecurity applicati al mondo dell’auto, come quelli sviluppati dalla israeliana C2A security. Si tratta di sistemi che mirano a difendere l’automobile da eventuali attacchi esterni (tipicamente hacker, ma fini terroristici non possono ovviamente essere esclusi) che mirino a prenderne il controllo o a modificarne il comportamento su strada.

Il settore healthcare è sempre sorprendente e moltissime erano le innovazioni presentate all’evento 2019. Ad esempio, Insightec, che utilizza degli ultrasuoni guidati da risonanza magnetica per curare diverse patologie cerebrali senza intervenire chirurgicamente. O Nanomedic e la sua “pistola spara-nanoparticelle” in grado di accelerare la riparazione di ferite superficiali o bruciature letteralmente sparando mix di collagene, antibiotici, antibatterici su una ferita o una bruciatura.

Probabilmente le innovazioni più inaspettate sono quelle relative all’AgriTech e al mondo del food. Partendo da Beyond Meat, il burger vegano che imita la carne e che strizza l’occhio soprattutto a chi vegano non è. Chi lo ha assaggiato dice di aver avuto difficoltà a distinguerlo da un vero burger di manzo. Altre soluzioni sorprendono per la loro capacità di portare innovazione in un settore da sempre low-tech e lento per definizione.

Come le soluzioni basate su sensori interconnessi per il monitoraggio da remoto del terreno e delle sue caratteristiche e necessità (CropX) e i sistemi IoT per il monitoraggio di banchi di pesci per il settore acquacultura proposti dall’italianissima W-Sense, Spin Off dell’Università Sapienza e capitanata da Chiara Petrioli. O sistemi naturali di protezione da insetti e agenti patogeni per piante e alberi da frutto che agiscono semplicemente mascherando l’odore delle diverse specie vegetali confondendo in tal modo gli agenti infestanti (Eden Shield).

L’evento OurCrowd è stato chiuso da di Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia, che a precisa domanda sul tema ha risposto: “queste tecnologie sono certamente esponenziali. Ma il cervello umano non lo è. Anzi, è piuttosto lineare nel suo funzionamento. E questo rappresenta un limite difficilmente valicabile al pieno utilizzo del potenziale insito nelle nuove tecnologie”.

Illuminante e provocante come solo Kahneman sa essere.

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