Resta stagnante il mercato della grappa Nella flessione cresce il canale della Gda

Beverage - Superalcolici –

Dopo un ventennio di splendore,
dal 2005 i consumi di
grappa sono nettamente diminuiti.
I dati di mercato evidenziano
come il comparto del distillato
di bandiera abbia subito
una flessione negli ultimi anni,
sia dal punto di vista delle vendite
(da oltre 10,5 mio di litri nel
gennaio 2006 a poco più di 9,5
mio a dicembre 2008, pari a un
-9,3%) sia del valore economico
(da 115,5 mio di euro a dicembre
2006 a poco più di 112 mio di euro
a dicembre 2008). Il prodotto
ha visto anche nel 2009 una
consistente contrazione dei consumi,
benché tale declino abbia
interessato soprattutto i distillati
a basso prezzo, dimostrando
che i consumatori premiamo
la grappa di qualità e i produttori
che hanno saputo valorizzarla
nel tempo.
Nel 2009 sono state 40 milioni le
bottiglie consumate nel nostro
paese, per un fatturato di circa
600 milioni di euro. Le prospettive
di mercato per il futuro sono
rese meno brillanti da una crisi
che perdura e che colpisce tutto
il mercato delle bevande spiritose.
Il recente riconoscimento
dell’Unione Europea, che ha registrato
la grappa come Indicazione
geografica riservata all’Italia,
può dare una sferzata positiva
all’export, che già alcuni operatori
stanno sperimentando con
risultati positivi. Ma se il mercato
estero è promettente, è il mercato
nazionale a mettere in apprensione
le 136 distillerie, perlopiù
piccole aziende artigianali
a conduzione familiare, presenti
in tutto il territorio, dal Trentino
alla Sicilia. La paura dell’etilometro
e talune sensibilità salutistiche
hanno segnato il passo.
Nell’ultimo anno il consumo
di grappa nei bar e al ristorante
è crollato del 40%, facendo sparire
la ‘correzione’ a favore in compenso
di richieste di grappe nobili
da monovitigni.
Il consumo si è spostato tra le
mura domestiche, qualificando la Gda quale maggior canale distributivo
dell’acquavite di bandiera.
A favorire la sostanziale
tenuta di mercato è, oltre al forte
radicamento della tradizione
di consumo, la politica di stabilità
dei prezzi scelta dai produttori
di qualità, peraltro favoriti
dall’Ocm vino che fa pagare meno
le vinacce, con un’accise stabile.
Per quanto riguarda i ristoranti,
la grappa rappresenta il 17% dei
consumi e non è poca cosa.

I contenuti dell'articolo

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  • I key factor
  • Esportazione Grappa

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