San Michele considera un ribilanciamento dei canali

Con la ripresa delle fiere di settore andrà valutata una nuova focalizzazione sui canali gdo stranieri per consolidare meglio i flussi di esportazione

Cinque stabilimenti e una produzione annua attorno al milione di pezzi, il Salumificio San Michele Spa opera da oltre 35 anni nel settore dei prosciutti stagionati. Così al primo impianto produttivo, alle porte di Parma - per l'esattezza a San Michele Tiorre (Felino), da cui l'azienda prende il nome - si sono aggiunti nel corso degli anni le altre quattro sedi, dallo stabilimento di Offanengo, dedicato al disosso e alla logistica, al secondo prosciuttificio di Langhirano, con circa 500mile cosce in stagionatura, fino allo stabilimento di affettamento che, con due linee produttive, è capace di garantire una produzione giornaliera sui 10mila chili di salumi. Una struttura produttiva integrata, che è così oggi in grado di sovrintendere al suo interno tutte le differenti fasi produttive - dalla lavorazione dei prodotti più tradizionali alle linee senza conservanti e senza glutine, per finire ai più moderni sistemi di confezionamento e packaging – questo di modo da soddisfare la domanda interna di gdo e Prival Label (un 70% degli affettati), così come la richiesta dei mercati esteri (quasi un 50% di export).

Caterina e Daniele Cremonesi

Ad entrare nel dettaglio è l'amministratore delegato Daniele Cremonesi.
“Salumificio San Michele Spa ha un giro d'affari di circa 45 milioni di euro e, di questi, il 44% è ottenuto con l’export. I principali Paesi di destinazione dei nostri prodotti sono la Francia, il Regno Unito, la Scandinavia. Mercati per noi relativamente nuovi sono gli Stati Uniti e il Canada, che hanno fatto registrare delle accelerazioni importanti. Il fatturato interno sviluppato in Italia è essenzialmente composto da vendite nel canale della gdo, così come della medio/piccola distribuzione. Sia in Italia che all’estero vendiamo prodotti di marca e in mdd. Per ciò che riguarda il giro d'affari in Private Label, questo si aggira attorno ad un 30% del nostro fatturato complessivo. Gli affettati coprono anch'essi un 30% circa del fatturato. Quanto ai livelli produttivi, si conferma il trend di una produzione annua complessiva di circa 1 milione di pezzi, rappresentati per un 85% da prosciutti MEC (ossia carni selezionate in Unione Europea, ma stagionate in Italia), attorno ad un 10% da prosciutti di Parma e un 5% di altre produzioni, comunque nazionali.
Le esportazioni, prima dell’insorgere dell’emergenza Covid-19, erano in crescita di circa il 7%. Tuttavia all'estero la quota presenza sul canale gdo è inferiore rispetto a quanto avviene sul mercato domestico, e l'eventuale bilanciamento è reso più difficile dal congelamento di quasi tutte le fiere di settore più importanti.
Abbiamo recentemente lanciato una gamma di salumi affettati Antibiotic Free, prodotti con carni provenienti da animali che durante la loro vita non hanno mai ricevuto antibiotici. Questi prodotti sono stati proposti per rispondere alla crescente richiesta di "prodotti puliti”. Per questi prodotti si è scelto di adottare un packaging più rispettoso dell’ambiente, con un contenuto di plastica nettamente inferiore e materiali riciclabili. Le nostre linee di affettamento sono state in grado di rispondere prontamente alla massiccia richiesta. Stiamo sviluppando nuovi prodotti e nuovi formati per rispondere alla domanda modificata. Sono convinto che anche alla fine dell’emergenza potrà mantenersi elevata la richiesta di prodotto preconfezionato.

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