Senza innovazione manca l’effervescenza

Editoriale

L'effervescenza dei consumi in
tema di bevande resta ancorato
alla presenza di prodotti innovativi.
Là dove ci sono si registrano,
all'interno dei segmenti
ospitanti, andamenti dinamici
e di rassicurante interesse per
produttori e distributori. Viceversa
si assiste a una stagnazione,
seppur a livelli dimensionali
importanti.

Si muove la frutta
In questo senso la punta dell'iceberg
è rappresentata negli ultimi
trimestri dall'arrivo a scaffale
dei frullati freschi di marca: a
loro il compito di garantire impulsi
e occasioni di consumo aggiuntivo
nel comparto di succhi
e spremute. Offrono alla clientela
servizio (nell'ambito della selezione
di varietà di frutta solitamente
non a portata di mano
del consumatore nel suo quotidiano)
e rassicurazioni salutistiche
(garantendo un'opportunità
in più di consumi “colorati” nel
5-al-giorno). Fra i brand c'è l'ingresso
di un non-specialista di
peso - Mulino Bianco - che porta
il senso della prima colazione
nell'ambito della frutta con una
linea meno vincolata alla catena
del freddo delle altre proposte apparse
nel mercato.
Tra i segmenti più performanti
emergono le bibite gasate. Anche
qui la dinamica espansiva è legata
al gradimento riscosso dall'arrivo
di nuove referenze soprattutto
nell'area sugar free; ovviamente
il peso della variabile promozionale
non è trascurabile.
Stanno bene le bevande a base di
Tè a ulteriore riprova che la componente
emozionale del trattarsi bene, per esempio tramite prodotti
funzionali con azione drenante
o antiossidante, funziona
da traino senza cedimenti. In
direzione differente hanno lavorato
i marchi legati alle bevande
per lo sport: non più semplice
reintegrazione dei sali minerali,
si cerca di connotare le singole
referenze con specifiche peculiari
per disciplina sportiva.
Gli energy, sul versante follower,
preso atto del mancato interesse
a soluzioni esotiche e meno
taurine, giocano la carta tribale
dell'appartenenza: una ricetta
che negli States ha dimostrato
di funzionare. A maggior ragione
se abbinata a una diversificazione
di pack e riposizionamento
del prezzo al pubblico.

La birra cresce
L'approfondimento di questo fascicolo Mercati Mark Up dedicato
al Beverage 2010 ha puntato al
raddoppio: non più un occhio di
riguardo al solo mondo delle case
vitivinicole, ma un'analoga
attenzione dedicata anche alle
marche del comparto birrario. Il
quale ha iniziato a ricavare negli
scaffali della Gda una gestione
degli spazi più vivace che si avvicina
alla lezione consolidatasi attorno
alla cantina dei vini. Mentre
sul versante della produzione
è in atto un consolidamento del
fenomeno di polverizzazione di
prodotti di stile personale. Nicchie
piccole per trovare conforto
nei numeri della grande distribuzione,
ma che hanno iniziato
a lavorare in direzione della qualità
standardizzata. Dei migliori
esempi, probabilmente, sentiremo
ancora parlare.

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