Regime forfettario: l’offerta di Fatture in Cloud per la fatturazione elettronica

Fatture in Cloud si pone come software strategico per i gestori di piccoli eCommerce in regime forfettario e non solo. I suoi punti di forza: fatturazione elettronica da e verso PA, B2B e B2C, POS digitale integrato, accesso del commercialista e l’offerta speciale dedicata ai forfettari

Dematerializzazione dei processi delle imprese e generazione di risparmio sono sicuramente due dei punti di forza che la fatturazione elettronica porta con sé. Essendo alle porte (decorrenza al 1 luglio 2022) l’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari, è importante inquadrare l’ambito normativo in cui si colloca questa misura e come farsi trovare preparati a questo cambiamento.

fatture in cloudAnzitutto, per fatturazione elettronica s’intende un documento digitale che contiene tutte le informazioni di una fattura cartacea. È stata introdotta dal Decreto Legislativo 52/2004 e si caratterizza per autenticità (presenza di firma elettronica) e precisione nella sua redazione ( i suoi dati non possano essere modificati e presenza di data e ora di creazione della fattura), e per il ricorso al formato XML (sigla di eXtensible Markup Language). Le fatture vengano trasferite con il codice identificativo dell'ufficio di destinazione (per la PA), il Codice Destinatario o l'indirizzo Pec del titolare di partita IVA, e poi trasmesse attraverso il Sistema di Interscambio (SdI), che come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, è una sorta di “postino” che verifica se la fattura contiene almeno i dati obbligatori ai fini fiscali e controlla che la partita Iva del fornitore e la partita Iva ovvero il Codice Fiscale del cliente siano esistenti.

 Evoluzione in corso

La genesi di questa evoluzione nella fatturazione s’inserisce in un più ampio processo di digitalizzazione contabile che, a livello normativo, è individuabile in maniera esplicita partire dall’adozione e recepimento della Direttiva europea 2014/55/UE del 16 aprile 2014 relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici.

La scelta di introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati è stato dettato dalla necessità di combattere l’evasione fiscale, a maggior ragione dato che l’Italia si è più volte contraddistinta per il record negativo di essere, tra gli Stati europei, quello con maggiore gap IVA. L’Italia è stata, quindi, apripista nella UE, essendo il primo paese ad aver introdotto l’obbligo di e-fattura e a gestire in maniera digitale anche gli adempimenti a carico degli operatori economici, sfruttando il già citato Sistema di Interscambio (SdI), usato non solo le fatture elettroniche ma anche i dati delle operazioni con l’estero. Di     fatti, la Legge di Bilancio 2018 (Legge n.205/2017) ha previsto che a decorrere dallo scorso 1 gennaio 2019 fosse obbligatoria l’emissione di fattura elettronica tra soggetti passivi IVA residenti o stabiliti in Italia, e nei confronti      dei consumatori finali (operazioni B2C), sempre che ricorra l’obbligo di emissione della fattura (vi sono alcune categorie professionali non coinvolte).

La spinta del Pnrr

Dopo la richiesta di una serie di deroghe volte a far in modo che fosse possibile l’adeguamento alle nuove misure da parte di tutti gli attori coinvolti, specialmente in seguito all’emergenza Covid-19, come nel caso della decisione di esecuzione n. 2021/2251/UE per cui l’Italia era stata autorizzata a prorogare fino al 31 dicembre 2024 l’obbligo di fatturazione elettronica, negli scorsi mesi la situazione è cambiata. Infatti, nell’ambito del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza connesso ai fondi europei stanziati a sostegno della ripresa economico-sociale postpandemica, e nello specifico con il decreto legge 30 aprile 2022 n. 36, è stato abrogato l’esonero dell’obbligo di fatturazione elettronica dal 1 luglio 2022 per diverse categorie tra cui i regimi forfettari che nell'anno precedente hanno percepito compensi o ricavi superiori a 25.000€ (dal 1 gennaio 2024 l'obbligo si estenderà a tutti i contribuenti in regime forfettario). Il decreto, inoltre, impone sanzioni anche per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici, prima previste per il 1 gennaio 2023 (misura definita dalla pubblica opinione come “Obbligo POS” anche se ciò non è propriamente corretto, dato che il decreto impone sì l’accettazione dei pagamenti elettronici, ma questo non significa necessariamente dotarsi di un terminale POS). Le sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici a cui si riferisce il decreto ammontano a 30 euro + il 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento: ad esempio, per una transazione di 10€, la sanzione sarebbe di 30,40€ (30+0,40€). In un tale contesto, per farsi trovare preparati a questo cambio di normativa, oltre che a poi gestire in maniera efficiente ed efficace questa parte del lavoro, sarebbe strategico affidarsi a partner esperiti, con soluzioni funzionali anche per un target business medio-piccolo, con esigenze ad hoc. 

