Probiotici, è tempo di fare chiarezza

Il segmento dei probiotici, definiti da FAO/OMS nel 2001 come "microrganismi vivi e vitali al momento dell’uso, la cui efficacia è legata al consumo di un’adeguata quantità e il cui uso deve portare un beneficio per la salute o il benessere", fa parte della grande famiglia degli integratori alimentari, ora più che mai di grande interesse in termini di ricerca e innovazione, nonché di grande richiesta da parte dei consumatori.

Per fare chiarezza in merito al ruolo e all’efficacia dei probiotici, il prof. Lorenzo Morelli e co-autore delle linee guida FAO/WHO sui probiotici, sottolinea che: “La ricerca da oltre 30 anni considera l’area dei probiotici un settore in cui investire risorse per meglio indagare il legame tra salute e batteri, identificando questi ultimi come potenziali mezzi per il mantenimento di un buono stato di salute”.

Secondo le nuove Linee Guida EFSA (European Food Safety Authority), i probiotici possono essere utili in tre aree principali:
- Discomfort gastro-intestinale - Questo tipo di indicazioni sulla salute è d’interesse in quanto vi sono, secondo EFSA, due popolazioni target: gli adulti con Sindrome da Colon Irritabile (IBS) e, in età pediatrica, neonati con coliche gassose.

- Difese immunitarie contro gli agenti patogeni - Le linee di ricerca che, secondo EFSA (European Food Safety Authority) sono considerate “accettabili” per lo sviluppo delle “indicazioni sulla salute” (health claims) nella difesa contro agenti patogeni sono centrate su infezioni, vaccinazioni e attività antibatterica nell’uomo. In questi ambiti, la letteratura scientifica ci indica in particolare che i probiotici si sono rivelati utili nella riduzione delle infezioni delle vie respiratore superiori e nell’incidenza delle infezioni da Clostridium difficile (CDAD).

- Benefico cambiamento nella risposta agli allergeni - L’argomento è molto studiato e raccoglie più di 900 articoli nella bancadati PubMed, di cui 171 studi clinici. Una metanalisi 5 studi ha dimostrato una riduzione significativa nell’eczema infantile.

Ad oggi – precisa il prof. Morelli – le principali evidenze su cui c’è maggiore consenso scientifico indicano che i probiotici:

• influenzano la composizione del microbiota e contribuiscono in modo significativo alla salute e al benessere dell’ospite;
• nei soggetti sani, alcuni probiotici sono utili nella regolarizzazione dell’alvo e nella riduzione del discomfort intestinale;
• alcuni probiotici possono essere antagonisti nei confronti dei patogeni intestinali
• alcuni probiotici possono essere associati a un globale miglioramento dei disordini funzionali intestinali (gonfiore, fastidio addominale, ecc.) nei bambini;
• altri, probabilmente grazie alla stimolazione di vie dell’immunità aspecifica, sembrano in grado di ridurre la durata e/o la gravità di patologie virali stagionali;
• segnalazioni preliminari suggeriscono che specifici ceppi di probiotici possano ridurre l’incidenza, o alcuni aspetti dermatologici, delle patologie allergiche nel bambino;
• gli alimenti contenenti probiotici hanno dimostrato la loro sicurezza sia nella popolazione sana sia in soggetti affetti da alcune patologie.

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