Speciale non-food – Le due facce delle pentole

Articolo pubblicato su MARK UP 112/113 gennaio/febbraio 2004 – Prestazioni. Oggetti di bun design e strumenti sempre più raffinati

Convenienza e acquisto d’impulso per l’utilizzo quotidiano.
Ma anche crescita di una domanda molto esigente

Contro tutte le previsioni dei decenni scorsi che ci raccontavano che ci saremmo
alimentati con una pillola, il cucinare resta ancora un atto ripetitivo e giornaliero,
anche se in misura minore rispetto al passato. E di conseguenza la pentola assume
ancora una forte importanza nella nostra vita quotidiana. Ma siccome il suo
utilizzo non è più costante come vent’anni fa, prima cioè
dell’arrivo del forno a microonde e dei cibi precotti, le grandi batterie
di pentole, punto di forza di ogni lista di nozze, non sono più l’ambito
regalo, sostituite oggi da buoni viaggio o da impianti hi-fi. Non più così desiderate
e richieste, le pentole che restano nelle nostre cucine hanno spesso cambiato
volto: antiaderenti, leggere, a volte esotiche, acquistate d’impulso all’ipermercato
perché in offerta o regalate con i punti delle collection.
Nel frattempo il mondo della cucina e, di conseguenza, quello degli strumenti
di preparazione e di cottura dei cibi sta diventando, per una parte sempre più
significativa di consumatori, un’occasione gratificante spesso di convivialità
e aggregazione. Ed ecco allora che pentole speciali e costose, per cotture specifiche,
ritornano nei desideri dei nuovi gourmet: paellere, asparagiere, pentole con
cestelli per cotture a vapore differenziate, multipiastre e bistecchiere, in
un’orgia di forme e materiali diversi.

Il consumatore
Il 62% degli italiani adulti prepara da mangiare, più o meno spesso, per sé
o per altri, mentre il 38% che invece non cucina mai è composto da uomini,
abbienti e residenti nel centro-sud. Dei 29,6 milioni di italiani che cucinano,
la maggioranza possiede anche una pentola a pressione e la utilizza in media
due volte la settimana.
Dopo l’11 settembre 2001, confermano sempre le indagini, 3 milioni di
italiani passano più tempo fra le mura domestiche e circa 2 milioni dicono che
invitano più spesso gli amici a cena e che regaleranno più che in passato oggetti
per la cucina e la tavola: rinasce la cultura del cibo ben preparato e ben presentato.
Il mercato complessivo dei casalinghi è ripartito nel 45% per stoviglie
e vetri e per il 55% per pentole, posate, utensili in metallo.
Il mercato italiano del pentolame metallico ha un valore a produzione di circa
115 milioni di pezzi per circa 300 milioni di euro, con un peso, a valore, del
60% dell’acciaio inox e del 40% di alluminio, mentre il trend di entrambi
i comparti è sostanzialmente stabile negli ultimi anni. L’acciaio
è testimone di una contrazione di volumi, compensata però da un aumento
a valore medio, mentre l’alluminio, pur vivendo una discreta effervescenza
sull’innovazione di prodotto, rimane saldamente ancorato ai canali della
grande distribuzione, con vincoli maggiori sulla componente prezzo.

