Tendenze & Scenari – è la tradizione che determina la scelta del riso

Articolo pubblicato su MARK UP 133 ottobre 2005 –

Nel reparto riso sono entrate di recente molte innovazioni legate alla tipologia di prodotto e alle tecnologie di preparazione. Nella nostra analisi abbiamo cercato di capire, tra le altre cose, come si comportano i consumatori di fronte a tali novità.
La proposta dei punti di vendita è organizzata per tipologia di prodotto: riso “classico” ovvero le varietà di riso di “uso comune” (Arborio, Roma ecc.), riso “esotico”, utilizzato nella preparazione di piatti più “etnici”(per esempio, il Basmati) e, per finire, riso “pronto” in busta.
Un primo elemento emerso è la forte comunanza nei comportamenti d’acquisto tra i risi speciali e i risi pronti. L’87% dei clienti acquista i formati classici, mentre l’“innovazione” e la “praticità” sono scelte solo dal restante 13% del campione. A guidare l’acquisto è la pianificazione, nel primo caso, e l’impulso, nel secondo.
Il 70% del campione, infatti, ha già le idee chiare su cosa acquistare.
Di fronte allo scaffale il cliente osserva frettolosamente l’assortimento alla ricerca della propria referenza; trovatala, non la depone subito nel carrello ma effettua una velocissima analisi della confezione controllando la varietà indicata sul packaging e tastando, quando possibile, il “chicco”. Nel carrello vengono messe, in media, 1-2 referenze, nel caso di marche commerciali, ma la cifra aumenta in presenza di prodotti primo prezzo o di private label: 3-4 referenze in media.

Il disorientamento
Il 30% dei clienti, che si cimenta tra gli scaffali senza una precisa idea d’acquisto, effettua una lunga sosta, analizzando più referenze appartenenti ai diversi brand e girando le confezioni per leggere l’etichetta posteriore. In media vengono toccate 2-3 referenze. Solo dopo aver tastato il prodotto e aver accuratamente letto l’etichetta, si arriva a una decisione.
I formati speciali, come abbiamo visto, vengono scelti da una minima parte della clientela, a volte in “abbinamento” a un riso tradizionale, altre volte come conclusione di una lunga sosta di fronte allo scaffale. Il cliente osservato, in generale, ci è parso un po’ disorientato e tale fenomeno è più evidente per la fascia d’età superiore ai 65 anni: qui i tempi di permanenza a scaffale raggiungono anche 7-8 minuti. Un acquisto “molto” ponderato legato, forse, alle alte aspettative per un risotto di qualità.

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