Terremerse supera i 300 milioni di fatturato e punta su nuove assunzioni

La cooperativa multifiliera Terremerse ha chiuso il 2022 con fatturato in forte progresso rispetto al 2021, con la spinta maggiore arrivata dalle agroforniture, mentre ha sofferto il comparto delle carni

Terremerse ha chiuso il 2022 con ricavi oltre quota 300 milioni di euro, in sensibile crescita rispetto ai 265 milioni del 2021. È quanto emerge dal bilancio previsionale della cooperativa multifiliera attiva nell’agroalimentare.

Rafforzamento nel mercato

t e“Buona parte dell’incremento è stato determinato dall’effetto inflattivo sui prezzi, e in parte dall’aumento della quota di mercato, in particolare nella vendita dei mezzi tecnici e nei nuovi areali di raccolta di prodotto cerealicolo”, sottolinea Emilio Sabatini, direttore generale della cooperativa.

Il fatturato consolidato del settore agroforniture, compresa la controllata Terremerse Nord Est, supera i 120 milioni di euro, oltre 20 milioni in più rispetto al 2021, che assume un valore particolare in considerazione di un’annata non certo favorevole dal punto di vista agronomico. Oltre all’effetto prezzo, la rete tecnica e commerciale è aumentata in numero e competenze, supportata dalla componente ricerca e sviluppo.

L’outlook per quest’anno

Il budget 2023 prevede l’assunzione di 13 persone nella rete tecnica, distributiva e nel comparto impiantistica, con l’obiettivo di veder crescere il fatturato complessivo fino a oltre 130 milioni.

Nel settore cereali, a pari volumi di quantità vendute, il fatturato è aumentato quasi del 30%, attestandosi a circa 64 milioni di euro, per effetto dell’incremento dei prezzi medi di circa 150 euro per tonnellata. Le quantità raccolte nella campagna 2022 sono state inferiori a quelle previste per effetto degli andamenti meteorologici, che hanno danneggiato principalmente le colture primaverili.

L’impatto sulla redditività

Dal punto di vista delle marginalità, Terremerse ha tratto beneficio dalla forte impennata delle quotazioni dei prodotti, vendendo nel primo semestre 2022 le quantità di riporto di campagna 2021 (rimanenze iniziali) a prezzi decisamente elevati. Di queste circostanze, tra l’altro, hanno beneficiato in fase di liquidazione i soci conferenti in gestione annuale, in modo più marcato rispetto agli altri anni. Nel 2023 ci si attende una campagna di raccolta prodotto di circa 160 mila tonnellate rispetto alle 142 mila del 2022 e una flessione delle quotazioni.

Pesano i costi di produzione

Il settore ortofrutta della cooperativa ha chiuso il 2022 con quantità raccolte di prodotto da industria (pomodoro, frutta e altre orticole) in linea con le previsioni di budget, così come le quantità di prodotto fresco intermediato principalmente dalla zona di Latina. Per il 2023 si prevede una contrazione delle superfici di pomodoro da industria a causa degli alti costi di produzione e della concorrenza delle colture cerealicole.

Infine per il comparto carni è stato un anno problematico: la forte crescita dei prezzi dei cereali e quindi dei mangimi si è riversata sul costo delle materie prime. L’aumento medio annuale del costo del venduto è stato del 18%, a cui si sono aggiunti gli incrementi dei costi industriali e di logistica. Per il 2023 non si prevede uno scenario generale differente.

 

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