Produzione locale o globale? La Nielsen Global Brand-Origin Survey condotta tra maggio e giugno 2017 in 63 Paesi, Italia compresa, ci svela che la preferenza per l'una o l'altra direzione geografica dipende principalmente dalla categoria merceologica. Vediamole tutte nel dettaglio.

Su fresco e freschissimo, ad esempio, gli italiani sembrano non avere dubbi: meglio i piccoli produttori locali. Circa un italiano su due (54%) afferma di acquistare più volentieri frutta e verdura fresca da un piccolo negozio al dettaglio nella propria città, o direttamente da un produttore locale. Anche quando si tratta di prodotti caseari (latte, burro, formaggi e yogurt) i consumatori italiani preferiscono la produzione nostrana (48%). Le percentuali scendono passando a uova, carne e pesce fresco (44%), prodotti da forno come pane e dolci (37%), carne/pesce refrigerati o surgelati (14%) che, in quanto meno “deperibili”, non ostacolano la proliferazione dei brand globali.

Nelle principali categorie food e drug, a esclusione del comparto del fresco, la preferenza degli italiani è invece per i prodotti commercializzati da società multinazionali. A seguire un dettaglio.

Nelle categorie Prodotti per l’infanzia, Cura della Casa e Cura della Persona le preferenze degli italiani si spostano prevalentemente verso le marche globali. Soprattutto nel primo comparto, infatti, i consumatori hanno bisogno di essere rassicurati dai migliori controlli qualità che i produttori globali sembrano garantire. Nello specifico, meno del 10% di italiani sceglierebbe un piccolo manufacturer locale per shampoo e balsamo (8%), make-up (7%), dentifricio e colluttorio (6%), deodoranti e detergenti per il corpo (6%) e assorbenti femminili (5%). Stesso discorso vale per i detergenti per la casa e i detersivi per la lavatrice, con rispettivamente il 6% e il 7% di preferenze “locali”.

Nell’acquisto di prodotti confezionati quali snack e bevande, i consumatori italiani non hanno particolari preferenze di provenienza: mediamente solo 1 italiano su 10 sarebbe più propenso ad acquistare principalmente piccole marche locali di cioccolato (12%), snack dolci o salati (11%), cereali per la colazione (10%), caffè o tè (11%), bevande analcoliche frizzanti (5%).

Lo spostamento di preferenze verso i marchi globali, come rileva Nielsen, può dipendere da molti fattori: può essere la conseguenza della minor disponibilità di marchi locali in una determinata categoria, oppure della percezione distorta della reale provenienza di un prodotto, oppure, semplicemente, i consumatori hanno una crescente affinità con le aziende multinazionali. Quest’ultima è la ragione più plausibile, considerando che numerosi brand globali stanno penetrando nei mercati locali tramite nuovi canali –online e offline – e che solitamente sono riconosciute come marche “di fiducia”.

Lo studio Nielsen evidenzia infine che il mercato rionale, il fruttivendolo, il macellaio o il fornaio sotto casa sono canali ai quali i consumatori di tutto il mondo riconoscono ancora qualità e affidabilità. I negozi della Grande Distribuzione vincono invece in termini di convenience. I piccoli negozi al dettaglio sono preferiti dai consumatori globali soprattutto per frutta e verdura fresca (66%), uova, carne e pesce fresco (49%) e prodotti da forno (48%).

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