Un nuovo percorso di riposizionamento per lo speck Alto Adige Igp, centrato su una nuova campagna di comunicazione, atta a valorizzare le caratteristiche del prodotto, proponendolo non più come un ingrediente per ricette (come spesso viene utilizzato), ma come un vero e proprio secondo piatto della cucina italiana.
“L’obiettivo del Consorzio Speck Alto Adige Igp è di tutelare la qualità del prodotto e di rafforzare sempre di più la fiducia nei consumatori –spiega Martin Knoll, direttore del Consorzio-. Nel 2023 c’è stato un calo nella produzione, così come nei consumi. Anche per questo abbiamo sviluppato una comunicazione ad hoc, atta a stimolare le vendite del segmento”.
Cuore della campagna di comunicazione 2024 è il nuovo spot tv ‘Il secondo che non ti aspeckti” studiato per spiegare i plus dello speck, e per educare il consumatore ad una nuova modalità di consumo di questo alimento. Attraverso lo spot, il consorzio si prefigge di aumentare la penetrazione del prodotto, e quindi di accrescere il parco clienti, nonché di incrementare la frequenza di acquisto, facendo sì che venga percepito come un vero salume, alternativo ad altri grandi salumi presenti abitualmente sulla tavola degli italiani.
Fondamentale, per perseguire queste finalità, è far conoscere meglio le caratteristiche del prodotto, a partire dalle sue valenze nutrizionali, su cui si registra una certa disinformazione: nello spot, si evidenzia per esempio come lo speck abbia poco sale, e sia al contempo ricco di proteine, rendendolo indicato per ogni target di cliente, dai bambini ai senior, dagli sportivi alle persone che perseguono una dieta bilanciata.
Il Consorzio, in questo modo, vuol far arrivare al consumatore un messaggio chiaro: lo speck è in linea con le tendenze alimentari attuali. Non a caso, lo stesso spot è calato nella realtà di tutti i giorni: si svolge infatti all’interno di un supermercato, evitando dichiaratamente di ripetere il classico cliché dello speck inserito in un iconico contesto montano.
Il supermercato, e la gdo in generale, rappresenta del resto il principale canale di vendita dello speck: “Con un 65% di quota di mercato, il retail alimentare copre 2/3 del totale canali di vendita dello speck, seguito dal discount, al 22% -precisa Knoll-. L’Italia è il mercato principale del settore, anch’esso rappresentando i 2/3 della produzione complessiva. Non a caso lo spot è pensato espressamente per la clientela italiana”.