Parmigiano Reggiano: cresce in Italia (+7,9%) e all’estero (+10,7%)

Il 2020 per il Parmigiano Reggiano è stato un anno positivo che ha registrato vendite in crescita in più Paesi e quotazioni più alte

Sono positivi i risultati del 2020 che riguardano le aziende del Consorzio Parmigiano Reggiano. Nonostante il periodo di pandemia e relative restrizioni, l'anno si è chiuso con un incremento di vendite sia in Italia (+7,9%) che all'estero (+10,7%). In crescita anche la produzione (+4,9%) e i prezzi sono tornati ad essere remunerativi.

Un anno positivo anche per quanto riguarda le quotazioni. Se nel primo semestre, il prezzo del 12 mesi (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore, fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma) era 7,55 euro al chilo, alla fine dell’anno ha superato i 10 euro al chilo. La quotazione media annua (8,56 euro al chilo) è stata inferiore a quella del 2019, ma con un sostanziale incremento nella seconda parte dell’anno che ha permesso di recuperare marginalità.

Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il Parmigiano Reggiano ha chiuso il 2020 con un risultato positivo che premia la reputazione, la qualità del prodotto dop di maggior valore nel mondo -afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano-. La scelta dei consumatori in tutti i mercati, costretti a rinunciare ai pasti fuori casa per molti mesi, ha indicato la loro preferenza in maniera netta. Ci prepariamo ad affrontare un 2021 difficile: la marca Parmigiano Reggiano può diventare un vero brand globale e stiamo lavorando in questa prospettiva”.

Le cifre della crescita

Sono cresciuti anche i volumi di vendita. L’Italia, che rappresenta il 56% del mercato, ha registrato un incremento pari al 7,9%. La gda è sempre il primo canale distributivo (61%), seguito da normal trade (13%), vendite dirette (12%), e industria (4%). Il canale horeca rappresenta invece solo un 2%. Il restante 7% è distribuito negli altri canali di vendita.

Per quanto riguarda l'export, invece, la quota è pari al 44% (+10,7% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). Gli Stati Uniti sono il primo mercato (20% dell’export totale), seguito da Francia (19%), Germania (18%), Regno Unito (13%) e Canada (5%). Nei mercati più importanti, le performance migliori sono state registrate nel Regno Unito (+21,8%), in Germania (+14,8%) e in Francia (+4,2%). Crescono anche gli Stati Uniti (+1,9%) e il Canada (+36,8%), così come i nuovi mercati: Australia (+85,4%), Area del Golfo (+62,3%) e Cina (+8%).

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