#SappiamoFareMeglio: un’iniziativa per sfidare le istituzioni e i media con l’autenticità

Sul tema Covid, un’iniziativa per invitare gli studenti a realizzare un post, scrivere un articolo o un micro racconto. Per riagganciare il dialogo con le istituzioni

In questo periodo mi sono trovata a riflettere sul mio ruolo di docente universitario. E mi sono sentita investita di una grande responsabilità che nasce, oltre che dall’autorevolezza che ci viene riconosciuta nelle nostre competenze, dal fatto di essere in una posizione privilegiata per poter dialogare con i giovani. Dalla consapevolezza che, in una situazione così difficile, ognuno debba fare la propria parte, è nato il progetto #SappiamoFareMeglio.

I giovani sono da mesi al centro del dibattito, tacciati di essere responsabili dell’avanzata del virus. Senza entrare nel merito di chi ha torto o ragione, una cosa è certa, le istituzioni fanno fatica a farsi ascoltare. Ricorrere ad influencer e calciatori per rendere i messaggi di sensibilizzazione più convincenti è stata la loro scelta. Come scrive Maria Pia Mazza su Open (20/10/2020) “Il problema non sono Fedez e Ferragni, ma i leader politici che – a differenza di quelli di altri Paesi europei – non sanno rivolgersi ai più giovani e scelgono di “appaltare” ad altri una relazione faticosa”.  Aggiungerei, una relazione che manca di fiducia reciproca, presupposto necessario per l’ascolto e il dialogo.

Da tutte queste premesse è nata l’idea che forse si può fare di più e meglio. Forse questi giovani anziché citarli possiamo chiamarli e possiamo dare voce alle loro idee coinvolgendoli in questo dibattito.

Così, con un po’ di coraggio sostenuto dal nobile fine, con questa iniziativa si vogliono sfidare le istituzioni e i media invitando gli studenti a realizzare un post, scrivere un articolo o un microracconto, magari migliore di quanto non sia stato fatto fino ad oggi dalle istituzioni e dai media. Come nell’episodio di Davide contro Golia, credo che i nostri giovani abbiano sassi da lanciare: conoscono il target, i mezzi e soprattutto sono creativi e sanno essere autentici.

I migliori lavori saranno diffusi sui social media delle organizzazioni che sostengono il progetto, ma i giovani stessi saranno inviati a diffondere i messaggi sui loro account per aumentare l’impatto della comunicazione.

Il progetto tenta anche di agire come un’iniziativa di cosiddetta counter-attitudinal advocacy, ossia quando i partecipanti coinvolti hanno un’opinione o atteggiamento contrario che li porta a sperimentare una discrepanza tra atteggiamenti, credenze e comportamenti e causa disagio psicologico (in particolare quelle che vengono definite dissonanze cognitive). La sensazione di disarmonia tende poi ad essere ridotta cambiando il comportamento o gli atteggiamenti futuri.

Quindi il coraggio della sfida nasce anche dalla consapevolezza che non sarà mai persa. Ogni studente che invierà una proposta rappresenterà un traguardo raggiunto. E ho capito che forse questa era la strada giusta quando una studentessa mi ha detto “Grazie prof., ci piace questa idea di sfidare i grandi”.

L’iniziativa è promossa dall’Università LUMSA in collaborazione con SIMA (Società Italiana di Management) e SIM (Società Italiana di Marketing).

@giovani. Mi fido di voi. #SapeteFareMeglio

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