Smartphone a tirare il mercato e il low-tech bussa alla porta

In Italia l'elettronica di consumo si porta a casa (dati Aires di fine anno)  una importante inversione di tendenza, mettendo a segno nel 2014 un +2,4% e portando il giro d'affari da 9,4 a 9,6 miliardi di euro complessivi. Il Natale ha coronato (+7,3%) un filotto di cinque mesi di ripresa delle vendite. Cresce in misura trainante la telefonia (21,8% a 2,2 miliardi di euro), ma sorridono pure i grandi elettrodomestici e i piccoli.

Controtendenza
Un discorso a parte meritano i segmenti ancora in sofferenza: fotografia, home comfort, televisori, cellulari tradizionali. Nel semestre del rilancio, si tratta di comparti che ancora non hanno agganciato il treno, ma il loro futuro potrebbe anche colorarsi di rosa. Fra le tendenze interessanti in fase di consolidamento, infatti, quella più appetibile per il mercato è senz'altro quella illustrata recentemente sulle pagine di La Repubblica. Si tratta del ritorno al low-tech, ossia referenze e modelli di tecnologia più datata (o di concezione semplificata) studiati per i mercati emergenti, ma che stanno trovando successi di vendite inattesi nei mercati maturi. L'esempio è il cellulare Nokia da 30 euro. Il trend -analizzato anche dalla stampa britannica- va oltre e individua alla base delle buone risposte di mercato nel Regno Unito la volontà degli acquirenti di tornare a oggetti con ridotto portfolio di funzioni, oggetti per cosiddire specializzati in poche cose. In questo caso a tirare le fila degli esempi è il segmento delle macchine fotografiche. Il desiderio torna a essere indirizzato a più oggetti che sappiano restituire un'esperienza d'uso rimarchevole e semplice, invece del device tuttofare che, però, comporta di volta in volta un utilizzo titubante da parte del proprietario soprattutto per quelle funzioni meno abitudinarie. Specializzazione, ma anche maggiore durata nel tempo di erogazione e, non ultimo, resistenza fisica. Senza dimenticare un ulteriore aspetto: il low-tech dà minori problemi in termini di vulnerabilità informatica. La contaminazione fra low-tech e vintage sta per portare, dunque, a una maggiore segmentazione del mercato in cui far convivere le star di ultima generazione con referenze aggiornate di modelli portati, da tempo, ai margini delle vendite. È una buona notizia per allargare la vivacità di settore.

Smartphone
“I consumatori italiani -afferma Alessandro Butali, presidente di Aires- si confermano acquirenti particolarmente interessati alla mobilità di navigazione. L'utilizzo prioritario di smartphone è una tendenza consolidata, a discapito del richiamo della televisione o del gradimento per le soluzioni It”. Attualmente si vendono 2 smartphone ogni 3 cellulari, ma se non intervengono fatti nuovi la trasmigrazione si completerà entro il 2018, quando il rapporto è previsto a 9 contro 1. Il fattore trainante è dettato dall'offerta cinese, che ha fortemente ridotto il differenziale di prezzo a favore degli smartphone.

Un ultimo punto da tenere in considerazione riguarda i canali. La ripresa nei termini illustrati da Aires riguarda i retailer specializzati mentre non pare coinvolgere con altrettanta forza i generalisti della gdo. A testimonianza di come l'integrazione online/spazi fisici stia premiando in particolare l'intraprendenza delle insegne specializzate.

 

 

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