Requiem per il volantino

di Grégoire Kaufman consulente food & retail @loskaufmanos

Il volantino rimane un grande enigma per chi osserva la gdo. La customer journey inizia spesso infatti con l’arrivo nella cassetta delle lettere del volantino, che nella maggior parte dei casi finisce nella raccolta indifferenziata. Chi visita i punti di vendita si è reso conto che incontrare clienti col volantino in mano è fenomeno piuttosto raro. La sua efficienza come motore di traffico è sempre più discutibile. Forse la sua esistenza si giustifica come fonte di raccolta di contributi da parte dei fornitori. Alla fine, il suo costo è alto, circa l’1% del fatturato totale e, nell’era della sostenibilità, questa enorme quantità di carta stampata diventa discutibile.

Da anni se ne continua ad annunciare la riduzione drastica ma, per il momento, fluctuat nec mergitur. Nessun retailer si è preso infatti il rischio di eliminare davvero il suo principale mezzo di comunicazione della promo, tranne qualche eccezione nei formati più urbani. Resta dunque uno dei pochi esempi in cui il digitale non ha davvero sostituito la soluzione fisica, ottenendo risultati comparabili.

Ma lo scenario potrebbe cambiare con l’iniziativa “Oui Pub”, lanciata dal governo francese nel programma di lotta contro lo spreco. Si tratta di distribuire i volantini unicamente a quei clienti che avranno indicato in maniera esplicita il loro consenso attraverso uno sticker “Oui Pub”. Per ora è partito un test pilota in 13 città (bacino di 3 milioni di abitanti) e l’adozione massiva al programma da parte dei clienti potrebbe segnare il canto del cigno per i volantini indifferenziati. Si chiuderebbe finalmente l’epoca del mass market con la promo unica per tutti, per fare spazio all’era della personalizzazione delle offerte commerciali.

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