Rapporto Coop, Italia fanalino di coda in Europa per crescita nei consumi alimentari

Il Rapporto Coop 2018 conferma che l'Italia è prima per spesa alimentare in Europa e nel mondo ma è fanalino di coda per crescita: la riduzione dei consumi delle famiglie rispetto al 2010 è stata di oltre il 2% (-2,2%). E anche nell’ultimo anno il dato italiano (+0,7%) è il più basso tra le grandi economie europee

Fra i dati più aggettanti nella nuova edizione del Rapporto Coop 2018 curato dall'Ufficio Studi COOP  risalta la posizione arretrata dell'Italia nel quadro dei consumi europei. L’Italia -che resta prima per spesa alimentare in Europa e nel mondo (19% la quota di spesa destinata a cibo e bevande, il massimo dell’ultimo decennio)- si conferma fanalino di coda in Europa con una riduzione dei consumi delle famiglie rispetto al 2010 di oltre il 2% (-2,2%) a fronte di incrementi a doppia cifra come il +12,7% tedesco, il +10,2% francese e di una sostanziale stabilità come quella spagnola (+0,1%). E anche nell’ultimo anno il dato italiano (+0,7%) è il più basso tra le grandi economie europee. Le famiglie benestanti spendono 4 volte di più rispetto a quelle con bassa capacità di spesa e tra una famiglia trentina e una calabrese il differenziale all’anno è pari a 17.000 euro.

Queste differenze di trend statistico riflettono anche, ricorda (e giustamente) Coop, una società sempre più polarizzata sugli estremi (effetto clessidra), con un'economia che manda gli smile agli happy few ed è caratterizzata da una "crescita a vantaggio di pochi, che non risolleva le sorti della classe media e addirittura spinge più in basso le condizioni delle famiglie in maggiore difficoltà. In sostanza chi è povero rimane povero: il 62% degli italiani che si trova nel 20% inferiore nella distribuzione del reddito è tale anche dopo 4 anni, una percentuale superiore di 5,5 punti percentuali rispetto alla media dei 36 Paesi Ocse".

Consumatori italiani tra esplorazione e nostalgia

Il 17% degli italiani (18-65enni) rientra nella categoria degli "esploratori", persone a loro agio in una sperimentazione continua - e spesso vana/frivola - del nuovo. Alla polarità opposta si collocano i "nostalgici" (26% del campione) che, complice una condizione economica più incerta, mostrano una netta insoddisfazione per il lavoro e la vita in generale e sono parte della classe media che ha sperimentato gli effetti più duri della crisi.

Il successo dei prodotti ecosostenibili

Nove italiani su 10 ritengono che vivere in un ambiente salubre è condizione fondamentale per un'elevata qualità della vita (83% in Francia e solo 72% in Germania). E nel carrello i prodotti ecologici e responsabili hanno raggiunto nel primo semestre 2018 vendite pari a 2 miliardi di euro contro i 3,6 miliardi di tutto il 2017.

Primi per spesa alimentare in Europa e nel mondo (19% la quota di spesa destinata a cibo e bevande), gli italiani sono stati anche precursori di una dieta bilanciata e salubre e ancora oggi privilegiano gli acquisti di frutta e verdura (+8,6% l'incremento in volume dell’ortofrutta confezionata), pane e cereali, rinunciando sempre più a zuccheri e grassi. Il salutismo, moda vincente a tavola negli ultimi anni, evidenzia, però, i primi segni di rallentamento dovuti, con buona probabilità, a una saturazione raggiunta almeno in certi segmenti di mercato: il carrello salutistico registra una crescita superiore alla media (+2,3%) nel primo semestre 2018, anche se l'incremento non è quello del 2017 (+5%). Anche l'area dei veg&veg sembra mostrare i primi segnali di rallentamento: a fronte di un 8,3% ancora allineato su questo stile alimentare, il 9,7% dichiara di avervi rinunciato.

