Save the Duck: al via il piano triennale di crescita

Save the Duck, il primo marchio di piumini 100% animal free, vara il piano triennale di crescita e annuncia il nuovo assetto societario. Ad acquisire la maggioranza della società guidata da Nicolas Bargi, terza generazione di imprenditori nel tessile attraverso l’azienda di famiglia Forest, è stata Progressio con il fondo Progressio Investimenti III. Mentre Marina Salamon, finora titolare del 51% delle quote attraverso Alchimia, esce dall’azionariato. Ma promette: “Continuerò a supportare l’azienda di cui sono prima di tutto una grande fan”.

Resta al timone dell’azienda Nicolas Bargi, che ha ideato il marchio nel 2011 partendo dalle sue stesse convinzioni etiche. E, anzi, re-investe. “Perché - assicura - abbiamo tutte le carte in regola per imporre il nostro “papero che fischietta” su scala internazionale”. Mentre Filippo Gaggini, managing director di Progressio e vera anima dell’operazione, è categorico: “In tre anni raddoppieremo il fatturato e -chiarisce- Save the Duck rappresenta esattamente il tipo di target su cui puntiamo: una eccellenza italiana, guidata da un imprenditore con doti fuori dal comune, con una crescita unica e una capacità senza pari di incrementare la propria presenza su scala mondiale”.

Save the Duck, che utilizza l’innovativa tecnologia Plumtech, un’ovatta tecnica termoisolante, in grado di ricreare la sofficità della vera piuma, conservando i vantaggi dell’imbottitura termica, cresce a doppia cifra anno su anno. E ha una marginalità superiore al 20%. Per l’esattezza ha archiviato il 2017 con ricavi a quota 31,5 milioni di euro e un Ebitda del 23% a 7,2 milioni di euro e per il 2018 punta a superare i 36 milioni con un margine atteso del 24%. Ma l’obiettivo al 2020 è raddoppiare i risultati 2017. Con la seguente modalità: “Al momento siamo presenti in 29 Paesi, perlopiù in Europa, con in testa Germania, l’area Benelux e tutta la Scandinavia, attraverso un network selezionato di negozi wholesale -precisa Bargi, che conta su una quota export superiore al 50% e nuove stelle emergenti quali Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Cina e Russia. Con Progressio, che ha all’attivo fondi gestiti per oltre 400 milioni di euro e 21 investimenti messi a segno, intendiamo sviluppare anche un network di monomarca basati su un concept innovativo e al 100% in linea con il nostro credo”. E Gaggini, che ha scelto proprio Save the Duck quale primo investimento per il fondo Progressio Investimenti III, è ancora più esplicito: “Il primo store a insegna Save the Duck aprirà i battenti entro il 2018. Ma non sarà che un primo passo. Il focus nel medio termine è sulle principali destinazioni fashion del mondo. A partire da New York, Londra e Tokyo”.

Il brand, che si rivolge a un target sensibile alle questioni ambientali e ambientaliste, attento alla sostenibilità, globale e globetrotter e si distingue per il logo, che rappresenta una papera che fischietta spensierata, non utilizza piume, pellami, pellicce e in generale materiali/tessuti di derivazione animale. “Parliamo al mondo e vogliamo farlo nella maniera più corretta possibile -precisa Nicolas Bargi. Aggiungendo un ulteriore tassello alla strategia a tre anni: “Investiremo molto anche sull’e-commerce. Attualmente abbiamo una piattaforma di proprietà che ci frutta il 10% circa delle vendite totali. Entro il 2020 intendiamo arrivare a quota 30%”.

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