Per Icam bio e sostenibilità difendono il mercato

Kabajungu Alice, one of the women sorting cocoa beans at the drying shade at ICAM factory in Bundibugyo. Alice has been employed here for 7 years. © ICAM Cioccolato 2021 Photo: Jjumba Martin
L'azienda lombarda specialista nel cioccolato affronta la complessa stagione dei listini 2022 consolidando i pilastri del posizionamento strategico

Icam vanta circa 560 ricette e una produzione al 70% di cioccolato biologico e Fairtrade. È una realtà produttiva lombarda con una lavorazione di oltre 25mila tonnellate di fave di cacao e un fatturato di 189 milioni di euro al 2021, con un 60% di export in 69 Paesi al mondo. Pone grande attenzione all'ambiente: dalla riduzione dei consumi idrici e di energia, fino alla carta nelle confezioni. Commercializza prodotti a brand (42%), in mdd (40%), ma anche sul canale industria (18%). “Icam ha chiuso in bellezza il 2021, con risultati ancora una volta positivi, confermando un trend in crescita da ormai diversi anni, che ha visto l’azienda partire da un fatturato che nel 2015 si attestava sui 135 Milioni di euro e che la vede sei anni dopo, chiudere l’anno a 189 Milioni (+40%), di cui 12 milioni di incremento ottenuti nel solo 2021”.

A parlarne nel dettaglio è il direttore commerciale Icam, Giovanni Agostoni.

Un risultato particolarmente soddisfacente, generato su 25.000 tonnellate di fave di cacao acquistate nel corso dell’anno (+4% rispetto al 2020) con vendite raccolte per il 60% sul mercato estero (particolarmente orientato al cacao bio e fair trade che Icam lavora in quantità). In talia i brand aziendali sono tre: Vanini, Agostoni e ICAM Professional. “Vi sono stati diversi cambiamenti all’interno del mercato del cioccolato, concretizzati nell’incremento delle varietà di cioccolato, dalla sempre maggiore preferenza verso alti solidi di cacao alla ricerca di inclusioni sempre nuove e intriganti, fino ad arrivare al segmento dei free from in continua espansione perché risponde a specifiche esigenze alimentari”.

Icam Vanini Bio
La linea Vanini Uganda

Nel 2021 Icam ha rilanciato e rinnovato totalmente la gamma di tavolette Vanini Uganda BIO.

“Rigorosamente biologiche, sono realizzate con il cacao prodotto da Icam Uganda ltd., una società nata per supportare la coltivazione e il processo di raccolta del cacao nel distretto ugandese di Bundibugyo”. L’innovativa proposta Bio Vanini Uganda è composta da sei referenze, tutte con formato da 85g e nuove inclusioni: Fondente 93% BIO, Fondente 85% BIO, Fondente 56% con mandorle e sale di Sicilia BIO, Fondente 56% con pistacchi salati BIO, Gianduia con granella di cacao BIO, Gianduia con nocciole BIO.
Dalla grande attenzione verso le esigenze dei consumatori, sempre più impegnati nell’adozione di scelte di consumo virtuose e consapevoli, e con l’obiettivo di creare un prodotto sostenibile per il pianeta, in ogni sua parte, Icam ha utilizzato per le tavolette Vanini Uganda BIO il primo flowpack compostabile, realizzato utilizzando carta e un biopolimero brevettato, composto da biomassa a base di mais. Questo particolare incarto è quindi costituito per l’80% da materie prime rinnovabili ed è compostabile, in base alle regole dello smaltimento industriale.

Un importante traguardo che coinvolge sempre più referenze e che rappresenta un passo importante, perfettamente in linea con la nuova corporate identity di Icam, che si sostanzia nell’agire sostenibile sotto tutti i punti di vista.

“In Icam non ci si ferma mai, soprattutto per quanto riguarda ricerca & sviluppo, che sempre cerca di innovarsi e rinnovarsi, confermando l’avanguardia e la qualità dell’azienda stessa. Nei prossimi tre anni sono previsti investimenti per decine di milioni di euro, che coinvolgeranno svariati settori: impiantistica e inserimento di nuovi macchinari, che consentiranno di diversificare e incrementare ulteriormente la produzione; ampliamenti strutturali dello stabilimento; un’ulteriore implementazione dell’information technology per implementare una produzione sempre più informatizzata e quindi efficiente e veloce”.
Inoltre, concorreranno alla crescita d'impresa importanti novità a livello di ingredienti, vera essenza della produzione aziendale, sperimentando nuovi sapori e studiando gli ultimi trend, per proporre prodotti sempre ricercati e in linea con le esigenze del mercato costantemente in crescita.Icam impianto orsenigo

Per ottenere ciò, il polo di formazione ChocoCube si trasformerà e diventerà Innovation Center, un laboratorio dove i tecnici pasticceri realizzeranno nuove ricette, pensate per i professionisti del settore, e al contempo il dipartimento di Ricerca & Sviluppo studierà e sperimenterà nuove combinazioni e abbinamenti, per garantire un’offerta sempre innovativa e attuale per retailer e gdo, sia italiani che internazionali.

“Il periodo storico che stiamo attraversando è particolarmente delicato e tutti gli incrementi dei prezzi stanno ovviamente destando non poche preoccupazioni nelle aziende e nei cittadini. Per quanto riguarda Icam, non abbiamo riscontrato, almeno per il momento, dei rincari rilevanti sul cacao. Stiamo invece facendo i conti con rincari nel settore dell’energia e dei materiali necessari a realizzare i packaging, difficoltà con cui abbiamo cominciato a confrontarci già dagli ultimi mesi del 2021”.

Purtroppo come diretta conseguenza di questa situazione, anche noi, come molte altre aziende, ci siamo ritrovati a dover applicare degli incrementi ai listini dei nostri prodotti.

“Lo abbiamo fatto dopo aver messo in pratica una serie di strategie atte a rendere questi incrementi il più bassi possibile. Abbiamo per esempio ridiscusso gli accordi con le cartiere che ci forniscono il materiale per gli incarti dei nostri prodotti con l’obiettivo di minimizzare l’impatto sulla produzione, garantendone la continuità operativa; per quanto riguarda l’energia, siamo sempre alla ricerca di sistemi innovativi da implementare per un maggiore efficientamento energetico. Purtroppo si tratta di una situazione generalizzata a tutti i settori, non solo l’agroalimentare, su cui è necessario che siano prese delle misure dall’alto per evitare che il sistema industria collassi e che a pagarne le conseguenze siano i piccoli imprenditori e i consumatori”.

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