Il fenomeno del momento in fatto di cibo è il "ready to eat" (pronto da mangiare) che segna un +6% negli acquisti retail. Anche l’e-food è un’alternativa sempre più diffusa tra gli italiani: solo nei primi tre mesi del 2018 hanno scelto il food delivey 3,5 milioni di italiani (+80% rispetto al 2017), mentre gli acquisti alimentari online nei primi 6 mesi del 2018 sono aumentati del 34%.

L'orientamento all'acquisto online e alla consegna del cibo convive con la tradizione che continua a indirizzare i consumatori verso prodotti italiani (+3%), anteponendo i piccoli brand (+4,3%) alla grande marca.

Solo la scritta "100% italiano" fa aumentare le vendite del 9%.

Dopo un 2017 molto positivo (anche grazie all’effetto meteo), la crescita nel primo semestre 2018 è molto debole (+0,6% a valore, con inflazione del +1,1%), con netto spostamento a favore dei prodotti freschi e confezionati. Il risultato è anche in questo caso una media di andamenti divergenti: crescono i consumi dei più abbienti (+2,8%), del Nord e del Sud (+1%), e delle famiglie con figli (+2%), mentre viaggiano in negativo gli acquisti alimentari dei più poveri (-4%) e degli under 35 (-7%). Aumenta di quasi 1 punto percentuale l’incidenza delle vendite di prodotti premium e dei discount, un canale, quest'ultimo, la cui quota di mercato è salita dal 10% al 26% negli ultimi dieci anni.

Insieme a quello etnico, aumenta il carrello del lusso (+9,3%), e dopo anni torna in positivo quello dei prodotti più basici (+2,1%). Negli ultimi mesi il mercato si sta focalizzando sulla convenienza aumentando la pressione sui prezzi.

Cioccolato, zucchero raffinato, burro, merendine, panna da cucina, sono fra i 10 prodotti che calano di più negli acquisti. Il salutismo, tendenza vincente a tavola negli ultimi anni, mostra però i primi segni di rallentamento dovuti probabilmente alla saturazione di alcuni spazi di mercato. Il senza glutine segna un +1% nell’ultimo anno (ma tra 2014 e 2018 era aumentato di 15 punti percentuali), con il dietetico sostanzialmente fermo e i sostituti delle proteine animali in calo (seitan -0,3%, tofu -0,5%, pasta di kamut -1,1%). Nello stesso tempo continua la crescita dei prodotti senza lattosio (+6%) e dei biologici che aumentano ancora a doppia cifra e sono oramai nelle dispense di quasi tutte le famiglie italiane (chi è dichiaratamente biosalutista è il 19% della popolazione).

Previsioni e proposte di Coop 

"La crescita si è quasi fermata e i consumi reali del primo semestre sono in calo (montante ad agosto -0,8%). L’incertezza e il malessere riguardano una parte sempre più consistente della società italiana –commenta Marco Pedroni, Presidente Coop Italia-. Per noi di Coop la sfida è quella di offrire un cibo buono e sicuro per tutti i consumatori, accessibile anche alle fasce più deboli. Le sfide sull’etica o sulla trasparenza dei prodotti sono per noi temi affrontati, sui quali siamo da sempre precursori; per stare alle attività più recenti si pensi alla filiera agricola di Buoni&Giusti Coop contro il lavoro nero in agricoltura, al superamento dell’uso degli antibiotici negli allevamenti degli animali, al progetto per la riduzione di tutte le plastiche nei prodotti Coop. Offriamo garanzie come nessun altro e non abbasseremo certo la guardia. Lavoriamo quotidianamente su questi ambiti facendo sì che i nostri prodotti a marchio (festeggeremo i 70 anni con una mostra/evento in Triennale a Milano a partire dal prossimo novembre) raggiungano a quantità oltre un terzo delle nostre vendite entro fine anno. Puntiamo a chiudere il 2018 con vendite complessive in linea con quelle del 2017, dopo un primo trimestre in cui avevamo registrato un rallentamento. Al Governo chiediamo di evitare l’aumento dell’Iva, in particolare sui generi alimentari, che sarebbe una misura ingiusta per le famiglie e disastrosa per i consumi".

 

 

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