Una conversazione con il Signor Brunelli

L'uomo de Il Centro, patron di Finiper, tra i fondatori del primo supermercato italiano. Marco Brunelli...un'intervista sottovoce (da Mark Up 252)

Incontro Marco Brunelli nel suo “Arese”: è una  splendida  giornata,  mi  accoglie  sorridente e mi offre un bicchiere di vino, poi ci sediamo a tavola. Con noi Mario Gasbarrino, presidente e Ad di Unes e membro del Cda di Iper Montebello e Ortofin; se sono qui, lo devo a lui: vulcanico e affabulatore uno, quieto e osservatore l’altro, sembrano intendersi benissimo. Per me è come stare nel Paese dei Balocchi.
Il Signor Brunelli, lo chiamano tutti così (è anche Grand’Officier della Legione d’Onore  e  ha  una  laurea  ad  honorem  in  marketing), si irrigidisce quando sfilo il cellulare e chiedo se è possibile registrare: mi dice di sì, ma, poco dopo, mi chiede di spegnere,  non è a suo agio e la sua proverbiale ritrosia davanti alle interviste ha la meglio, sta di fatto che spengo, rimetto in borsa e passo  agli  appunti.  Un’esteta  Marco  Brunelli,  famoso anche fuori dal mondo della distribuzione  per  essere  un  collezionista  d’arte.  “Ci sono cresciuto dentro, dai dieci anni mi sono trovato circondato dall’arte e me ne sono innamorato”. Un imprenditore coraggioso, Arese ... ricomprarsi Finiper da Carrefour, la partecipazione di Iper Orio sempre da Carrefour e il Fiordaliso da Auchan, arrivando così a ri-avere il controllo del 100% del Gruppo Finiper ... ma non basta, ascoltandolo, si  evince  una  forza  creativa,  una  curiosità senza filtri. Gli chiedo se si sente più  creativo  o  coraggioso,  sorride  e  mi  risponde: “Non lo so, non ci ho mai pensato. Amo il mio lavoro. Ho due passioni: il lavoro, appunto, e l’arte”.
Colleziona  ritagli  di  giornale  “È  una  mia  mania, quando vedo qualcosa che mi interessa lo ritaglio e lo metto da parte”. Che cosa sfoglia? Quotidiani e magazine economici, per lavoro, e i cataloghi d’arte e delle case d’aste, per piacere. “Non ha idea di quanta ispirazione si può trarre sfogliandoli”.
E  la  tecnologia  fa  parte  della  sua  vita?  “I  giornali  li  leggo  online,  ma  sinceramente  benché abbia una testa tecnologica, le mani quelle no, non sono affatto tecnologiche. Così leggo le email e sfoglio i giornali, ma sono cose che tutti fanno ormai”. Poi prende il cellulare. “Fotografo. Vado nei miei negozi e fotografo le cose belle e quelle meno belle, invio gli scatti ai responsabili, talvolta un complimento, talaltra un appunto. È giusto così: chi lavora bene, deve sentirsi apprezzato, e chi sbaglia deve sapere di avere sbagliato”. Visita  mai  i  negozi  dei  concorrenti?  “Mai,  non  mi  interessano. All’estero sì: vado a vedere i negozi, ma non sempre sono all’altezza delle aspettative. L’ultimo, in Uk, non l’ho nemmeno fotografato: non c’era nulla d’interessante”.
Rimaniamo  sulla  tecnologia:  che  cosa  ne  pensa  dell’eCommerce? È lapidario: “Nel giro di pochi anni, i centri commerciali diventeranno cataloghi per Amazon”. Non è una bella prospettiva, mi pare, soprattutto detto da una persona che ha appena aperto il centro commerciale più grande d’Italia, 200 negozi e 25 ristoranti, inaugurato ad aprile: Il Centro è stata un’operazione fortemente voluta da Marco Brunelli. Lui commenta schivo: “Una delle cose che non volevo fare è l’inaugurazione, è stata l’azienda che ha preso la mano, io non volevo farla così. Non è nemmeno vero che è il più grande”. Mi corregge, ma comunque  è  soddisfatto?  “Sì,  perché  da  una  discarica  abbiamo  fatto  un  parco.  Sono  soddisfatto  anche dell’architetto De Lucchi, con cui eravamo accordati come un violino”.