Ottemperare e risolvere

Questo è il caso, ad esempio, dei regimi forfettari che possono trovare in Fatture in Cloud      un alleato per adeguarsi all’obbligo di fatturazione elettronica con un’offerta dedicata. A soli 4€/mese, infatti, i forfettari possono acquistare la licenza “Standard Forfettari”, che comprende:

  • Fatturazione elettronica da e verso PA, B2B e B2C, completa di tutto: generazione della fattura, firma digitale, invio al SdI, ricezione nel software e conservazione digitale per i 10 anni obbligatori per legge.
  • POS digitale integrato: grazie all’integrazione tra Fatture in Cloud e TS Pay, la piattaforma dei servizi di incasso e pagamento digitali erogati da TeamSystem Payments, l’utente ha un POS digitale integrato in Fatture in Cloud, per ricevere pagamenti tramite carta di credito/debito o addebito su conto corrente. Ciò gli consente di rispettare l’obbligo di accettazione di pagamenti elettronici (il cosiddetto obbligo del POS), senza sostenere ulteriori costi fissi o canoni mensili per l'acquisto di un terminale POS. L’utente di Fatture in Cloud inserisce in fattura un apposito bottone e il cliente finale, cliccando il link, può effettuare il pagamento elettronico.
  • Accesso del commercialista: l’utente può condividere l’accesso al proprio account di Fatture in Cloud con il commercialista, che può scaricare le fatture, caricare gli F24 e controllare gli altri adempimenti.

In aggiunta a ciò, Fatture in Cloud mette a disposizione funzioni per la gestione dell’attività come preventivi, fatture pro forma, prima nota, scadenzario, etc., e a breve saranno disponibili altre funzioni specifiche per il forfettario tra cui il calcolo della tassazione e il monitoraggio del raggiungimento del limite di ricavi/compensi (che, per la permanenza nel regime forfettario, deve rimanere entro i 65.000 euro annui).

Oltre a quella con TS Pay, Fatture in Cloud fornisce ulteriori integrazioni: tutti i clienti hanno a disposizione un App Store, tramite cui integrare il proprio account di Fatture in Cloud ad altre piattaforme e software, tra cui anche diverse piattaforme e-commerce (Prestashop, Storeden, KFiC, SellRapido ed eDock). Questo consente, ad esempio, di generare in automatico fatture all’interno di Fatture in Cloud non appena avviene la vendita sull’e-commerce, oppure la sincronizzazione dei contatti. I dati sono così sempre aggiornati e per l’utente è più facile gestire il proprio shop e la propria contabilità.

In definitiva, ciò che contraddistingue l’offerta di Fatture in Cloud è includere non solo la fatturazione elettronica, ma anche molte altre funzionalità che aiutano il forfettario nella gestione della sua partita IVA. Nonostante la sua completezza, Fatture in Cloud si mantiene semplice e alla portata di tutti, anche delle Partite IVA più piccole, con un’usabilità (UX) che rende la soluzione accessibile ai target più disparati.

Scopri Fatture in Cloud per i forfettari, provalo gratis e senza impegno e acquista la licenza “Standard Forfettari” a soli 4€/mese.

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