Per un futuro più consapevole occorre mettere in gioco forze e coscienze

In primo piano – Sfide e consapevolezze maturate all’International Forum on food & nutrition di Barilla Cfn. (Da MARK UP 196)

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1. Processati i fattori che impattano sulla scarsità delle risorse agricole
2. Confidando in un cambiamento culturale ed economico
3. Contaminazione a tutti i livelli della società

Per combattere la fame nel mondo serve un approccio multidisciplinare che guardi a diverse prospettive, dall'economia alla politica fino all'ambiente, in ottica di modelli alimentari sostenibili. Questo è quanto emerge dal secondo International Forum on food & nutrition organizzato da Barilla Center for food & nutrition, il centro di pensiero voluto dall'azienda parmense per affrontare tematiche quali nutrizione e alimentazione in correlazione con l'economia, la medicina, la sociologia e l'ambiente. Un diktat ricorrente nella due giornate milanese che ha visto impegnati relatori di caratura internazionale sulla sovrapposizione tra alimentazione, salute, pianeta nonché sulla contaminazione tra economia ed ecologia.

Principali fattori
Che le risorse naturali e agricole conoscono una fase di scarsità è notorio, ma occorre chiedersi quali siano le cause e quali possano essere le soluzioni a questo problema di caratura mondiale. Ed è proprio questo il nocciolo della questione. I fattori che impattano sulla scarsità delle risorse sono molti e difficilmente risolvibili a breve termine se non con una inversione di tendenza. Innanzitutto la crescita demografica che a livello mondo toccherà nel 2050 2.241 individui con un gap tra il 2010 e il 2050 pari a 32,4%. Uno sconvolgimento, dunque, degli equilibri demografici mondiali che comporterà problematiche, non solo di natura alimentare, in un contesto che prevede la crescita economica di paesi emergenti quali Cina, India e Brasile. Altro fattore di rischio è il pronunciato processo di urbanizzazione: si stima che entro il 2030 la percentuale della popolazione urbana aumenterà del 72% in Africa e del 65% in Asia con una conseguente modifica degli stili alimentari che si dirigeranno verso consumi di carne bovina con un successivo aumento del consumo di cereali necessari per nutrire il bestiame. Altre cause di possibile futura indisponibilità delle risorse agricole emergono dal rischio di sostituzione dell'uso del territorio legato alla diffusione dei biofuel, dal cambiamento climatico, dall'aumento della domanda di risorse idriche (entro il 2025 i prelievi di acqua per soddisfare i bisogni della popolazione subiranno un incremento del 50% nei paesi in via di sviluppo e del 18% in quelli sviluppati), dall'ecological footprint ovvero dal consumo eccessivo delle risorse rinnovabili, nonché dal rallentamento della crescita media annua della produttività agricola (Fonte di tutti i dati citati: The European House-Ambrosetti). Un futuro poco roseo, dunque, ma non privo di soluzioni che potrebbero arrivare da progressi tecnologici che permetterebbero di aumentare la resa per ettaro nonché l'intensità di coltivazione, da un maggiore utilizzo delle terre potenzialmente coltivabili, da una maggiore attenzione al consumo delle risorse modificando gli stili di vita.

Lo stato dell'arte
La salvaguardia del pianeta si gioca, dunque, sul rapporto tra alimentazione e salute sulla base della capacità di venir meno alla prospettata scarsità delle risorse agricole. Fattore fondamentale risiede nella composizione della popolazione mondiale che si stima nel 2010 sia di 6.909 milioni di persone e che nel 2050 raggiungerà 9.150 milioni di individui. La Fao stima, inoltre, che nel 2010 le persone in condizioni di denutrizione nel mondo siano 925 milioni. E se il numero di persone denutrite è esorbitante, altrettanto lo è quello degli individui sovrappeso e obesi che nel 2010 ha raggiunto 1.328 milioni di persone con conseguenti 29,2 milioni di decessi per malattia. Forte, dunque, la correlazione tra stili alimentari non corretti e patologie che comporta, tra l'altro, un'insostenibilità dei sistemi sanitari con un elevato impatto socio-economico. Uno stile alimentare sano qual è, per esempio, la dieta mediterranea, che rappresenta un modo di pensare al cibo legato alle specificità produttive e agricole nel rispetto dell'uomo e della natura, può rappresentare una soluzione sostenibile. E gli Ogm? Possono costituire una risposta alla fame nel mondo? Durante il Forum di Barilla Center for food & nutrition se ne è parlato con attenzione. La questione degli organismi geneticamente modificati rappresenta, infatti, un argomento controverso che raccoglie consensi e disapprovazioni nella business community ma anche diffidenze nei consumatori. In realtà secondo quanto elaborato da Barilla cfn gli Ogm attualmente in commercio non sono stati sviluppati con l'obiettivo di alleviare la fame nel mondo; in altre parole sono legati all'effetto di “assicurazione” e non alla possibilità di incrementare le rese produttive.

Più

  • Diffusione di un approccio alimentare sostenibile


Meno

  • Cultura alimentare ancora da consolidare

Allegati

196-MKUP-Int-Food
di Anna Bertolini Patrick Fontana / gennaio/febbraio 2011

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