Profilo degli italiani alle prese con una nuova spesa sostenibile

L’indagine di Altroconsumo sulle abitudini degli italiani tra le corsie dei supermercati, tra aspetti green e diffidenza verso loghi e slogan

Sembrano confermarlo ormai tutte le ricerche: gli italiani sono più attenti alla sostenibilità quando fanno spesa, sebbene della stessa diano interpretazioni diverse, tendendo dunque a prediligere alcuni aspetti ad altri. A confermarlo ulteriormente è una nuova indagine di Altroconsumo sulle abitudini di acquisto che ha coinvolto 1.625 persone tra i 25 e i 74 anni.

Una ricerca effettuata nell’ambito del progetto “La Spesa che Sfida” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha realizzato alcuni strumenti per rendere più semplice la vita dei consumatori, spiegando a cosa fare attenzione, quali informazioni cercare in etichetta, ma anche come non farsi ingannare da immagini e claim pubblicitari (il cui stile green sembra funzionare) o dal posizionamento negli scaffali.

Ma vediamo i risultati salienti dell'indagine.

Preferenze e sentiment
Il 25% acquista prevalentemente alimenti bio e il 61% degli intervistati crede che tutti i punti di vendita della gdo dovrebbero offrire obbligatoriamente una certa quantità di prodotti bio e sostenibili. Nello specifico, per quanto riguarda gli alimenti bio, il prodotto più gettonato sono le uova e l’olio (le sceglie il 41% degli intervistati) seguiti da verdura e legumi (29%) e dalla frutta (26%).
Il 77% per essere sostenibile a propria volta dice di scegliere frutta e verdura di stagione. L'82% sostiene, infine, che i produttori locali dovrebbero avere più supporto per competere sul mercato.

Diffidenza verso loghi, marchi e certificazioni
Lo studio si concentra anche su marchi, loghi o slogan apposti sulle confezioni, che dichiarano di rispettare determinati criteri, dal bio al benessere animale, fino a Dop e Igp. Su questo tema, un intervistato su due dice di tenere molto all’origine degli alimenti, ma il rischio che questi non siano automaticamente sinonimo di maggiore sicurezza e qualità è percepito dai consumatori: l’82% pensa infatti che le autorità dovrebbero controllare meglio l’uso di loghi, slogan e certificazioni come quella biologica (diffidenza al 53%) o etica e solidale (44%) quale Fairtrade. In testa agli imputati le certificazioni che dichiarano di rispettare l'ambiente (55% - es. Rainforest Alliance), ma ci si fida poco anche di chi garantisce il benessere animale (44%). Meglio i loghi relativi alla produzione locale, con "solo" il 22% dei diffidenti.

Consapevolezza e disponibilità a pagare di più
Il 60% degli intervistati crede che le proprie abitudini alimentari impattino sul Pianeta ma al tempo stesso solo il 25% fa “molta attenzione” agli aspetti ambientali valutando ad esempio il tipo di imballaggio utilizzato e controllando se il metodo di produzione è sostenibile. Il 55% degli intervistati dichiara di essere disposto a spendere di più per acquistare prodotti sostenibili e il 54% sostiene che il prezzo non è il principale criterio di scelta usato per gli acquisti.

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