Usa: la crisi premia solo i discounter. Ue: qualche timido segnale di ripresa

Primo Piano – Vecchio continente più agevolato dalla congiuntura, confederazione al palo. (Da MARK UP 187)

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1. A chiazze di leopardo, ma i segnali ci sono

Il grafico sottostante mostra l'andamento del corso delle azioni di un significativo panel di aziende della Gd americana. Ci sembra importante specificare in che campo opera ognuna di loro: Rite Aid e Walgreen's operano nel retailing di medicinali. Walgreen's progetta di offrire cibo fresco e preconfezionato. Whole Foods a oggi ha circa 280 pdv e conta circa 8 miliardi di $ di fatturato, prevalentemente negli alimenti naturali e biologici. La crescita di Whole Foods è stata vertiginosa: dal 2002 al 2008 si è trattato di un incremento pari al 19,8% annuo. La crescita del biologico è stata molto forte negli ultimi anni: dal 1997 al 2003 si stima un 18,3% annuo in tutti gli Stati Uniti, passando da un'incidenza nel settore food del bio pari al 3,5% dallo 0,5% del 1997 (fonti: Datamonitor e bilanci aziendali). Come si spiegano quindi i risultati deludenti di Whole Foods in borsa? Non è una questione di crescita del fatturato: se si guarda il grafico allegato il titolo ha iniziato la sua discesa quando le vendite continuavano a salire a due cifre. Innanzitutto il titolo Whole Foods ha un prezzo superiore alla media del comparto Gd e poi la media dei suoi prezzi al pubblico è sicuramente più alta rispetto ad altri competitor del settore alimentare. Costco e BJ's sono due catene di warehouse clubs. La formula offerta da questi distributori sembra abbastanza in crisi: recentemente Wal Mart ha annunciato il taglio di circa 11.500 posti di lavoro su 110.000 negli Stati Uniti presso i propri magazzini - deposito Sam's Club. Al contrario dei superstore si tratta di strutture dove si offrono solo alcuni item in grandi quantità. Probabilmente, in questo momento, il fatto di dover pagare una tessera 45 $ circa per poter accedere all'acquisto di merce scontata sta penalizzando questi giganti che hanno grandi stock da smaltire. Wal Mart ha in effetti annunciato dieci chiusure di queste sue unità. Sears Holding è l'unica azienda che gestisce dei departement stores, formato in crisi da tanti anni. Il titolo, nonostante il P/E più alto del comparto, ha comunque avuto, da un anno a questa parte, una forte risalita. I segnali più interessanti vengono dalle aziende che vendono prevalentemente non-food a prezzi stracciati, come Wal Mart (Sam's club a parte), Family Dollar e Kohl's. Queste aziende sono favorite rispetto a un concorrente come Target che ha un assortimento di qualità superiore a prezzi superiori. Fuori dal mercato americano esiste un'azienda le cui cifre potrebbero fornire indicatori importanti di uscita dalla recessione: il retailer svedese H&M, dopo un 2008 difficile ha annunciato un quarto trimestre 2009 con ricavi in crescita del 6% - al lordo delle nuove aperture - e utili superiori alle attese, in crescita del 21%. Il fatto poi che l'amministratore delegato del gruppo Coin, Stefano Beraldo, il 27 gennaio 2010 abbia annunciato che, dopo dicembre, “gennaio è andato benissimo” è sicuramente un altro bel segnale per il commercio italiano in generale.

Allegati

187-MKUP-CrisiConsumi
di Giuseppe Caprotti / aprile 2010

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