Le pentole antiaderenti

Sono in alluminio con l’interno ricoperto da una sottile pellicola di
plastica, il Ptfe, un polimero meglio conosciuto come Teflon, igienico e sicuro,
utilizzato anche per i by-pass coronarici. Il Teflon nasce da un brevetto DuPont
nel 1938: la pellicola conferisce all’alluminio un’altissima inerzia
chimica che la rende sicura dal punto di vista igienico e consente un’elevata
resistenza al calore mentre la scivolosità del rivestimento interno consente
di utilizzare un quantitativo minimo di condimento ed evita che gli alimenti
si attacchino al fondo. Se poi, fino a pochi anni fa, il problema delle pentole
in questo materiale era quello di poter essere graffiate dagli utensili, oggi
il Teflon platinum ha creato un nuovo standard per questo materiale, durevole
e facile da pulire.
Risultano infatti brevettati 4 tipi di Teflon: il Teflon normale (25 micron
di spessore), il tipo infinity (4 strati più colore), silverstone a triplo
strato per un uso intensivo e il platinum, applicato in 3 strati con uno spessore
minimo di 40 micron che contiene particelle minerali così dure da far
scivolare gli utensili e non danneggiare la superficie di cottura, dieci volte
più compatta del tradizionale antiaderente.
Per tutti questi requisiti, uniti a un prezzo in genere minore delle pentole
inox e alla ricerca dei nutrizionisti di cucinare con pochi grassi aggiunti,
lasciare l’alimento sul fuoco il meno possibile per conservare vitamine
e il sapore originario, le pentole antiaderenti la fanno oggi da padrone in
ogni cucina.
La prima azienda licenziataria in Italia di prodotti antiaderenti Teflon R di
DuPont è stata Illa spa, nata nel 1946: produce 5 milioni di pezzi ogni
anno nello stabilimento di Langhirano (Pr) e dal 1998 ha un sistema produttivo
certificato. Vende prodotti a marchio proprio o personalizzati di fascia medio-alta
e le esportazioni coprono il 60% del fatturato. Accanto alle linee più prestigiose
e consolidate nel tempo, ne sono nate altre rispondenti alle tendenze più
giovani e attuali o all’esigenza di contenimento dei costi: Pomilla, pentola
smaltata rossa con coperchio a forma di pomodoro per preparare il sugo, divertente
e indistruttibile in Teflon platinum con manico in alluminio fuso, e Zucchilla
smaltata in verde, oggetti da tenere a vista e da regalare.
“La tendenza aziendale è quella di diversificare il prodotto”,
spiega a MARK UP Gianfranco Zanlari, amministratore delegato di Illa. così agli
strumenti da cucina più classici e tradizionali si sono affiancati prodotti
con alti contenuti innovativi. “Questa diversificazione inizia dalla realizzazione
del prodotto sotto il profilo della funzionalità e del design, per continuare
nella scelta e nello sviluppo di materiali più resistenti e intelligenti, dagli
antiaderenti Teflon agli esclusivi smalti porcellanati antiurto, tutti in grado
di garantire al prodotto il massimo di qualità e affidabilità”, aggiunge
ancora Zanlari.

Cucinare è
bello
 
  • La cucina e il cibo sono occasioni di gratificazione e convivialità.
  • Il cliente è più informato nell’approccio verso
    articoli specializzati, performanti e dal design accattivante.
  • Le aziende per essere vincenti devono essere orientate a qualità,
    innovazione e comunicazione.
 
 

Le pentole inox
Meno di due su dieci sono in acciaio: anche se praticamente indistruttibili,
hanno sempre costi molto alti. Stanno subendo una riduzione progressiva a tutto
vantaggio dell’alluminio antiaderente. Rappresentavano il regalo matrimoniale
di zie e cugini, oggi sono il dono per l’amico che ci invita a cena dopo
aver seguito un corso di cucina raffinatissimo. Si vendono nella Gda nei formati
più tradizionali e nei negozi di regalistica in “corner emozionali”,
prodotto quasi di nicchia per un consumatore molto attento all’innovazione
e al design.
“Una pentola in acciaio inox, oltre a essere bella, deve riuscire a trasmettere
valori come alta specializzazione culinaria e attenzione alla cottura del cibo:
è questo ci ' che un consumatore curioso desidera da questo oggetto commenta
a MARK UP Barbara Ingignoli, responsabile marketing di Barazzoni, azienda specializzata
in pentole in acciaio. “Abbiamo creato in alcuni pdv della catena Trony,
che oggi si sta specializzando anche in prodotti di alta gamma per la casa,
dei corner emozionali che attirano l’attenzione del nuovo cliente tecnologico
con le nostre nuove pentole, prodotti che vivono di vita propria”.
La linea My Lady, disegnata dall’architetto Claudio Bellini, racchiude
e sintetizza tutta la filosofia produttiva di Barazzoni: un design all’avanguardia
ma che si richiama alle pentole antiche, una tecnica produttiva che garantisce
un fondo con uno spessore di 8 mm per una corretta diffusione del calore e una
cottura perfetta, manici con una presa comoda e sicura per consentire una maggiore
ergonomicità, un coperchio con una concavità studiata per il riciclo del vapore
di cottura che permette la caduta a pioggia delle goccioline di condensa sulla
ricetta stessa. Oppure la linea Golia, integrazione intelligente fra acciaio
e antiaderente, garantita 10 anni.
Il corpo e il manico sono infatti in acciaio 10/18 e assicurano igiene e facile
pulizia; il triplo fondo a elevato spessore realizzato con la tecnica Impact
Bonding permette la cottura su ogni tipo di fonte di calore; il rivestimento
antiaderente è realizzato con un trattamento con il Corindone, che consente
un’ottima adesione all’acciaio inox, più una resina a base dura,
uno strato di Primer e uno di Ptfe che consentono totale antiaderenza e lunga
resistenza nel tempo.
Ai prodotti specializzati, che rispondono a specifiche esigenze di cottura a
cui non era ancora stata data una soluzione, si è dedicata Alluflon con
il marchio Iuno Moneta: in alluminio anodizzato color antracite, scelta sofisticata
secondo le tendenze minimaliste e high-tech, dalle forme smussate e morbide,
la collezione Cotture speciali presenta oggetti di design e di gusto destinati
ad arricchire la cucina: la paellera, la bistecchiera nosmoke a cottura progressiva
e controllata con un contenitore inferiore pieno d’acqua che impedisce
la formazione di fumi, infine la multipiastra, grande vassoio che copre due
fuochi e consente di preparare insieme secondi e contorni, due cotture e due
differenti temperature per un unico piatto, come vuole la cucina fusion. Sono
tutti prodotti altamente innovativi che consentono sperimentazioni culinarie
a cuochi curiosi e creativi.

