Speciale non-food – Al passo con i tempi

Articolo pubblicato su MARK UP 93 giugno 2002 – Il vissuto del consumatore

L’orologio come bene di consumo. E capo di moda

Molti ritengono che l’orologio, assieme alle scarpe, sia uno dei dettagli che lasciano immediatamente capire la classe sociale e la personalità di un uomo. È certo che l’attenzione verso gli orologi da polso è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Tutto è cominciato con Swatch, con una serie di modelli ispirati a convenienza, ricambio, moda e collezionismo: una passione che una dozzina d’anni fa ha infiammato rapidamente gli italiani. Prezzo accessibile a tutti, target trasversale, impulso innescato dal passaparola, orologi che diventano a tutti gli effetti capi di abbigliamento da cambiare a seconda delle occasioni e degli abbinamenti.

Di massa. Il fenomeno Swatch produsse un effetto di vasta portata: quello di democratizzarne l’uso sgretolando il totem dell’orologio costoso e austero, regalato in momenti cruciali: cresima e comunione, diploma o laurea, pensione. E poi indossato per sempre.
Quella fu la breccia che aprì poi la strada ai vari Breil, Sector, sino ai recentissimi Locman. Gli orologi si sono trasformati così in un bene di largo consumo, sino a divenire un dettaglio del look: si comprano frequentemente; si regalano con spensieratezza; si indossano e si sostituiscono come un qualsiasi capo di abbigliamento; poi magari invecchiano e si smettono come si fa con una cravatta. Cresce la componente d’impulso.

La passione. L’interesse per gli orologi costosi e le marche più blasonate resta tuttavia molto elevato. Sono sempre di più gli italiani che si documentano, visitano i siti internet, acquistano riviste e libri sugli orologi. Si tratta di una passione interclassista, non necessariamente legata alla disponibilità economica, che spesso nasce da bambini, come la mania per le penne stilografiche o gli oggetti elettronici. C’è chi manifesta l’istinto tipico del collezionista accumulando modelli di vari marchi e chi invece si focalizza su un solo orologio, aspettando per anni l’occasione giusta per regalarselo.
Sta tramontando, invece, l’orologio come status symbol, vistosamente costoso e standardizzato. Prevalgono i design minimalisti, la passione per le marche di nicchia, il recupero degli stili rétro. Il piacere che si ricerca in un orologio è molto più autoriferito che esibitivo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome