Tempi di pagamento: nel 2015 la svolta?

Nell’annuale osservatorio Cribis emerge l’impasse della distribuzione coi fornitori. Nella gestione dei clienti un fattore chiave di svolta. Da Mark Up n.241

Una crisi lunghissima, il crollo dei consumi e la stretta finanziaria hanno stremato diversi settori economici e tra questi, prima di altri la Gd-Do. Dalle precedenti indagini di Mark Up nel settore bancario emerge che la Gd-Do si è grossolanamente polarizzata: da una parte i best performer, dall’altra le aziende in difficoltà. Altro dato: il ricorso alla leva finanziaria non è esploso negli ultimi tempi se non per grandi operazioni di riqualificazione. Se ne trae che le imprese della distribuzione moderna stanno cercando di gestire il cash flow “internamente”, senza ricorrere ai prestiti bancari, oppure il credit crunch fa sentire il suo peso. Ma siccome la coperta è corta, qualcuno rimane fuori come evidenzia l’osservatorio Cribis sui tempi di pagamento.

Nel primo trimestre del 2015 la Gd-Do esibisce uno scenario fortemente critico e si conferma fanalino di coda dell’intero commercio al dettaglio. Solo il 17,7% delle imprese rispetta i termini prestabiliti con un gap di 18,6 punti percentuali in meno rispetto alla media italiana (36,3%). Tuttavia nel primo quadrimestre del 2015 vi sono segni di inversione di tendenza. Mark Up ha incontrato Marco Preti, amministratore delegato di Cribis D&B per comprendere il fenomeno attuale.

I dati circa i tempi di pagamento: come si devono valutare rispetto ai dettami dell’articolo 62?
La legge è sempre un elemento importante sia perché definisce qual è il comportamento corretto da seguire, sia perché rappresenta uno stimolo al cambiamento. In questo senso si nota come nell’ultimo anno i pagamenti alla scadenza siano aumentati di quasi il 5% e i pagamenti con gravi ritardi siano calati del 2,4%. Ciononostante i pagamenti rimangono strettamente connessi al contesto economico generale e alle dinamiche del mercato, non ultimo il rapporto di forza tra le parti. Non stupisce quindi che in un contesto caratterizzato da una crisi dei consumi e da difficoltà economiche di molte aziende rispetto al 2010 si sia verificato un aumento dei gravi ritardi di quasi 8 punti percentuali. Per questo è importante sottolineare che, dal punto di vista delle aziende fornitrici, la legge non può mai sostituire un’accurata gestione del credito commerciale. Le aziende di tutti i settori operano infatti oggi in uno scenario economico più complesso e rischioso rispetto al passato. Come Cribisi D&B siamo un osservatorio privilegiato e possiamo affermare che le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno gestito al meglio il problema dei ritardi e degli insoluti. Hanno adottato ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e hanno differenziato le strategie di pagamento in funzione della clientela.

Come si commenta la lieve ripresa nel primo quadrimestre 2015?
Se il peggioramento rispetto al 2010 può essere imputato alle difficoltà del contesto economico, il miglioramento dell’ultimo anno può essere imputato principalmente a 2 fattori: da un lato le aziende con i problemi più gravi e che quindi pagavano con maggiore ritardo stanno uscendo progressivamente dal mercato; dall’altro, le aziende fornitrici hanno messo la gestione del credito commerciale tra le proprie priorità, migliorando i propri tempi di incasso. La chiave per uscire dalle difficoltà nei ritardi di pagamento da parte dei clienti è infatti investire in procedure, strumenti e persone, che siano in grado di affrontare e gestire i propri crediti.

Oltre confine, come si spiegano le basse performance di Cina e UK?
I ritardi dei pagamenti in Cina si possono spiegare con le dinamiche che caratterizzano molti paesi in forte crescita, dove è in corso un radicale cambiamento della struttura economica: insieme a un mercato sempre più ampio e dinamico convivono comportamenti e disattenzioni tipici dei mercati in via di sviluppo, come i ritardi cronici nei pagamenti. Per quanto riguarda UK è molto difficile analizzare le dinamiche in corso in un mercato così complesso. Sicuramente la Gran Bretagna è tra i paesi europei dove discount e vendite online hanno avuto un impatto più forte sulla vendita al dettaglio, creando non poche difficoltà agli operatori storici della grande distribuzione. Questo si è ripercosso inevitabilmente sulla tenuta finanziaria degli operatori e di conseguenza sui ritardi di pagamento.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome