Salute al giusto prezzo e per tutti: la nuova bussola dei consumi

Una ricerca del benessere diffusa che coincide con una più ampia ricerca della felicità, senza lasciare indietro società e ambiente: ecco il post Covid

Oggi gli italiani hanno fame di cibo sano, ma anche gustoso, ma anche responsabile nei confronti di filiera e ambiente, nonché a un prezzo equo. E non vale solo strettamente per gli acquisti alimentari, quanto per tutte le esperienze di lifestyle e consumo: il benessere diventa un concetto ampio e diffuso associato a quel diritto che gli statunitensi riconoscono come "ricerca della felicità".

Questo il tema dibattuto, con tutte le sue tendenze emergenti e consolidate, nel corso del Healthy Food - Happy Customers, moderato dalla direttrice di Gdoweek e Mark Up Cristina Lazzati e andato in scena nell'ambito della manifestazione Tuttofood. A prendere parte al dibattito anche Alessandra Corsi (Conad), Dominga Fragassi (Pam Panorama), Eleonora Graffione (Consorzio Coralis) ed Elena Presezzi (Eumetra).

Ad essere chiaro a tutti gli attori è che le pretese dei consumatori in era post Covid non si sono certo ridimensionate, anzi. L'asticella competitiva volenti o nolenti deve continuare ad alzarsi per tutti e vincerà chi riuscirà a fare innovazione vera, interpretando correttamente fenomeni come il plant-based, ma anche la cosiddetta "snackizzazione", l'integrazione e il potenziamento delle ricette all'insegna del salutismo e del miglioramento immunitario.

A confermarlo sono gli ultimi i dati presentati da Eumetra, che tracciano il profilo di un italiano diviso tra preservazione di una comfort zone fatta di sapori tradizionali e italiani, con parziale abbandono dell'etnico-mania, e desiderio di trasgressione come nuovo motore degli acquisti. In questo contesto, il 54% afferma di aver cambiato abitudini alimentari, mangiando più spesso in casa non cibi pronti ma cucinati di propria mano, in linea con un'alimentazione più sana e attenta (21%).

Certo, l'eterno dilemma è: si è davvero disposti a spendere di più per avere una migliore offerta in linea con tutti questi desiderata? Per un buon cluster parrebbe di sì, considerato che il 22% ha alzato il budget per la spesa e solo il 2% dichiara di spendere meno. E mentre c'è un 13% che fa più spesso la spesa online, mostrandosi disposto a pagare il servizio a fronte della comodità, resta una crescente attenzione al prezzo, in linea con il problema degli aumenti che preoccupa molti italiani.

Sia che parliamo di persone con maggiori possibilità economiche, sia che si parli di target dalle disponibilità più modeste, resta comunque il fatto che il solco tacciato è il medesimo: una salute al giusto prezzo e per tutti, dunque un po' meno egocentrica del pre-Covid, con lo sguardo allargato anche a ciò che ci circonda: chi meglio saprà introiettare e raccontare questo valore ne uscirà vincente.

 

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