Tecnologia blockchain per combattere la povertà alimentare

Fonte: elaborazione dati degli Autori
Lo spreco di cibo incessante da una parte, i problemi di insicurezza alimentare delle famiglie meno abbienti dall’altra. Una soluzione arriva dalla pianificazione (da Mark Up n. 312, settembre 2022)

La crisi sanitaria, economica e sociale dovuta alla pandemia ha messo, e sta continuando a mettere a dura prova il nostro Paese, ancora di più con le incertezze derivanti dalla guerra in Ucraina. A causa della perdita di opportunità di lavoro, della possibile stagflazione, e dell’aumento dei prezzi alimentari, le famiglie meno abbienti stanno affrontando notevoli problemi di insicurezza alimentare: le richieste di aiuti alimentari sono aumentate fino al 40% in questi due anni, ma non sempre i comuni e le amministrazioni locali sono in grado di rispondere in maniera rapida a queste esigenze.

Pandemia e guerra hanno influenzato e modificato le filiere agroalimentari, in particolare la loro capacità di produrre e distribuire cibo. In questo contesto, gli impatti economici, ambientali e sociali dello spreco alimentare sono sempre più inaccettabili, e la sua riduzione è una delle principali sfide per la sostenibilità globale ed è inclusa tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.

Già prima della pandemia, la letteratura scientifica aveva evidenziato come lo spreco di cibo poteva essere ridotto o redistribuito secondo un approccio di circular economy, anche attraverso una forte integrazione tra le fasi della filiera, ma pochi studi hanno affrontato questa tematica. In questi ultimi due anni, il bilanciamento tra offerta e domanda di cibo è risultato spesso particolarmente colpito, con un forte disallineamento tra operatori: nelle fasi iniziali della filiera si è riscontrato un eccesso di offerta, con scorte di cibo invendute, anche a causa della chiusura delle aziende di ristorazione. Nella fase di consumo, si è registrato un aumento delle famiglie in stato di emergenza economica. Sul fronte opposto, nei due anni di pandemia, e nelle prime fasi della guerra in Ucraina, molti consumatori hanno esagerato con gli acquisti (panic ordering) mandando in tilt la pianificazione della supply chain (bullwhip effect).

DONO ERGO SUM

In questo contesto si colloca la collaborazione di tre gruppi accademici, Università Roma Tre, Tuscia e Trento, dall’inizio del mese di marzo 2020, i quali, insieme alla start-up Recuperiamo s.r.l. (partner tecnologico del progetto), hanno studiato e implementato una piattaforma in grado di far incontrare i diversi stakeholder della filiera alimentare e le istituzioni pubbliche al fine di raccordare le informazioni tra offerta in eccesso e domanda inespressa di cibo.

Il progetto, chiamato Dono ergo Sum, è stato finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca nell’ambito dei finanziamenti derivanti dal Fondo integrativo speciale per la ricerca (Fisr) e si inserisce in un filone di ricerca interdisciplinare, che coniuga competenze ingegneristiche, manageriali, statistiche e di public policy, con l’obiettivo di implementare un sistema continuo, tempestivo e integrato di monitoraggio, comunicazione e analisi.

Il sistema è sviluppato mediante una piattaforma tecnologica blockchain, novità assoluta nell’ambito della lotta allo spreco alimentare, finalizzata a ottimizzare la gestione delle scorte nelle filiere alimentari. L’utilizzo della piattaforma amplifica, digitalizza e traccia in modo certificato il recupero delle eccedenze alimentari del territorio a favore degli individui più vulnerabili, identificati dagli enti no-profit. Questo consente di rendere il recupero delle eccedenze in modo fattibile, digitale e sicuro su larga scala in tutti i contesti territoriali.

In particolare, il progetto indaga quali sono le traiettorie di evoluzione e innovazione di un modello di business basato su piattaforma blockchain, che permette di combinare le necessità di diversi attori della filiera agro-alimentare, e di conseguenza bilanciare gli obiettivi di redistribuzione del cibo verso la sostenibilità sociale e ambientale.

Fonte: elaborazione dati degli Autori
BLOCKCHAIN E SPRECO ALIMENTARE

La piattaforma Regusto, brand della start-up Recuperiamo s.r.l., è nata nel 2016 con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare sfruttando la tecnologia blockchain come abilitatore tecnologico per aumentare la trasparenza nei processi di redistribuzione. L’obiettivo è comprendere a fondo le ragioni dietro i passaggi che hanno caratterizzato l’evoluzione nel tempo del modello di business della piattaforma multilaterale Regusto: essa, infatti, si è evoluta adattando costantemente il proprio modello di business ai mutamenti della situazione e alle richieste del mercato. Parallelamente, ha abbracciato una prospettiva di sostenibilità più ampia, includendo in modo incrementale i principi dell’economia circolare e gli aspetti sociali. Attraverso il progetto si è ottenuto il tracciamento dei flussi di cibo dalla produzione alla donazione. In particolare, i flussi alimentari monitorati da dicembre 2021 a maggio 2022 conducono a un ammontare totale di donazioni o vendita di cibo di 300.944 kg, con una prevalenza dell’84% in donazioni, corrispondenti dal punto di vista dell’impatto sociale a 601.899 pasti distribuiti.

Le macrocategorie di cibo che, maggiormente rappresentano l’oggetto delle transazioni, sono i legumi, la carne e la pasta, tipologie che insieme rappresentano il 30% del numero totale di transazioni. In termini di localizzazione geografica, i beneficiari sono ubicati, almeno per le transazioni avvenute fino a gennaio 2022, in 24 province diverse, mentre i venditori/donatori partner si trovano in 27 province.

Considerando l’impatto ambientale si è riusciti a evitare l’emissione di 50.579 Kg di CO2 equivalenti e a risparmiare 968.584 m3 di acqua. Inoltre, l’utilizzo della tecnologia blockchain permette di ottenere una misurazione dettagliata della redistribuzione di eccedenze alimentari, offrendo alle aziende donatrici la possibilità di certificare la riduzione del loro impatto ambientale attraverso i carbon credit.

Questa innovativa caratteristica della piattaforma rappresenta un interessante sviluppo futuro dello studio, in quanto crea la base per una ulteriore evoluzione del modello di business, verso la sostenibilità economica e finanziaria della piattaforma.

da Mark Up n. 312, settembre 2022

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