Quali  sono  i  progetti  per  il  futuro?  “Adesso  la  mia  preoccupazione,  la  mia  attenzione,  è  nel  fare  ad  Arese  il  Parco  del  Villoresi,  perché,  secondo  me,  c’è un pezzo di terreno nostro, dove si potrebbe fare un parco stupendo. È allo studio. In Italia non c’è niente di facile ... Però come abbiamo fatto il parco al Portello, riusciremo a fare il parco al Villoresi e faremo una cosa bella sul serio”.
Come se lo immagina? “Un parco, con una passeggiata,  una  pista  ciclabile  che  dovrebbe  attraversare  Garbagnate e, se possibile, ricollegarsi al parco che è stato inaugurato alla Stazione, e dall’altra parte sulla Rosa Camuna”. Riflette: “Fare una cosa brutta o una bella costa uguale, allora facciamola bella! -continua-. Anche il Portello ha un senso estetico fortissimo: lì, il merito fu di Valle, che fece quella vela, e dell’architetto inglese che ha fatto la collina, dove adesso ci sono gli alberi, ormai cresciuti, ed è diventata proprio bella”.
Torniamo  agli  ipermercati,  non  stanno  vivendo  un  gran momento ... “Tutti parlano male degli ipermercati che non vanno bene, io sono soddisfatto, i nostri vanno bene, hanno un bel bilancio”. Un consiglio per gli altri? “Non so, affari loro ... se si appassionassero di più, forse ...”.
Si, ma l’eCommerce? “Abbiamo fatto una riunione di tre ore solo stamani”. “È l’argomento più ricorrente delle nostre conversazioni”, precisa Mario Gasbarrino (nel frattempo Unes ha aperto il suo store su Amazon), “... È che il mondo va così veloce ...”, conclude il signor Brunelli. Insomma, eCommerce sì o no? Nicchia: “I negozi devono fare cose diverse: specializzarsi, offrire qualcosa che non può essere venduto online, una qualità unica”. Capisco, basta fare un giro all’Iper, La grande i di Arese per comprendere che cosa intende Marco Brunelli: “Se l’ipermercato viaggiasse con le note dell’Iper, La grande i, se diventasse tutta experience, l’eCommerce non sarebbe competitivo. L’ipermercato deve essere diverso. Per esempio, Arese ha due cose che nessun centro commerciale al mondo ha: la luce naturale, lì è tutto luce naturale, ed è senza gradini. Se si fa un centro commerciale, bisogna prevedere viabilità, parcheggio, bacino, senza mai dimenticare la bellezza: la luce, in questo senso, è un elemento estetico importantissimo”.
Ha mai pensato di aprire in centro città? “Io ho aperto  in  centro  -precisa-:  Arese  ha  un’area  di  affluenza  che va da Rho fino a Gallarate, Monza, Varese, Como, Saronno”. Per quello che riguarda il centro storico, il signor Brunelli mostra poco interesse, ma credo sia un ottimo giocatore di bridge ... Un uomo preciso, così preciso che quasi non te ne accorgi, in ogni conversazione è un passo avanti, è già su una nuova idea e soprattutto non ama le domande, preferisce farle. Torniamo sull’Italia: “Non capisco perché tutti ce l’abbiano tanto con Farinetti: è riuscito a far diventare un brand il cibo italiano e portarlo all’estero; solo per questo, bisognerebbe essergli riconoscenti”. Il tempo è passato, è tempo di tornare al lavoro, solo una domanda veloce: come nascono le sue idee? “Sa, di notte mi sveglio, ho un’idea e la scrivo, così non la dimentico. Tante cose vorrei fare, tante idee nuove ...”. Un ultimo saluto poi prende sottobraccio Mario Gasbarrino e discorrendo se ne vanno.

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