Speciale non-food – A tavola tutti insieme con Fido e Silvestro

Articolo pubblicato su MARK UP 108 settembre 2003 – Il vissuto del consumatore

Alimenti sempre più ricercati e corretti. E una grande varietà
di gusti

Non c'è trippa per gatti, si diceva una volta quando al cane
bastava un'offa di farro, la zuppa di pane secco o la pasta avanzata.
Da qualche lustro a questa parte gli amici Fido e Silvestro possono anche mangiare
à la carte. L'aumento del numero di animali da compagnia e più
in generale la concomitante crescita della sensibilità per gli animali
hanno infatti contribuito a segmentare marcatamente il mercato del pet food.

L'offerta si rinnova
L'industria produce e pubblicizza alimenti sempre più ricercati
sotto il profilo nutrizionale al punto che le scelte del consumatore, una volta
influenzate soprattutto da fattori come la praticità d'uso, si
sono progressivamente orientate alla fiducia nella bontà del prodotto.
In particolare il consiglio dei veterinari sulle dosi ideali dal punto di vista
calorico o sugli alimenti dannosi ha fortemente contribuito a far perdere l'abitudine
di alimentare cani e gatti con cibo umano. Se un tempo ricorrere agli avanzi
di cucina era l'unica opportunità di nutrirli, poi è subentrato
il timore che nel cibo industriale si usassero materie prime scadenti, esaltatori
di sapidità, eccessi di sale o conservanti ecc. La tendenza verso l'alimentazione
mista tra pet food industriale e alimenti semplici (pasta, riso soffiato, verdure
fioccate) o freschi riguarda ormai la maggioranza dei proprietari di cani, specie
quelli di media-grossa taglia. Nelle motivazioni che portano alla scelta di
prodotti superpremium, caratterizzati da contenuti nutrizionali superiori e
da un costo che può arrivare al doppio dei corrispettivi di livello medio-basso,
fino a qualche tempo fa il passaparola (veterinario, conoscente, negoziante,
allevatore) era ancora di gran lunga predominante.


I criteri di scelta

Secondo i più attenti gestori di petshop altamente specializzati, dove
rispetto agli altri canali distributivi c'è maggiore ampiezza e
profondità d'offerta, solo il 20% degli acquirenti guarda l'etichetta,
preoccupandosi di comparare la qualità degli alimenti in funzione della
salute (cura, ma anche prevenzione) del proprio animale e non solo in base ai
suoi gusti e preferenze. Un altro 20%, al contrario, sceglie in base alla convenienza
senza troppo indagare sull'effettiva qualità del prodotto, mentre
la maggioranza, quando non si affida ai consigli della pubblicità, ricorre
alle diete su parere del veterinario, ma solo in caso di problemi di salute.

I gusti bizzarri e ostinati dei felini impongono comunque ai loro padroni, qualunque
sia il loro atteggiamento, la ricerca della varietà anche e specialmente
quando il regime ' dietetico con il progredire dell'età. L'alimento
secco la fa da padrone per i consumi canini, mentre per i gatti l'umido
(40%) continua a essere, se non un'alternativa, una variante del menu
quotidiano. Sperando sempre che micio non perda appetito.

 

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