Rics fa il punto sul retail del domani

L’organismo per la definizione internazionale degli standard valutativi stimola il dibattito sui temi più urgenti riguardanti il futuro del retail real estate. Fra le parole chiave: flessibilità, omnichannel, fattore umano, valore dei luoghi (da Mark Up n. 267)

Rics (Royal Institution of Chartered Surveyors) compie 150 anni nel 2018. Nacque nel 1868 a Londra. È la principale organizzazione globale di professionisti dell’immobiliare commerciale, con venti specializzazioni rappresentate, in primis quella storica che consiste nel promuovere gli Ivs (parametri internazionali) per la valutazione dei centri commerciali, la più importante attività svolta dai quasi 8.200 professionisti Rics in Europa. Nelle sole Gran Bretagna e Irlanda, Rics vanta quasi 77.000 professionisti. Ma i fattori che impattano sul valore di un immobile retail non si limitano più al campo reddituale e delle metriche tradizionali di mercato, “a tal punto -aggiunge Daniele Levi Formiggini, presidente di Rics Italy- che un centro commerciale può essere molto performante al di là del suo fatturato”.

Abbiamo incontrato Levi Formiggini a margine della seconda Conferenza europea sul retail promossa da Rics, e tenutasi a Milano.

Flessibilità, tecnologia, alimentare e tempo libero: sono alcune delle parole chiave per definire il retail nel 2018 e oltre.

L’obiettivo principale delle nostre conferenze, che si terranno in diverse capitali europee del retail, è affrontare i nuovi aspetti che il moderno commercio al dettaglio e l’immobiliare a esso collegato, stanno assumendo per offrire esperienze che travalicano la mera vendita di prodotti, creando molteplici e diversi momenti di svago e intrattenimento. Alimentare e ristorazione avranno un ruolo strategico per avvicinare consumatori sempre più attenti e consapevoli: aumenterà la domanda di punti di vendita con spazi dedicati a biologico, cucina etnica, cibi gourmet e a chilometro zero.

Il retail, settore in profonda trasformazione, non è più analizzabile solo dal punto di vista degli investimenti e dei nuovi sviluppi. Questo vuol dire parlare di format innovativi, tendenze nel design e nella costruzione, e nuove tecnologie come l’analisi dei segnali da dispositivi wi-fi dei clienti per tracciare i loro movimenti all’interno dei centri commerciali, rispetttando, ovviamente, i diritti alla privacy.

La tecnologia è uno dei grandi temi del momento, per le sue ripercussioni non solo sui comportamenti d’acquisto, ma anche sul patrimonio informativo che può offrire.

Il canale fisico deve far fronte a un consumo evoluto, dove si acquisiscono informazioni sul web in tempo reale, e le persone leggono recensioni e giudizi sui prodotti. Gli acquisti diventano più ponderati e i negozi dovranno migliorare l’offerta di servizi nelle fasi precedenti e successive alla vendita, dando anche l’opportunità al consumatore di negoziare il prezzo finale più conveniente.

Occorrerà bilanciare tecnologia e fattore umano. I nuovi strumenti offerti dalla tecnologia, come la realtà aumentata, influiranno su vendite e scelte dei consumatori, ma chi ancora utilizza il canale fisico per fare i propri acquisti riconosce l’importanza della relazione umana: i commessi diventeranno veri e propri ambasciatori di (o della) marca, in grado di trasferire al cliente informazioni e comunicare i valori del marchio.

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