Spirulina, l’alimento del XXI secolo

Crescono le start up italiane che puntano sulle eccezionali qualità organolettiche dell’alga verde-azzurra. Al Sud il primo impianto con fotobioreattori per avere un prodotto di maggiore qualità (da Mark Up n.256)

Lo stare bene con gusto è il nuovo mantra e il vero boom è riscosso dai superfood: alimenti in grado di difenderci da patologie e dare benessere (quinoa, curcuma, bacche di goji, amaranto, kefir...). Se questo è il corso, la spirulina è un super alimento che è destinato probabilmente nel tempo a superare gli altri. La microalga verde-blu appartiene alla famiglia dei cianobatteri, la forma di vita più antica presente sulla Terra 3,5 miliardi di anni fa, che ha creato la nostra atmosfera. Come alimento è impiegato da centinaia di anni in vari luoghi del mondo ed è considerato un superfood grazie ai suoi straordinari effetti benefici sull’organismo. Tra i suoi sponsor si annoverano l’Oms (Il miglior alimento per la salute del ventunesimo secolo), le Nazioni Unite, l’Unesco, il Dipartimento Usa di Agricoltura, la Nasa. A scommettere sulle alghe sono anche le aziende nazionali. A Pollica, nel cuore del Cilento, dallo scorso aprile è attivo un impianto di produzione di alga spirulina 100% italiana. Viene prodotta da Pam (Produzione Alghe Micro), start up fondata da Edoardo Leggieri, 35 anni, laureato in biologia delle produzioni marine e specializzato in nutrizione umana e clinica. Un biologo e ricercatore che per anni si è occupato di acquacoltura.“L’interesse per la spirulina -racconta-  è nato trent’anni fa, ma in Italia è arrivato solo di recente. Le prime produzioni nelnostro Paese sono cominciate sette, otto anni fa e si contano sulle dita di una mano. Alcune sono associazioni di divulgazione: producono con sistemi tradizionali e commercializzano in piccoli canali retail come le erboristerie. Pam è invece un’azienda agricola dedicata solo alla produzione e commercializzazione di spirulina e derivati. E lo scopo è una produzione massiva focalizzata sul canale alimentare”. Il prodotto che si trova sul mercato è prevalentemente importato dalla Cina: ha costi bassi ma non è esente dal problema dei residui di metalli pesanti. Quello made in Italy, prodotto in modo tradizionale, ha un grado di purezza non ottimale. La coltivazione della spirulina Pam utilizza invece i fotobioreattori, la ecnologia più avanzata e sicura in uso, che permette di ottenere un prodotto di maggiore qualità, oltre che interamente naturale (non contiene additivi, eccipienti e addensanti) e di provenienza italiana. “Un conto -sottolinea Leggieri- è la produzione, come avviene in tutto il mondo, con metodi tradizionali, ideati trent’anni fa ovvero vasche o bacini aperti. Altra cosa è con i fotobioreattori. Cioè strutture cilindriche chiuse, costruite con materiale atosicco e trasparente, che catturanol’energia luminosa. E dentro le quali avviene la coltura dell’alga. Ne ho circa 200 (sono larghi 60 centimetri e alti intorno al metro e mezzo). I parametri necessari per l’alga sono la luce e i nutrienti (fertilizzanti biologici). I vantaggi sono la purezza del prodotto, garantita al cento per cento perché non ha contatti con l’esterno, e dunque la migliore qualità”. Pam produce alga spirulina che poi viene essiccata sotto forma di sottili spaghetti. Al momento vende a privati e negozi e ha aperto un sito eCommerce, ma l’interesse e i prossimi sviluppi sono costruire partnership con aziende per implementare il prodotto. Assunta pura ha un leggero gusto amarognolo, mescolata in altri prodotti è insapore, quindi è di facile assunzione. Si può, per esempio, sbriciolare in un succo di arancia, in un frullato o in uno yogurt. La quantità al giorno consigliata è circa 3 grammi: un cucchiaio raso. Con questo prodotto si possono fare pasta, pane, torte.

L'intero articolo su Mark Up n. 256

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