Federdistribuzione prende in esame 6 dei 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile (SDGs-Sustainable Development Goals) fissati dall'Agenda Onu 2030

La ricerca Federdistribuzione prende in esame 6 dei 17 SDGs (Sustainable Development Goals, cioè obiettivi per uno sviluppo sostenibile) fissati dall'Agenda Onu 2030. Questo accordo globale fu firmato nel 2015 creando un nuovo linguaggio e una classificazione rinnovata della materia, quanto mai articolata, prima affrontata dal e nel mondo aziendale con gli approcci e il metodo Csr (Corporate Social Responsability) che non sparisce ma diventa strumento di rendicontazione in chiave Esg. Federdistribuzione ha enucleato questi 6 SDGs in quanto ritenuti più coerenti alle attività delle imprese associate che controllano 17.400 punti di vendita, per un fatturato complessivo di 74,5 miliardi euro e una quota di mercato sulla distribuzione moderna pari al 53%.

Partiamo dall'impegno sulla sicurezza alimentare "che è destinato a non rimanere solo sulla carta" commenta lo studio: il 100% delle imprese coinvolte nella ricerca è infatti provvisto di un laboratorio analisi per assicurare ai consumatori finali prodotti conformi agli standard più elevati, attraverso verifiche degli articoli in commercio. Il 67% conduce questi controlli anche sui propri fornitori. Tra le imprese che hanno dichiarato di seguire una policy di gestione per la sicurezza alimentare, si registra l’adozione di un sistema di gestione certificato IFS, dall’altra l’adozione di certificazione ISO 22005 e/o ISO 22000.

Lo standard IFS è un modello riconosciuto in tutto il mondo che punta a favorire l’efficace selezione dei fornitori food a marchio della distribuzione moderna sulla base della loro capacità di offrire prodotti sicuri e conformi alla legge. Le certificazioni ISO 22000 e ISO22005 riguardano invece la sicurezza nel settore agroalimentare. La prima garantisce la sicurezza dal campo alla tavola, la seconda è il documento internazionale per la certificazione dei sistemi di rintracciabilità.

 

Lotta allo spreco alimentare e sicurezza alimentare: il 92% delle aziende hanno una politica formalizzata sulla sicurezza dei prodotti alimentari. Il 75% ha una policy di gestione della sicurezza alimentare senza sistema di gestione certificato. Ma solo il 17% si è dotato si sistemi di gestione certificati.

SDG3 SALUTE E BENESSERE

 

Il grafico qui sopra illustra che quasi 8 aziende su 10 (79%) dichiarano la presenza di un responsabile per la gestione della salute e della sicurezza. Il 74% ha l'assistenza sanitaria integrativa. Il 68% prevede un'analisi dei rischi di stress lavoro-correlato. A contraddire questo dato c'è quel 32% di aziende che non ha uno sportello per segnalazioni riguardanti il rischio di salute e sicurezza del personale. Solo il 16% ha uno sportello medico interno per dipendenti o convenzione con centri medici esterni. Male. Il 16% prevede il check up sanitario obbligatorio e addirittura solo il 5% ha installato i defribrillatori in azienda. Siamo messi male. 

SDG7 ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE

L’84% delle imprese ha avvitato il monitoraggio attivo dei consumi energetici. La maggior parte di queste realtà (il 74%) è quindi in grado di fornire la percentuale di energia elettrica acquistata e utilizzata nel corso del 2021 da fonti rinnovabili. La metà delle aziende ha un approvvigionamento inferiore al 50%, il 7% si colloca nella fascia tra 5% e 99% mentre il 36% utilizza il 100% di energia green.

 

Ridurre del 20% i consumi energetici entro il 2030 rispetto ai livelli 2020: un target europeo che rappresenta una vera sfida. Come segnalato nel rapporto 2021 dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile tra 2020 e 2021 i consumi finali hanno segnato un +6,8%. In aggiunta, l’Italia con il 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili si colloca leggermente sotto la media.  In questo contesto, il tema dell’energia pulita e/o a basso costo è un punto nodale per la distribuzione moderna di un percorso che ambisce a integrare sostenibilità e strategie di sviluppo. È un ambito nel quale le imprese associate a Federdistribuzione possono svolgere un ruolo soprattutto sul fronte della fornitura e autoproduzione di energia rinnovabile e su quello dell’efficientamento energetico con l’aiuto di nuove tecnologie capaci di diminuire i consumi aziendali. Il 63% delle aziende segue una politica formalizzata per la gestione dei consumi energetici. Solo l’11% ha ottenuto un sistema volontario di gestione certificato (ISO50001); il 47% delle aziende seguono una policy formalizzata senza un sistema di gestione certificato.

L’89% delle aziende intervistate utilizza sistemi di illuminazione efficiente a LED, e il 79% ha avviato programmi di sensibilizzazione dei dipendenti su questi temi. il 74% ha scelto di investire per sostituire le vecchie apparecchiature con strumenti innovativi a minore consumo. Parte integrante di questo processo sono i sistemi di riscaldamento e di refrigerazione che vedono il 63% delle imprese puntare sul loro efficientamento. Scegliendo per esempio la tecnologia cool roof (coperture per edifici che contrastano il fenomeno delle isole di calore) il teleriscaldamento, le caldaie a condensazione, la sostituzione di refrigeratori che utilizzano gas fluorurati o l’installazione di pompe di calore.

SDG12 CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILE

 

Il 58% delle aziende intervistate ha dichiarato che la gestione dei rifiuti è al centro delle decisioni volte a incentivare produzione e consumo sostenibili: di questo, il 32% dispone di una policy dedicata, e il 26% la tratta all’interno di una più vasta policy ambientale.

Per la distribuzione moderna la regola delle 3R (ridurre, riutilizzare, e riciclare) si traduce in un impegno significativo: il 42% delle aziende ha scelto di introdurre attività destinate al riciclo e riutilizzo dei prodotti invenduti, mentre il 63% ha pianificato iniziative che puntano ad aumentare la percentuale di rifiuti destinati al recupero

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