Salov con il Cnr lavora all’uliveto del futuro

A Villa Berio l'uliveto del futuro
Accordo per modernizzare la coltivazione degli ulivi italiani. Alcune considerazioni commerciali sui marchi Berio e Sagra

L'uliveto del futuro si chiama Olivicoltura di precisione e valorizzazione della biodiversità. È il progetto nato dalla collaborazione tra la Società Agricola Villa Filippo Berio (Gruppo Salov) e il Cnr (Istituto per la BioEconomia). Il progetto ha tre obiettivi: sviluppare nuove tecniche di agricoltura di precisione mai applicate prima all’olivicoltura; migliorare lo sfruttamento della biodiversità olivicola italiana e valorizzare tecniche produttive sostenibili. Salov ha messo a disposizione del Cnr l’uliveto di Villa Filippo Berio, 70 ettari nel cuore della Toscana, fra le province di Lucca e Pisa, per trasformarlo in un centro di ricerca e produzione in cui analizzare e applicare soluzioni per il miglioramento di tutta l’olivicoltura italiana. “I risultati delle ricerche -afferma Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov- saranno condivisi diventando patrimonio comune per una produzione olivicola di qualità. Con questo accordo saranno attivate nuove iniziative per una migliore valorizzazione dell’immenso patrimonio di biodiversità olivicola presente nel nostro Paese, per lo sviluppo di metodologie innovative mai applicate all’olivicoltura e per la creazione di nuove tecniche produttive sostenibili”.

Presentazione uliveto del futuro
Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov

L'uliveto del futuro consentirà al Cnr di applicare l’agricoltura di precisione al settore olivicolo e sviluppare tecniche produttive all’avanguardia. “La ricerca -spiega Claudio Cantini dell’Istituto per la BioEconomia (IBE Cnr)- avverrà con una rete di monitoraggio in tempo reale dell’intero ambiente di produzione: dalla pianta al suolo e all’aria. Per questo scopo saranno inseriti sensori sulle piante e nel suolo; saranno fatte osservazioni con droni e via satellite; sarà resa operativa una innovativa serie di sensori wireless connessi in rete. Tutto questo per sfruttare al massimo le potenzialità delle piante che popoleranno l'uliveto del futuro. Grazie a queste ricerche si otterrà una produzione efficiente di oli dalle caratteristiche chimiche e organolettiche nettamente superiori. Villa Filippo Berio si trasformerà in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto utile per mettere a punto tecniche agronomiche rivoluzionarie”.
La collaborazione sull'uliveto del futuro è finalizzata a valorizzare appieno le immense potenzialità della biodiversità olivicola italiana. L’Italia, infatti, possiede il maggior numero di varietà di olivo al mondo.

Presentazione uliveto del futuro
Da Sinistra.
Daniele Piacenti, Responsabile Selezione, Assaggi e Blending Salov Spa
Claudio Cantini, Istituto per la BioEconomia (IBE Cnr)
Mauro Tosini, Direttore Commerciale Salov Spa

Scopo di questo accordo è di far fruttare questa ricchezza dando nuova forza a un settore olivicolo sempre più orientato all’omologazione. L’analisi e la valorizzazione della biodiversità olivicola presente sul suolo italiano costituirà un’arma decisiva nel contrastare i cambiamenti climatici. Il Cnr, infatti, individuerà le varietà più interessanti da introdurre nei nuovi oliveti in corso di piantagione. Lo studio sarà inoltre funzionale al recupero di antiche cultivar toscane che sono andate in disuso negli anni e che, invece, torneranno in auge in quanto rappresentative in uno dei territori dell’olivicoltura più vocati. Un altro aspetto dell’accordo riguarda lo sviluppo di metodologie agronomiche sostenibili. Questa collaborazione favorirà sforzi in direzione di una produzione olivicola sempre più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il progetto vuole potenziare al massimo la produttività e al contempo essere rispettosa e attenta alle problematiche ambientali.

Questa nuova collaborazione rappresenta il proseguo di un precedente lavoro tra Salov e Cnr, che già si sono impegnati nel progetto europeo “Life Resilience” per contrastare la diffusione della “Xylella Fastidiosa”

Uliveto del futuro presso Villa Filippo BerioDue marchi complementari

Sagra, storico marchio di olio, sta per vivere una nuova giovinezza all’interno della strategia di Salov che intende riproporsi al mercato italiano dell’extra vergine. Strategia che ha visto il primo passo nel lancio, qualche mese fa, del marchio Berio, in precedenza presente solo all’estero. “Stiamo lavorando per rilanciare il marchio Sagra”, spiega Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov. “Saremo pronti prima dell’estate, tra maggio e giugno. Useremo Sagra e Berio in modo complementare sul mercato italiano proponendoli in un differente posizionamento di prezzo. Berio, di fatto, è un marchio nuovo per l’Italia e deve essere spiegato anche con elementi di differenziazione. Copre una fascia del mercato medio alta, di livello qualitativo più alto, certificato, garantito e tracciato dal così detto “Metodo Berio”, una serie di singole attività, codificate, controllate e certificate da un ente terzo, che regolano tutte le fasi del ciclo di produzione, dal campo fino alla bottiglia. Il marchio Sagra, invece, si rivolgerà in particolare al quel consumatore che nel rapporto qualità/prezzo è un po’ più attento al prezzo, ricevendo un minore supporto marketing e una maggiore spinta promozionale”.
I due marchi saranno proposti alla stessa tipologia di punti di vendita. “Sagra - prosegue Mauro Tosini – non è certo un marchio sconosciuto, è solo meno presente nel mercato rispetto alla sua notorietà, che è ancora forte soprattutto nel Nord Ovest. È un marchio “milanese”, con radici profonde, un tempo di proprietà di Carlo Erba. Faremo la presentazione ufficiale a Cibus e poi andremo dai singoli clienti”.
Dopo alcuni mesi dal lancio sul mercato italiano, è possibile fare un primo bilancio del marchio Berio? “Il bilancio -sottolinea Tosin - è molto positivo considerando che siamo in una fase iniziale, il prodotto è già presente in alcune catene della grande distribuzione, con una maggiore concentrazione nel Nord Ovest del Paese. L’obiettivo è ambizioso: portare il marchio sul mercato facendo leva soprattutto sulla qualità, sul marketing e sul valore. Secondo Nielsen siamo già a 12 punti di distribuzione ponderata media Italia. Può sembrare poco ma sono passati pochi mesi dal lancio in Italia; nel Nord Ovest siamo già a 20 punti di distribuzione ponderata e si stratta di una piccola parte di quanto è stato già negoziato con i clienti. Presto saremo presenti anche in altre catene e puntiamo ad arrivare a 30 punti di ponderata entro il 2020. E poi crescere ancora. A sostegno di Berio -conclude Tosini- abbiamo già avviato una campagna di affissioni in alcune grandi città e delle azioni digital. Seguirà poi anche una comunicazione più tradizionale”.

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