Tendenze & Scenari – Non mancano mai sulla tavola degli italiani

Articolo pubblicato su MARK UP 135 dicembre 2005 –

Il panel famiglie HomeScan rappresenta i consumi
in
casa di 20,6 milioni di famiglie italiane. Si basa su un
panel di 6.000 famiglie che registrano tutti gli atti di acquisto a livello di referenza. Il servizio consente di analizzare
il repertorio d’acquisto delle famiglie acquirenti una marca o prodotto e, grazie alla lettura della sequenza d’acquisto, anche il passaggio da una marca all’altra, identificando la source of business. L’identificazione del luogo di
acquisto permette anche di analizzare il differente comportamento di acquisto nelle insegne della Gda.

Il consumo di formaggi della famiglia è, in media, di 30,27 kg all’anno
(terminante in maggio), in crescita nei confronti del periodo precedente, che
presentava 30,17 kg. In generale non vi sono grandi differenze nelle aree (28,6
kg nella 1, 28,4 kg nella 2 e 26,5 kg nella 3), tranne che nella 4, la quale
raggiunge i 35,5 kg (+2,6% nei confronti del periodo precedente). Anche il peso
medio degli acquisti in quantità per area è molto simile: 619,8
g nel 2004 e 640,7 g nel 2005, in cui, logicamente, si pone in testa l’area
4 con 225,3 g, seguita dalla 1 con 173,6 g (124,6 g nella 3 e 117, 2 g nella
2).
La stragrande maggioranza degli acquisti di formaggi è realizzata dalle
famiglie nel canale moderno, che pesa per l’82,8% in valore e l’83,2%
in quantità. E la sua incidenza continuerà ancora a crescere, soprattutto
per l’aumento delle superfici moderne e della cura per i banchi dei freschi,
dove l’importanza di quelli dei formaggi è notevole. Il grande
e vario mondo dei formaggi è un punto fermo nella dieta delle famiglie
italiane. Il formaggio più diffuso è la mozzarella (prodotto caratteristico
italiano), che supera perfino quelli duri tipici italiani, cioè il Grana Padano
e il Parmigiano Reggiano. Infatti ogni famiglia consuma 147,7 g di mozzarelle
all’anno (23,1% del totale), mentre di duri tipici ne acquista 95,4 g
(14,9%). Forse sorprende che in questa particolare classifica di diffusione
dei formaggi nelle famiglie al terzo posto si piazzino quelli fusi a fette (31,1
g), che rappresentano il 4,9% dei consumi, seguiti dagli 11,3 g dei formaggi
fusi in porzioni, che detengono un’incidenza sul totale dell’1,8%.
La spiegazione sta nel fatto che le creazioni di marketing sono entrate ormai
da decenni nella tradizione alimentare italiana.

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