Protezione dei consumatori europei: boom di segnalazioni di prodotti pericolosi

L’UE registra un livello record di attività volta alla protezione dei consumatori da prodotti pericolosi, attivando 4477 azioni di follow-up

Lo scorso 7 luglio 2020 la Commissione europea ha reso nota l'ultima relazione riferita al 2019 sul sistema per impedire o limitare la vendita di prodotti pericolosi sul mercato europeo, il cosiddetto "sistema di allerta rapido". La relazione mostra che il numero di azioni intraprese dalle autorità a seguito di segnalazioni cresce ogni anno, arrivando nel 2019 ad un numero di 4477, con un incremento del 63% dal 2015.

Il “sistema di allerta rapido” è stato istituito nel 2003, dopo l’entrata in vigore della Direttiva generale sulla sicurezza dei prodotti (General Product Safety Directive  2001/95/CE). Questa direttiva ha posto le basi per lo sviluppo cooperazione amministrativa e gestionale tra la Commissione e le autorità degli Stati membri, che garantisce che le informazioni sui prodotti non alimentari pericolosi ritirati dal commercio e/o richiamati ovunque in Europa possano essere diffuse rapidamente tra gli Stati membri e la Commissione europea. Ciò rende possibile intraprendere un'adeguata azione di follow-up in tutta l'UE.

Nello specifico, le azioni intraprese vanno dal ritiro o dalla distruzione di un prodotto da parte dei distributori e dei dettaglianti prima che il prodotto in questione raggiunga i consumatori, al richiamo dei prodotti dagli utilizzatori. In termini pratici, il “sistema di allerta rapido” ha un proprio sito web pubblico, Safety Gate, che dà accesso agli aggiornamenti settimanali delle segnalazioni effettuate dalle autorità nazionali che partecipano al sistema. Lato imprese, quest’ultime possono utilizzare anche Business Gateway per avvertire in modo rapido ed efficiente le autorità nazionali di aver messo in commercio un prodotto che potrebbe essere pericoloso.

Dalla ricognizione dello stato dell’arte che emerge dalla sopraccitata relazione 2019, la categoria di prodotti che è stata oggetto di maggiori segnalazioni sono i giocattoli (29% delle notifiche totali), seguita dai veicoli a motore (23%) e dagli apparecchi e dispositivi elettrici (8%). Oggetto di notifica sono stati pure i prodotti cosmetici, l'abbigliamento, i prodotti tessili e gli articoli di moda, nonché gli articoli per l'infanzia e gli articoli per bambini. I danni e rischi maggiormente denunciati  riguardano prodotti che hanno provocato lesioni (27%), ad esempio fratture o commozioni. I componenti chimici dei prodotti sono stati il secondo motivo di preoccupazione più segnalato (23%), seguito dai rischi di soffocamento per i bambini (13%).

Malgrado non siano state riportate direttamente nella relazione 2019, è interessante notare gli effetti della pandemia in questo ambito. Infatti, dall'inizio della crisi sanitaria di Coronavirus vi è stata un’impennata di di nuove segnalazioni di prodotti non sicuri: al 1 luglio sono state registrate 63 segnalazioni di mascherine, 3 segnalazioni di tute, 3 segnalazioni di disinfettanti per le mani e 3 segnalazioni di lampade UV ("germicide"). Tra il 1 marzo e il 1 luglio sono state intraprese 10 azioni di follow-up riguardanti le mascherine e una riguardante un disinfettante per le mani, il che ha permesso un'ulteriore armonizzazione delle misure nei confronti di tali prodotti, migliorando così la protezione dei consumatori in tutta Europa.

La Commissione europea sovrintende anche al collaudo coordinato di prodotti selezionati dagli Stati membri. Tale attività ha permesso di testare 652 prodotti per verificarne la sicurezza. Tra i prodotti selezionati per collaudo da parte degli Stati membri figurano i dispositivi di trasporto personale, i peluche, i caricatori, le batterie, i sellini di bicicletta per bambini e i giocattoli "slime". Da tali test è emerso che il 38% di tutti i prodotti testati non fosse conforme ad aspetti specifici della legislazione dell'UE in materia di sicurezza. L'11% dei prodotti — 75 prodotti — è risultato presentare un rischio grave per i consumatori. Sottoposti a test e collaudo per categoria, i prodotti che hanno presentato i tassi più elevati di rischio grave sono i peluche (68%), mentre quelli con i tassi più bassi sono le batterie (1%). Nello svolgere questo lavoro, se un rischio risulta grave, il prodotto viene notificato nel sistema di allerta rapido al fine di impedire la diffusione di prodotti pericolosi sul mercato.

In termini generali, le attività coordinate per la sicurezza dei prodotti sono organizzate annualmente, e le attività di quest'anno — CASP2020 — sono iniziate all'inizio dell'anno e comprendono collaudo di prodotti (quali giocattoli, gioielli, attrezzature per uso domestico all'aperto, cavi, piccoli apparecchi di riscaldamento da cucina, "baby nest" e seggiolini per bambini da auto), valutazioni del rischio, vigilanza del mercato online, cooperazione con le dogane, raccolta di dati su infortuni e lesioni e campagne di comunicazione. Nel contesto del Coronavirus, la Commissione sta lanciando un bando specifico per i prodotti connessi al virus. L'attività congiunta, che sarà simile al lavoro svolto per i prodotti non correlati al Coronavirus, riguarderà le mascherine, i disinfettanti per le mani e i guanti e dovrebbe iniziare entro metà luglio 2020. Le priorità per le attività coordinate per la sicurezza del 2021 sono attualmente ancora in fase di definizione.

In ogni caso, il lavoro in questo ambito non accenna a diminuire e la Commissione è impegnata nella modernizzazione gli degli strumenti del “sistema di allerta rapido” per incoraggiare i consumatori, imprese e autorità nazionali a consultare la banca dati delle segnalazioni e a prendere decisioni di acquisto sicure, notificando eventuali prodotti sospetti e/o danni subiti.

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