Paese che vai, crisi che trovi

Internet – Un’indagine svela come la recessione economica in vari Paesi europei sia percepita diversamente. I preoccupati sono italiani e britannici, i francesi sono i più ottimisti. Con un comune denominatore: l’oculatezza negli acquisti che passa anche per la ricerca su web.

Verificare l’impatto che la crisi ha avuto sulla percezione dell’“uomo della strada” e stabilire il ruolo di internet nei nuovi comportamenti di acquisto. Questi gli obiettivi di una ricerca svolta dal gruppo Ciao, di proprietà di Microsoft e titolare di sette portali per il confronto dei prezzi in sette paesi europei, Germania, Regno Unito, Francia, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Svezia.

La ricerca, condotta tramite 500 interviste raccolte per strada in cinque Paesi su un campione casuale, ha fornito risposte variegate e talvolta sorprendenti, mostrando come la percezione muti da Paese a Paese. Il comune denominatore è l’attenzione a come spendere i propri denari. Da qui in poi emergono le differenze. I paesi dove la crisi sembra avere avuto un’influenza maggiore tra la gente sono Italia e Regno Unito. Rispettivamente l’86% degli italiani e l’82% degli inglesi afferma di percepire che l’attuale situazione economica ha avuto un impatto diretto sulle loro tasche. Il paese meno preoccupato è invece la Francia, dove addirittura il 63% degli intervistati dichiara di essere ancora in attesa degli effetti tangibili della recessione. Un’eccezione nel contesto europeo, dato che per la maggior parte degli europei la priorità è risparmiare. Un trend che, secondo Vincenzo Calenne, responsabile e-commerce di Ciao.it, ha solide basi nella realtà locali. “Sappiamo da tempo che l’Italia è l’anello debole della catena, e la crisi non ha certo migliorato la situazione. Tanto che, nonostante non siamo un portale che procura lavoro, la comparazione di siti che offrono lavoro è tra le richieste più cliccate dai frequentatori della nostra community. Il Regno Unito è stato anch’esso colpito duramente, tra svalutazione della sterlina, finanziarizzazione della sua economia e forte ricorso al privato. Mentre la Francia, che ha ancora una presenza importante del settore pubblico, evidentemente se la passa meglio“.

Tutti pazzi per il web

E in questa rinnovata preoccupazione al risparmio ecco emergere Internet come strumento privilegiato nonché alleato sempre più importante per verificare e comparare prezzi prima di procedere a un qualsivoglia acquisto. Con differenze regionali che rispecchiano, e questo non sorprende, il ruolo del web e dell’e-commerce nei rispettivi Paesi, e dunque nel “tecnologico” Regno Unito il 20% dichiara di non comperare nulla prima di aver esaustivamente ricercato l’oggetto del desiderio su Internet. E se la percentuale è ancor più alta in Germania (27%), crolla in Francia (13%), Spagna e Italia (ferme al 10%).

Risparmiare resta un must: il 65% degli italiani si sforza di risparmiare il più possibile. In Spagna la percentuale è del 57%, del 54% nel Regno Unito, del 41% in Francia e solo del 29% in Germania (dove probabilmente si risparmiava già da prima). Tra le curiosità emerse analizzando le risposte, varia il modo in cui si decide di fare economie. Gli italiani si mostrano altruisti: uno su quattro “riempie” il tempo lasciato libero dallo shopping rimandato a tempi migliori facendo volontariato. Gli inglesi pensano alla salute, e tagliano le spese legate al vizio del fumo, mentre un tedesco su dieci punta decisamente al cocooning mettendo come priorità la spesa per la decorazione della casa. E sorprendono ancora i francesi: il 36% risponde alla crisi facendo più feste con gli amici.

Più tempo per gli acquisti

Se sostanzialmente non cambia il tipo di prodotti analizzati sul portale di comparazione leader in Europa (secondo rilevazione comScore Media Metrix riferita al giugno 2009 che ha misurato i visitatori unici nei sette Paesi in cui ciao è presente: 17,50 milioni di 2,78 in Italia) e i contatti aumentano con un andamento costante del 10% annuo negli ultimi quattro anni, a cambiare sembra essere il tempo che si dedica al singolo acquisto. Dice ancora Calenne: “Restano in pole position cellulari, tv Lcd e abbigliamento, ma se prima si tendeva a comprare con una certa spensieratezza ora l’acquisto è più meditato. Un’altra differenza che abbiamo notato è il crollo delle richieste di finanziamento: se fino all’anno scorso i link ai prodotti finanziari fioccavano, ora sono praticamente scomparsi, segno che si preferisce evitare di fare debiti, e si acquista solo quando si hanno i soldi in mano. Su internet si va in primis per risparmiare, ma anche per verificare se un prodotto o un sito sono affidabili, o se esiste un servizio post vendita valido, consultando la community. Abbiamo insomma perso i partner che offrivano finanziamenti, ma abbiamo aumentato i partner che propongono e-commerce”.

Opportunità per aziende e retailer

Un risvolto positivo della crisi, secondo Calenne, è una maggiore attenzione delle aziende nei riguardi dei propri clienti, cui si richiede un feedback, e con il quale si cerca di aprire un dialogo per capirne le esigenze. Come è successo sul sito “madre” tedesco di Ciao!, che ha attivato una partnership “diversa” con HP. La multinazionale ha chiesto infatti agli utenti del sito di testare una nuova stampante ancor prima del lancio. Chi aderiva poteva usare per due mesi il nuovo prodotto, che poi andava restituito con un’opinione sulle sue prestazioni. Dato il successo di pubblico, HP sta replicando con un nuovo kit di cartucce.

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