Saldi invernali 2018: i consumatori spenderanno in media 150 euro

Stando a quanto stimato da un'indagine di Confesercenti ed Swg numerosi retailer partiranno subito con sconti elevati ed oltre il 47% di italiani ha già deciso di approfittarne

La Basilicata è già partita con i saldi invernali 2018 il 2 gennaio e a ruota seguiranno fino al giorno dell'Epifania tutte le altre regioni italiane. Secondo la ricerca di Confesercenti ed Swg l'adesione da parte di negozianti e consumatori sarà elevata, con il 47% di questi ultimi che ha già stabilito di partecipare all'evento promozionale.

Oltre al 47% di italiani che hanno già deciso di partecipare ai saldi, c’è anche un altro 41% che valuterà le occasioni di risparmio prima di decidere se acquistare o meno. L’aumento di interesse dei consumatori nei confronti dei saldi viene confermato dalle intenzioni di spesa: chi ha già deciso di acquistare prevede in media un budget di 150 euro a persona, e l’86% si dice pronto a spendere come o più dello scorso anno.

Si cercheranno, in particolare, calzature: un nuovo paio di scarpe è l’acquisto in saldo più desiderato dagli italiani, indicato dal 28%. Seguono i prodotti di maglieria, preferenza per il 22% di chi partecipa ai saldi, ed i pantaloni (14%). Alto l’interesse anche per i prodotti tessili e moda per la casa (9%) e per i capi-spalla come giubbotti e giacconi, ricercati dal 7% dei consumatori.

I negozi. Complessivamente, aderirà ai prossimi saldi una su tre delle oltre 800mila attività commerciali italiane. Quest’anno sarà particolarmente alto lo sconto medio di partenza: il 56% dei negozi partirà con il 30%, mentre il resto praticherà riduzioni iniziali ancora più sostanziose, comprese tra il 40 ed il 50% del prezzo di cartellino. Riduzioni più sostanziose del normale per sopperire ad un anno che, per il commercio moda, è stato ancora fiacco. Il 22% dei negozianti ha registrato durante l’anno una flessione delle vendite sull’anno precedente, contro un 18% che le ha viste crescere. Per sei negozi su dieci, invece, sono rimaste sostanzialmente stabili sullo scorso anno. E ancora molto lontane, dunque, dai livelli pre-crisi.

Lo stato di persistente sofferenza del settore risulta evidente dalle tante chiusure registrate durante l’anno: secondo le stime dell’Osservatorio Confesercenti, Le imprese del settore tessile, abbigliamento, pelli, cuoio e calzature nel 2017 sono diminuite rispetto al 2016 dell’1,9%, pari appunto a 2.406 imprese. Tra le regioni la diminuzione più forte si registra in Piemonte (-3,2%), Trentino A.A. (-3,4%), Umbria (-4,2%) e Valle d’Aosta (-6,9%). Più contenuti i cali di imprese del Lazio (-1,1%) e della Campania (-0,9%). Tra le province, la maglia nera va a Terni, dove la diminuzione di negozi di moda tocca il -8,5%. Seguono la provincia d’Aosta (-6,9%), Pavia (-5,2%) e Padova (-4,9%).

 

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