La pentola a pressione
Rimane sempre la grande amica per chi vuole cucinare in modo naturale e in poco
tempo. Arriva in Italia alla fine degli anni ’50, ispirata da un modello
svedese, ma con una chiusura a leva, due maniglie laterali e un fondo in Thermoplan.
Riduce i tempi di cottura e soddisfa il desiderio di affrancamento dalle mura
domestiche delle donne italiane di quegli anni. Da allora il successo non conosce
ostacoli: ha un indice di penetrazione altissimo e una durata media di oltre
vent’anni. Gli ultimi modelli hanno fino a 5 valvole, sono accessoriati
con cestelli, piani e griglie. Il modello Logica, ultima creazione di Lagostina,
ha una chiusura a rotazione e un’unica leva di comando. Da una recente
indagine Astra-Demoskopea/Lagostina sugli utilizzatori della pentola a pressione
è emerso che il 58% l’ha acquistata, il 36% l’ha ricevuta
in regalo e il 6% l’ha avuta in premio da una promozione. L’utilizzo
è frequente, due volte la settimana, mentre un quinto degli intervistati
la usa quotidianamente.
“In questo mercato Lagostina domina: la sua share of mind (quota di ricordo)
è pari al 65%, nessuna altra marca supera il 30% conferma a MARK UP Daniele
Pinna, direttore marketing dell’azienda . Lagostina è un raro esempio
di brand che coincide con la categoria di prodotto: viene da lontano ma ha saputo
rinnovarsi, rimane prestigioso essendo insieme leader di mercato e di qualità,
simpatico e oggetto d’affetto anche per il ricordo del vecchio Carosello”.
L’azienda però non produce solo pentole a pressione: in questi ultimi
decenni l’assortimento si è ampliato fino a comprendere pentole
inox, antiaderenti, accessori e posaterie.
La strategia commerciale Lagostina si caratterizza per diversificazione dell’offerta
e multicanalità. Il prodotto leader assoluto dell’azienda resta la pentola
a pressione, ma riscuote ottime performance con le pentole inox e un ruolo di
rilievo per l’alluminio antiaderente.

Dove si comprano le pentole
Se il dettaglio tradizionale, specializzato e non, rappresenta il luogo d’acquisto
più importante per l’acciaio, la gran parte dei volumi dell’alluminio
antiaderente e delle pentole a pressione passa attraverso la Gda, in particolare
gli ipermercati. Il nuovo fenomeno è invece rappresentato dalla crescita
delle vendite di pentole e casalinghi nelle grandi superfici despecializzate,
sia che abbiano derivazione dal mondo casa/arredamento sia dall’elettronica/elettrodomestici.
Queste realtà distributive stanno infatti dedicando sempre maggiore spazio ai
casalinghi, soddisfacendo la domanda legata all’uso quotidiano e quella
legata alla regalistica e alle liste nozze: catene come Trony e Comet presentano
settori molto ben assortiti di questi prodotti. Il dettaglio tradizionale, per
sopravvivere, dovrà fare leva sulla specializzazione e sulla vendita assistita,
per un’interpretazione del pdv come luogo di esperienza multisensoriale
per il consumatore.

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