Ricerche sul consumatore? Una miniera di opportunità

Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 272)

Allocare in maniera vincente le risorse scarse: questa è la sfida principale in tempi di stagnazione. Ma come farlo? Una risposta potrebbe arrivare da un utilizzo più efficace della funzione di market/consumer research. In questo contesto macroeconomico, conoscere il consumatore più a fondo consente di migliorare l’efficacia commerciale delle azioni su prodotti e canali distributivi. Negli ultimi anni, invece, questa funzione è stata spesso vissuta più come un costo che come un driver di sviluppo. Abbiamo condotto quest’anno uno studio globale con l’università di Yale, coinvolgendo più di 90 aziende e 650 intervistati. Solo nel 20% delle aziende questa funzione è considerata strategica. Ed
è emerso che occorre cercare di ricondurre sotto la funzione di market/consumer research l’intera spesa. Oggi il 30-45% della spesa è ancora gestita da team esterni alla funzione e che si spende molto in analisi retrospettive, spesso fatte per giustificare investimenti già avvenuti. A contare sui risultati della funzione, inoltre, non sono solo le dimensioni dei budget o del team, ma anche la qualità del capitale umano. Per la guida della funzione di market/consumer research sono elemento chiave i profili ibridi, capaci di portare avanti studi sul consumatore, pensando però anche come manager di linea. La vera sfida risiede dunque nel mix di competenze tecniche possedute, che dovrebbero comprendere psicologia e sociologia, ma anche le tecniche di analisi scientifica di grandi moli di dati (big data & analytics). E in Italia? Le aziende del largo consumo evidenziano gli stessi bisogni, con l’aggravante della necessità di internazionalizzazione del proprio business.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome